Il condono? “Se si fa, turiamoci il naso”. A parlare così della pace fiscale che il governo – e in particolare l’ala leghista – è pronto ad approvare è il ministro per gli Affari europei Paolo Savona che al Parlamento europeo, a Strasburgo, ha incontrato gli eurodeputati. Ma il condono ci serve, ammette Savona. “Infatti – continua il ministro – il vero dibattito è sul condono fiscale. Allora turiamoci il naso e, se facciamo il condono fiscale, siamo in grado di finanziare altre operazioni molto importanti, come l’intera Fornero”. A proposito di Fornero, aggiunge il ministro, la revisione della legge “è stata decisa perché noi siamo sufficientemente convinti che avrà un moltiplicatore dell’occupazione giovanile, cioè ogni pensionato che va via trascinerà due giovani nel sistema”.
Per il resto il discorso di Savona, in gran parte, è teso a rassicurare non tanto gli europarlamentari italiani, quanto le istituzioni europee oltre che finanziarie sulle intenzioni del governo italiano sull’euro e sull’appartenenza all’Unione. “Non intendo intraprendere alcuna azione contro l’euro, anzi voglio rafforzarlo” dice il ministro per gli Affari europei. “All’interno del governo – ragiona Savona – il discorso di stare in Europa, rispettare l’euro è, direi, uno dei punti cardine. Io prima ancora di aderire e di dire sì ci sto, ho messo in chiaro questo: non ho nessuna idea di intraprendere un’azione contro l’euro, e se parlo di rafforzarlo, vuol dire che la mia istanza è discuterne. Poi i giornali italiani sono pieni di articoli stranieri che parlano male dell’euro se un italiano osa scrivere qualcosa simile apriti cielo, questa è l’atmosfera dentro cui ci muoviamo”. Insiste il ministro: “Io sono europeo, mi sento europeo, fa parte della struttura stessa del paese in cui vivo”. E sotto il profilo economico non c’è “nessuna possibilità di default del debito pubblico italiano“.
Entusiasta la delegazione della Lega all’Europarlamento. “Oggi abbiamo avuto la dimostrazione che Paolo Savona è il miglior ministro per gli Affari Europei che l’Italia abbia mai avuto e che sarebbe un ottimo commissario europeo agli Affari Economici al posto di Moscovici. Il nostro Paese ha bisogno di un commissario europeo con deleghe economiche pesanti per difendere gli interessi degli italiani, e non di una desaparecido filo islamica come la Mogherini agli Esteri. Per fortuna a maggio 2019 la musica cambierà e sulla Ue arriverà un uragano di cambiamenti e di novità”.
Non la pensa così il Pd. Per Patrizia Toia, capodelegazione democratica a Strasburgo, si è trattato di “un’imbarazzante performance” anche perché, tra l’altro, “ha mostrato di non avere una posizione nel merito sui dossier più importanti che stiamo discutendo dal bilancio a fondi coesione, alla politica agricola”. “Un incontro un po’ surreale – ha concluso Toia – tutto basato sull’astrattezza di ipotesi di riforme avveniristiche, mentre l’Italia sta varando una manovra che sarà un fardello assai pesante sulle spalle degli italiani più fragili. Più che un incontro tra un ministro degli Affari europei e dei deputati è sembrata una conferenza di un dotto e compiaciuto professore”.