Le legge che regola l’elezione dei consiglieri all’interno del Csm sarà cambiata. A ribadire quanto già contenuto nel contratto di governo siglato dal M5s e dalla Lega è il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede. Che apre anche alla possibilità di sorteggiare i componenti togati di Palazzo dei Marescialli tra i magistrati. “È scritto nel contratto di governo che si vuole pensare e ipotizzare un sistema elettorale per il Csm che possa combattere il fenomeno del correntismo. In questa intenzione credo di avere il consenso di gran parte dei magistrati e secondo me è sacrosanto portare avanti una battaglia di questo tipo. All’interno delle ipotesi di possibile sistema elettorale ci sono quelle che prevedono una fase di sorteggio, non integrale“, ha detto il guardasigilli a Catania ai lavori del Congresso nazionale forense. “Sappiamo – ha aggiunto Bonafede – che non è possibile e nemmeno auspicabile un sorteggio integrale, prevederebbe una riforma della Costituzione, e quindi stiamo sicuramente studiando un sistema elettorale. Lo faremo non contro qualcuno ma a favore di tutti quei magistrati che ogni mattina lavorano seriamente per il buon funzionamento della giustizia, lo fanno nelle mille difficoltà in cui sono stati abbandonati nel corso degli anni da parte dei governi. Secondo me dare un segnale di questo tipo è fondamentale”.
Il 18 settembre scorso una delegazione di magistrati era andata in via Arenula per sottoporre al ministro della giustizia un appello dal titolo eloquente: “La liberazione del Csm dalle correnti“. Un testo sottoscritto da centosei magistrati nel luglio scorso, proprio nei giorni in cui venivano eletti i consiglieri togati di Palazzo dei Marescialli. Nell’appello si proponeva proprio l’utilizzo del sorteggio preliminare per individuare i consiglieri togati. La parole di Bonafede, però, hanno scatenato le sigle di categoria, a cominciare dall’Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, che bolla la proposta come “incostituzionale. Nessuna compagine democratica e rappresentativa può essere scelta affidandosi al bussolotto o alla dea bendata, neanche gli organi più semplici, neanche i rappresentanti di classe degli alunni, figuriamoci un organo a rilevanza costituzionale come il Csm. Si eviti di percorrere questa strada perché le conseguenze negative per il sistema giudiziario sarebbero enormi. Non sono queste le riforme che servono per migliorare il servizio ai cittadini”, dice il presidente Francesco Minisci.
Contraria alla proposta è anche Magistratura Indipentente, la corrente di destra delle toghe. “Sicuramente si può discutere di riforma del sistema elettorale del Csm per eliminare le degenerazioni del correntismo e per modificare l’attuale legge elettorale che indubbiamente presenta alcune criticità. Manifesto però contrarietà al sistema del sorteggio in primis perché contrario alla Costituzione che parla di componenti eletti e non sorteggiati e poi perché contrario alla natura ed alle funzioni del Csm organo di rilevanza costituzionale e non meramente amministrativo”, dice il segretario generale Antonello Racanelli.”Personalmente – aggiunge – non sarei invece contrario ad un’ipotesi di sorteggio per la Sezione disciplinare che è un organo giurisdizionale e nel nostro ordinamento abbiamo già esempi di questo tipo, basti pensare al Tribunale dei Ministri“.
Il sorteggio non piace neanche ad Area, che invece è considerata corrente di sinistra della magistratura. “Da sempre chiediamo una riforma elettorale del Csm, ma in senso contrario al sorteggio, che è un rimedio peggiore del male“, dice il presidente Maurizio Carbone che considera il sorteggio come una “scorciatoia“, una soluzione “demagogica“. “Aspettiamo di vedere quali saranno le proposte concrete del ministro finalizzate a combattere il fenomeno del correntismo, contro il quale da tempo siamo impegnati. Sorpresi constatiamo che il ministro Bonafede si sia riferito ad un intervento sul sistema elettorale vigente, del quale da tempo abbiamo denunciato le criticità, proprio nel momento in cui si è addivenuti all’elezione di un vicepresidente con il voto determinante della maggioranza dei componenti togati”, dice Roberto Carrelli Palombi, segretario di Unicost, la corrente di centro delle toghe, che assieme a Magistratura Indipendente ha sostenuto l’elezione di David Ermini. Il riferimento di Palombi è proprio per l’elezione del parlamentare del Pd a vicepresidente di Palazzo dei Marescialli. Sulla quale è tornato lo stesso Bonafede. “Ho sostenuto semplicemente che, essendoci su otto membri laici soltanto un parlamentare eletto in questa legislatura, se i togati hanno ritenuto di individuare proprio in lui la guida sostanziale del Consiglio superiore della magistratura, vuol dire che hanno deciso di continuare a creare un legame con la politica o quanto meno di non cogliere l’occasione di avere un vicepresidente del Csm che fosse libero da dinamiche di partito, qualunque sia il partito”.