Manovra? Vedrete che potremo ripagare il debito. C’è un pregiudizio di base contro di noi, siamo arrivati da 4 mesi e siamo trattati come incompetenti appestati. Quelli di prima hanno fatto le macerie e venivano trattati come statisti. Noi abbiamo tanto da imparare, ma non da quelli di prima”. Sono le parole pronunciate a Dimartedì (La7) dal vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che si dichiara sicuro del miglioramento dello spread dopo l’interlocuzione con la Ue sulla legge di bilancio e si rende protagonista di un fitto botta e risposta con la giornalista Myrta Merlino. Quest’ultima legge i salari medi dei dipendenti di Auchan e della Conad: “Devo dire che sono indignata da quello che leggo: un cassiere di Auchan prende 869 euro al mese, un commesso 714 euro, un addetto alla vendita 934 euro. Gli stipendi dei lavoratori della Conad sono simili. Quindi, mi chiedo: un italiano sano di mente preferisce fare una grande fatica tutti i giorni alla cassa di Auchan oppure rimanere a casa e prendere il reddito di cittadinanza di 780 euro al mese?”. Di Maio insorge: “Un’altra volta con questa storia che se ne sta a casa? Non se ne sta a casa nessuno col reddito di cittadinanza. Se ci ritroviamo nuovamente a dire che chi guadagna 800 euro al mese si sente fesso perché c’è un altro che prende 780 euro, allora non si è capito il sistema. Se prendi il reddito fai un patto con lo Stato e devi fare 8 ore di lavori di pubblica utilità. Poi a un certo punto arriva la proposta di lavoro, che non è il lavoro della tua vita. Se non ti va bene, perdi il reddito. Se ti va bene, hai trovato un lavoro”. “Lei conosce il sociologo Mimmo De Masi?”, chiede la giornalista. “Lo sa bene che lo conosco”, risponde Di Maio. “Il professor De Masi nella mia trasmissione L’Aria che Tira” – spiega Merlino – “mi ha detto che per riformare i centri per l’impiego ci vogliono 3 o 4 anni. Lei si rende conto che questo è un grande tema? Questi dove cavolo trovano il lavoro se i centri per l’impiego non funzionano?”. Di Maio risponde: “Abbiamo già iniziato il percorso con le Regioni per rimettere a posto i centri per l’impiego. La cosa che dobbiamo fare prima di tutto con un software, e non costruendo un nuovo edificio, è mettere insieme la domanda di lavoro delle imprese che chiedono un lavoro qualificato e l’offerta dei lavori che abbiamo qualificato già con una formazione”.

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