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Manovra, Tinagli: “Di Maio chiarisca. Con taglio vitalizio Cirino Pomicino non paghi neppure lo stipendio di Casalino”

Critiche durissime dell’economista Irene Tinagli, ex deputata di Scelta Civica e del Pd, sulla manovra economica del governo Conte. Ospite di Omnibus (La7), Tinagli commenta: “A me una cosa che preoccupa molto è la crescita, per la quale sono necessari lavoro e imprese, ma in merito c’è pochissima traccia nella manovra. Il 95% di tutto quello che si è sentito dire è composto da due grandi misure: il superamento della Riforma Fornero, che assorbirà 8 miliardi quest’anno, e il reddito di cittadinanza. Nessuna delle due misure ha a che fare con la crescita e il rilancio delle imprese, della produttività e del lavoro. Quindi” – continua – “non è chiaro dove si troveranno le risorse per fare investimenti. Potrebbero essere trovate nei famosi tagli. E io sono molto sorpresa dalla vaghezza con cui sono affrontati in particolare dal ministro Di Maio, il quale, fin dall’inizio della campagna elettorale, aveva promesso e garantito che loro già avevano una lista di voci da tagliare per un ammontare di 30 miliardi”.
E rincara: “Di Maio è andato in giro a dire a tutti che sapevano dove tagliare, il che era comprensibile, visto che i 5 Stelle sono stati 5 anni all’opposizione e quindi il tempo per pensarci ce lo avevano. Invece, adesso questa lista di voci da tagliare è scomparsa. Anche l’altra sera da Giletti, Di Maio, alla domanda sui tagli e sulle risorse, ha nuovamente tirato fuori il taglio del vitalizio a Paolo Cirino Pomicino. Ora, capisco che per loro il taglio dei vitalizi è un punto importante, ma col taglio del vitalizio di Cirino Pomicino non paghi neppure lo stipendio di Rocco Casalino”.
Poi aggiunge: “Di Maio deve capire che ci deve dare qualche informazione un po’ più dettagliata su come pagare il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. A me preoccupa che a distanza di mesi dalla formazione del governo stiamo ancora a Cirino Pomicino. Non è accettabile. Bisogna che ci diano più elementi per il Paese, anche perché gli 8 miliardi per il superamento della riforma Fornero valgono ora, ma a regime ce ne vorranno 15. E loro hanno detto che tra due anni faranno meno deficit. Quindi, la situazione è molto complicata”.
Francesco Verderami, cronista del Corriere della Sera, osserva: “E’ evidente che questa operazione sia una grande volata verso le elezioni europee. D’altronde l’onorevole Boccia potrebbe parlarci di quello che furono gli 80 euro del governo Renzi proprio in vicinanza delle elezioni europee”.
Non hanno portato bene”, commenta in modo lapidario il deputato Pd, Francesco Boccia.