L’uomo di Neanderthal è comparso in Italia circa 450.000 anni fa. Almeno secondo la sensazionale scoperta fatta a Fontana Ranuccio, nei pressi di Anagni, e a Visogliano, a nord-ovest di Trieste da un pool di studiosi guidati da Clément Zanolli dell’Università di Tolosa. I ricercatori hanno trovato dei denti fossili assimilabili a quelli neanderthaliani. Alla ricerca, pubblicata sulla rivista Plos One, hanno contribuito anche molti cervelli made in Italy che fanno parte delle università di Pisa e della Sapienza di Roma, del Centro Fermi e dell’istituto triestino Elettra Sincrotrone.
I ricercatori sono riusciti a ricostruire forma e disposizione dei tessuti dentali e li hanno confrontati con i denti di altre specie umane, scoprendo così che sono molto simili a quelli dell’uomo di Neanderthal, mentre non rispecchiano le caratteristiche dell’uomo moderno: l’Homo Sapiens.
“Possiamo collocare gli uomini di Neanderthal tra i 100mila e i 40mila anni fa – ha commentato a Indipendent il professor Zanolli – La dinastia neanderthaliana prima di quel periodo non è ben conosciuta”. Per questo la testimonianza riapre il dibattito sull’identità e le parentele degli antichi umani che abitavano l’Eurasia durante il Pleistocene. Scoperte del genere, infatti, rafforzerebbero l’idea di una diversa discendenza iniziale tra gli abitanti dell’Europa del sud e quelli dell’Europa del nord dovuta, secondo gli studiosi, alle differenti condizioni climatiche.
I denti sono anche visibilmente diversi dagli altri conosciuti di quell’epoca in Eurasia. Questo suggerisce che ci può essere stata una varietà di progenitori umani che popolavano la regione. “Le analisi della struttura interna della dentatura somiglia anche a quella degli antichi abitanti della Sierra di Atapuerca in Spagna, anch’essi della linea evolutiva dei Neanderthal, ritrovata nel sito di Sima de los Huesos. Questo indica che un modello morfologico dentale generalmente neanderthaliano si era preconfigurato nell’Europa Occidentale in un periodo almeno tra 430 e 450mila anni fa”, ha concluso Zanolli.