Ore contate per i latitanti italiani che hanno trovato rifugio a Dubai. Il Senato ha ratificato il trattato di assistenza giudiziaria Italia-Emirati Arabi e ora gli uffici del ministero della Giustizia sono pronti a reinviare, non appena l’accordo entrerà in vigore, le richieste di estradizione per una serie di persone su cui pendono ordinanze di arresto. Tra queste vi sono Amadeo Matacena, ex deputato di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e Giancarlo Tulliani, rinviato a giudizio dal gup di Roma per riciclaggio assieme all’ex presidente della Camera Gianfranco Fini nell’affaire della casa di Montecarlo.
“Da oggi sarà più facile effettuare estradizioni tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti ma ciò non avverrà in modo automatico, la procedura potrebbe richiedere tempo e deve rispettare condizione ben precise”, ha spiegato l’avvocato Nicola Madia, difensore di Tulliani. “Nel documento approvato – prosegue – non è indicato il termine entro cui debba avvenire il trasferimento del soggetto. E’ solo indicato un termine di 30 giorni per la consegna ma che scatta dopo l’autorizzazione che è, invece, lasciata alla discrezionalità dello Stato. Poi ci sono una serie di paletti che riguardano i rischi di una eventuale consegna: mi riferisco a discriminazioni di tipo razziale, politico, all’eventuale pena di morte e altre ipotesi per cui l’estradizione è inattuabile”.
Madia ha ricordato, inoltre, che per dare il via alla procedura, il reato contestato al latitante “deve essere riconosciuto in entrambi i Paesi“. Per quanto riguarda Tulliani, il cui processo a Roma è fissato per il 30 novembre, il legale afferma che in base alle ultime notizie in suo possesso “non è più in stato di detenzione a Dubai, ma non può lasciare il Paese perché gli è stato ritirato il passaporto”.
Sono “almeno 9 i soggetti ricercati dalle autorità giudiziarie italiane – condannati o rinviati a giudizio per reati come l’associazione mafiosa, il concorso esterno, il narcotraffico, il riciclaggio e la frode fiscale – che si trovano tra Dubai e Abu Dhabi: da oggi l’Italia potrà chiederne ufficialmente l’estradizione”, ha spiegato Davide Mattiello, ex deputato Pd che nella scorsa legislatura da componente delle commissioni Giustizia e Antimafia, ha fatto una battaglia per la ratifica del trattato. Questo via libera colma “un vuoto che fino a oggi aveva impedito alla giustizia di fare il suo corso”.