La politica doveva schierarsi e lo ha fatto. Ma ci sono altre riflessioni e opinioni che riguardano il caso di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace ai domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una arriva, dritta al cuore. Ed è quella di don Gino Rigoldi, cappellano del carcere Beccaria di Milano: “Al netto del caso in cui si sfrutta una situazione per indebito profitto personale (caso questo sempre condannabile, ma qui gli stessi inquirenti lo escludono), bisognerebbe avere un po’ di morbidezza. Capita di forzare la legge, di incorrere in qualche piccolo arrangiamento magari anche penalmente rilevante, se si è di fronte alla disperazione più cupa, al dovere di preservare diritti umani fondamentali e inviolabili che prevalgono su tutto. È capitato anche a me, che pure cerco di rispettare sempre le norme”, dice il sacerdote in un colloquio con il Corriere della Sera, dicendosi solidale con Lucano. “Se venissi esaminato con ottuso rigore di legge, un rigore privo di compassione per chi cerco di aiutare, potrei finire anche io nei guai”, dice. Riace, ricorda, “è rinato grazie ai migranti e alla ricetta alternativa e vincente in materia di accoglienza”, e “dovremmo andarne orgogliosi, anche se magari è stato condotto con qualche leggerezza, qualche forma di disordine“, “con un arresto sproporzionato, si vuole mettere all’angolo tutto il modello virtuoso d’integrazione. Lucano chiarirà di avere agito nel fermo rispetto dei principi di solidarietà e tutela dei diritti dell’uomo previsti dalla Costituzione – conclude – Dobbiamo sforzarci di essere umani, restare umani, tornare umani”.
Sul caso in maniera più tangenziale arriva anche il commento di Nino Di Matteo, pm dell’Antimafia. “Colgo con preoccupazione un rischio che si corre: quello della strumentalizzazione di questa notizia per denigrare e delegittimare l’operato di tante associazioni, cittadini e volontari che quotidianamente si dedicano anima e corpo all’accoglienza dei migranti – dice il magistrato ospite del programma TGtg – Dietro questa inchiesta non si deve sviluppare un sentimento di diffidenza nei confronti di chi si dedica all’accoglienza dei migranti. Non si vuole dire ma il sistema mafioso è il più grave fattore d’inquinamento della nostra democrazia, della nostra libertà e dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. È più facile e comodo parlare sempre della sicurezza credendo che questa riguardi soltanto la tutela contro la criminalità comune, degli ultimi e dei migranti. Questo è un aspetto importante ma l’aspetto più importante per la nostra libertà e per il nostro Paese è la sicurezza dei cittadini di vedersi governati secondo le regole della Costituzione e non secondo le leggi e la prepotenza del sistema mafioso”.
A fianco di Lucano si schiera anche l’Unchr che segue quanto sta accadendo a Riace “con grande apprensione perché il sindaco Domenico Lucano, arrestato ieri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è diventato un po’ il simbolo dell’Italia che accoglie. Ci auguriamo che sia fatta piena luce sui fatti a lui attribuiti, e nel frattempo esprimiamo preoccupazione e rammarico per la condizione di coloro che, migranti e rifugiati, temono ora di aver perso una guida che in questi anni li ha costantemente supportati“, prosegue l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nella Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, istituita per ricordare la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e l’importanza dei valori di umanità e solidarietà nel rispondere alle esigenze di coloro che fuggono da guerre e persecuzione, Unhcr ricorda “con forza che l’accoglienza richiede dialogo e condivisione, anziché scontro e avversione”.
Espremier “profonda amarezza e dolore, per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria dove sono stato vescovo per ben 14 anni” l’arcivescovo di Campobasso, Giancarlo Bregantini, defininendo il primo cittadino “coraggioso e tenace. Chiedo alla politica di riflettere bene su questo ‘modello’ per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Ritengo che l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale – dichiara Bregantini, vescovo della diocesi di Locri-Gerace dal 1994 al 2007 – Ha colto l’occasione che gli era stata posta dai fatti, quella di accogliere anni fa un vascello di cittadini curdi, che per caso era sbarcato sulle coste del suo paese. Ha sentito dentro un grande movimento di umanità, che lo spingeva alla solidarietà diretta e fattiva. In questo cammino, ha coinvolto progressivamente l’intero suo paese, specie il centro storico, dove ha potuto così riattivare e riabitare tante case vuote, perché i proprietari erano emigrati altrove. Terra quindi di emigrazione, la Calabria. E perciò terra che meglio può esprimere un cuore vivo di empatia relazionale. A tratti è stato un itinerario anche rischioso, spesso dovendo scontrarsi con logiche di comodità o di interessi malavitosi. Ma di certo – osserva Bregantini – è stato un uomo lungimirante, un sindaco che ha capito che solo valorizzando gli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Confido nella magistratura – prosegue – perché possa far luce su tutta questa dolorosa vicenda. Sento però che tutto potrà essere chiarito se si spegneranno quei toni polemici di chi cerca non la verità, ma la vittoria di opinioni personali interessate. È in gioco il bene comune del paese. Chiedo alla politica di riflettere bene su questo ‘modello’, specie in questo momento di grandi battaglie, per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Riattivano paesini che stanno morendo, come già constatiamo con tante trepidazione anche in Molise. Accoglierli con saggezza renderà più aperti i nostri cuori e le nostre città”. Intanto è in programma domattina, davanti al gip di Locri, l’interrogatorio di garanzia di Lucano.
Giustizia & Impunità
Mimmo Lucano, don Rigoldi: “Anche a me capita di forzare la legge. Unhcr: “Simbolo dell’Italia che accoglie”
La politica doveva schierarsi e lo ha fatto. Ma ci sono altre riflessioni e opinioni che riguardano il caso di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace ai domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
La politica doveva schierarsi e lo ha fatto. Ma ci sono altre riflessioni e opinioni che riguardano il caso di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace ai domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una arriva, dritta al cuore. Ed è quella di don Gino Rigoldi, cappellano del carcere Beccaria di Milano: “Al netto del caso in cui si sfrutta una situazione per indebito profitto personale (caso questo sempre condannabile, ma qui gli stessi inquirenti lo escludono), bisognerebbe avere un po’ di morbidezza. Capita di forzare la legge, di incorrere in qualche piccolo arrangiamento magari anche penalmente rilevante, se si è di fronte alla disperazione più cupa, al dovere di preservare diritti umani fondamentali e inviolabili che prevalgono su tutto. È capitato anche a me, che pure cerco di rispettare sempre le norme”, dice il sacerdote in un colloquio con il Corriere della Sera, dicendosi solidale con Lucano. “Se venissi esaminato con ottuso rigore di legge, un rigore privo di compassione per chi cerco di aiutare, potrei finire anche io nei guai”, dice. Riace, ricorda, “è rinato grazie ai migranti e alla ricetta alternativa e vincente in materia di accoglienza”, e “dovremmo andarne orgogliosi, anche se magari è stato condotto con qualche leggerezza, qualche forma di disordine“, “con un arresto sproporzionato, si vuole mettere all’angolo tutto il modello virtuoso d’integrazione. Lucano chiarirà di avere agito nel fermo rispetto dei principi di solidarietà e tutela dei diritti dell’uomo previsti dalla Costituzione – conclude – Dobbiamo sforzarci di essere umani, restare umani, tornare umani”.
Sul caso in maniera più tangenziale arriva anche il commento di Nino Di Matteo, pm dell’Antimafia. “Colgo con preoccupazione un rischio che si corre: quello della strumentalizzazione di questa notizia per denigrare e delegittimare l’operato di tante associazioni, cittadini e volontari che quotidianamente si dedicano anima e corpo all’accoglienza dei migranti – dice il magistrato ospite del programma TGtg – Dietro questa inchiesta non si deve sviluppare un sentimento di diffidenza nei confronti di chi si dedica all’accoglienza dei migranti. Non si vuole dire ma il sistema mafioso è il più grave fattore d’inquinamento della nostra democrazia, della nostra libertà e dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. È più facile e comodo parlare sempre della sicurezza credendo che questa riguardi soltanto la tutela contro la criminalità comune, degli ultimi e dei migranti. Questo è un aspetto importante ma l’aspetto più importante per la nostra libertà e per il nostro Paese è la sicurezza dei cittadini di vedersi governati secondo le regole della Costituzione e non secondo le leggi e la prepotenza del sistema mafioso”.
A fianco di Lucano si schiera anche l’Unchr che segue quanto sta accadendo a Riace “con grande apprensione perché il sindaco Domenico Lucano, arrestato ieri con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è diventato un po’ il simbolo dell’Italia che accoglie. Ci auguriamo che sia fatta piena luce sui fatti a lui attribuiti, e nel frattempo esprimiamo preoccupazione e rammarico per la condizione di coloro che, migranti e rifugiati, temono ora di aver perso una guida che in questi anni li ha costantemente supportati“, prosegue l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nella Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, istituita per ricordare la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e l’importanza dei valori di umanità e solidarietà nel rispondere alle esigenze di coloro che fuggono da guerre e persecuzione, Unhcr ricorda “con forza che l’accoglienza richiede dialogo e condivisione, anziché scontro e avversione”.
Espremier “profonda amarezza e dolore, per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria dove sono stato vescovo per ben 14 anni” l’arcivescovo di Campobasso, Giancarlo Bregantini, defininendo il primo cittadino “coraggioso e tenace. Chiedo alla politica di riflettere bene su questo ‘modello’ per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Ritengo che l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale – dichiara Bregantini, vescovo della diocesi di Locri-Gerace dal 1994 al 2007 – Ha colto l’occasione che gli era stata posta dai fatti, quella di accogliere anni fa un vascello di cittadini curdi, che per caso era sbarcato sulle coste del suo paese. Ha sentito dentro un grande movimento di umanità, che lo spingeva alla solidarietà diretta e fattiva. In questo cammino, ha coinvolto progressivamente l’intero suo paese, specie il centro storico, dove ha potuto così riattivare e riabitare tante case vuote, perché i proprietari erano emigrati altrove. Terra quindi di emigrazione, la Calabria. E perciò terra che meglio può esprimere un cuore vivo di empatia relazionale. A tratti è stato un itinerario anche rischioso, spesso dovendo scontrarsi con logiche di comodità o di interessi malavitosi. Ma di certo – osserva Bregantini – è stato un uomo lungimirante, un sindaco che ha capito che solo valorizzando gli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Confido nella magistratura – prosegue – perché possa far luce su tutta questa dolorosa vicenda. Sento però che tutto potrà essere chiarito se si spegneranno quei toni polemici di chi cerca non la verità, ma la vittoria di opinioni personali interessate. È in gioco il bene comune del paese. Chiedo alla politica di riflettere bene su questo ‘modello’, specie in questo momento di grandi battaglie, per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Riattivano paesini che stanno morendo, come già constatiamo con tante trepidazione anche in Molise. Accoglierli con saggezza renderà più aperti i nostri cuori e le nostre città”. Intanto è in programma domattina, davanti al gip di Locri, l’interrogatorio di garanzia di Lucano.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".