Il Coordinamento dei pellegrinaggi italiani: "Non è solo una questione religiosa, ma di tutela dei diritti dei più fragili. E' una continua azione di scoraggiamento". La testimonianza di monsignor Angelino, presidente dell'Opera trasporto ammalati: "Ogni volta le ferrovie francesi hanno scusa diversa e anche il servizio di Trenitalia è sempre più scadente"
Malati trattati come merci. Viaggi infiniti, lunghi anche 10 ore più del previsto, inframezzati da lunghe soste sotto il sole. Oppure treni fermati alla frontiera e poi rispediti indietro. E’ l’odissea che le ferrovie francesi offrono ai pellegrini che vogliono raggiungere Lourdes. Persone con disabilità gravi, costrette a letto e per esempio alla respirazione artificiale, che hanno nei treni l’unica possibilità per raggiungere il santuario mariano. E che ora, spesso, sono costrette a rinunciare alla loro unica occasione di speranza, ma anche solo di uscire dagli istituti e dalle case dove vivono. La denuncia arriva dal Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani che chiede alle autorità politiche e istituzionali di intervenire, perché in gioco “non c’è semplicemente una questione religiosa, ma la tutela dei diritti delle persone più deboli”. “Siamo passati dalle 11-12 ore di viaggio di una decina di anni fa alle 30 ore necessarie oggi”, testimonia a ilfattoquotidiano.it monsignor Paolo Angelino, presidente generale di Oftal, Opera federativa trasporto ammalati Lourdes. Lui che accompagna i pellegrini in questi viaggi, racconta di “soste interminabili in stazioncine in mezzo alla campagna” che le ferrovie francesi giustificano ogni volta con una scusa diversa: “Prima era per via dei lavori di manutenzione, poi di adeguamento. Ultimamente per questioni di personale di servizio”, racconta monsignor Angelino.
Così i tempi si sono dilatati, peggiorando anno dopo anno, fino a diventare “improponibili per dei malati. Persone allettate che hanno bisogno di essere ripulite e cambiate, più di una volta se il viaggio dura 30 ore”, spiega il presidente Oftal. E sono proprio i malati più gravi a dover sopportare questo trattamento, perché impossibilitati a scegliere altre vie, come il bus o l’aereo. “Per molti di loro il viaggio di Lourdes è l’unica occasione, non solo di speranza, ma anche semplicemente per uscire dalle loro strutture. È un avvenimento che desiderano e sognano per un anno intero”, afferma monsignor Angelino. “Ma – spiega – dovendo affrontare difficoltà immani, per alcuni fisicamente impossibili da sostenere, sono costretti a malincuore a rinunciare”.
A preoccupare ulteriormente Cnpi sono state alcune notizie, poi smentite, circa la possibile soppressione del servizio di treni speciali per Lourdes da parte di Trenitalia, con lo scopo di destinare quei convogli al potenziamento della rete lombarda dei pendolari. La diminuzione delle prenotazione dei viaggi di pellegrinaggio potrebbe far credere alle ferrovie italiane che questo tipo di servizio non sia più necessario. Il Cnpi ha quindi voluto raccontare i continui disagi che le associazioni incontrano nell’organizzare le trasferte e denunciare “la continua azione di scoraggiamento di questi viaggi” da parte delle Ferrovie francesi. “Comprendiamo che per Trenitalia il calo del numero di prenotazioni possa far balenare l’ipotesi di un taglio di questo servizio – si legge nel comunicato – ma ribadiamo che il ritorno almeno a tempi di percorrenza umani porterebbe a una decisa ripresa”. Inoltre, le ferrovie italiane che per questo servizio lavorano in concerto con quelle transalpine, non sono esenti da colpe, almeno stando alla testimonianza di monsignor Angelino: “Se sul versante francese c’è il problema dei tempi, anche il materiale messo a disposizione da Trenitalia sta diventando sempre più scadente”.
Fra l’altro, nonostante tutto ciò, nel corso degli anni i prezzi sono continuamente aumentati: “Rispetto a un decennio fa di circa il 30 per cento”, conferma monsignor Angelino. Tariffe che “oggi sono più che mai insostenibili”, denuncia Cnpi, a fronte di “tempi di viaggio paurosi, fermate per ore e ore in stazioni secondarie o in piena campagna transalpina sotto il sole cocente” e persone che “vengono considerate dalle ferrovie francesi meno di oggetti o cose inanimate da trasportare”. Per questo il Coordinamento dei pellegrinaggi chiede alle autorità italiane “di intervenire perché questo servizio non venga soppresso”, ma anche per garantire che “la libera circolazione delle persone, sane o ammalate che siano, venga realmente rispettata”. Altrimenti, se la situazione dovesse andare avanti di questo passo, ben presto le associazioni saranno costrette a selezionare, a scegliere il tipo di malato che si può portare a Lourdes. Così “l’unico santuario mariano dedicato a loro e alle persone con maggiori difficoltà rischierà di morire”.