Gérard Collomb non è più il ministro dell’Interno francese. Dopo le polemiche delle scorse ore e un primo rifiuto, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha accettato il passo indietro dell’ex fedelissimo che ora punta a tornare sindaco di Lione. Il passaggio di consegne con il premier Edouard Philippe, che ha preso l’incarico ad interim, è avvenuto questa mattina in un clima di forte tensione. La stretta di mano glaciale tra i due al termine dei discorsi di rito ha fatto pensare nel panorama italiano alla celebre cerimonia della campanella di quando Enrico Letta ha passato l’incarico a Matteo Renzi. E’ il settimo addio per l’esecutivo francese dall’inizio della presidenza Macron: quella che si consuma in queste ore in Francia viene descritta come una delle peggiori crisi di governance dall’inizio del mandato. La popolarità del capo dello Stato è in picchiata da alcune settimane.
Glacial #Collomb
via @libe pic.twitter.com/qgA5b4enpc
— Benjamin Audidier (@Benjam1Audidier) October 3, 2018
Nel corso della cerimonia al ministero degli Interni – in cui i giornalisti sono stati lasciati entrare in fretta e furia senza controlli all’ingresso, un fatto rarissimo – Collomb ha illustrato il bilancio dei suoi 16 mesi di lavoro aggiungendo di lasciare l’incarico con “rimpianto”. “Lascio un grande ministero”, ha insistito dinanzi al personale riunitosi dinanzi a lui e al premier Edouard Philippe giunto con circa dieci minuti di ritardo, mentre Collomb lo aspettava a braccia conserte all’ingresso del dicastero. Tanto che alcuni si chiedono se non sia stata una sorta di umiliazione inflitta all’uomo che ha sbattuto la porta del governo indebolendo ulteriormente la presidenza di Emmanuel Macron. Al termine del suo discorso, Collomb ha stretto la mano al personale del ministero venuto a salutarlo, poi si è avviato verso l’auto che l’attendeva in Place Beauvau, pronto a lasciare Parigi per la sua amata Lione. “Ogni volta che mi allontano da Lione – aveva detto ieri in un’intervista a Bien Public – mi rendo conto della sua immensa bellezza. Parigi è molto più cementificata e meno varia architettonicamente”.
Nel toto-nomi sui possibili successori dopo l’interim di Philippe, l’ex capo della Polizia Frédéric Péchenard o gli attuali ministri Gérald Darmanin (Conti Pubblici), Jean-Yves Le Drian (Esteri) o Christophe Castaner (Rapporti col Parlamento oltre che segretario di En Marche). “Siamo determinati”, ha dichiarato Philippe nel corso del passaggio di consegne, “ad assicurare il più alto livello di sicurezza ai francesi, in ogni momento, su tutto il territorio”. Intanto il portavoce del presidente Benjamin Griveaux ha detto che “niente di quello che è successo in queste 48 ore si configura come una crisi politica”. “Lo Stato funziona – ha sottolineato – il governo è perfettamente in carica”. Secondo Macron, che stamattina ha accettato le dimissioni di Collomb, dopo averle respinte una prima volta, la partenza del ministro “è una scelta che appartiene a lui”. “Dalla fine dell’estate – ha concluso il portavoce, riferendosi alla sua prossima candidatura- si era rivolto verso Lione e i lionesi”.