Giustizia & Impunità

Mimmo Lucano: “Anche il gip lo ha detto: il mio è un reato di umanità. Nessun regolamento forzato”

Ha risposto per tre ore davanti al gip di Locri l sindaco di Riace arrestato due giorni fa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione all’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Al giudice Domenico Di Croce, che per per il primo cittadino simbolo dell'accoglienza ha disposto i domiciliari, ha dato la sua versione dei fatti. L'avvocato non ha presentato un'istanza di attenuazione della misura cautelare perché ricorrerà direttamente al Tribunale del Riesame

Ha risposto per tre ore davanti al gip di Locri Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato due giorni fa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione all’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Al giudice Domenico Di Croce, che per per il primo cittadino simbolo dell’accoglienza ha disposto i domiciliari, ha dato la sua versione dei fatti. “Non ho nulla da nascondere, quello che so lo dirò. Tutto” aveva detto prima di entrare, davanti al Tribunale di Locri, ai cronisti. L’avvocato non ha presentato un’istanza di attenuazione della misura cautelare perché ricorrerà direttamente al Tribunale del Riesame. Una volta terminato l’interrogatorio, l’amministratore simbolo dell’accoglienza degli stranieri ai giornalisti ha ripetuto quello che pensa: “Anche il gip lo ha detto: il mio è un reato di umanità. Non ho mai guadagnato, né preso soldi da alcuno – ha aggiunto – A chi voleva darmeli ho sempre detto di devolverli in beneficenza. A Riace sono stati usati soldi pubblici solo per progetti relativi ai migranti e per alleviare sofferenze – ha detto ancora il sindaco di Riace – opportunità di lavoro e di integrazione o dare una vita migliore a perseguitati o richiedenti asilo”.

di Lucio Musolino

Lucano è entrato anche nel merito di quelle che sono state le risposte al magistrato: “Io non ho forzato nessun regolamento. Non ho nulla da nascondere. Credo che salvare le persone dalla strada sia fare il sindaco” nel migliore dei modi. “Ognuno può pensarla come vuole sulla questione ma la vicenda è assurda. Io la Costituzione italiana la rispetto più di altri, la prima regola è di avere rispetto per la dignità degli esseri umani, gli essere umani non hanno colore della pelle, non hanno nazionalità, sono esseri umani, tutti uguali con nessuna differenza”. Sulle contestazioni l’indagato dice che si è trattato “solo di un matrimonio, ma non è stato combinato. Abbiamo fatto le pubblicazioni, come in tutte le cose regolari. Mi sembra una cosa assurda, c’è stato un passaggio del gip che dice ‘purtroppo è un reato di umanità”. 

Per quanto riguarda l’altra accusa, quella sull’affidamento della raccolta dei rifiuti, Lucano nel corso dell’interrogatorio ha spiegato la sua versione dei fatti: “Ho deciso di affidare il servizio a due cooperative per liberare le strade di Riace dall’immondizia e, soprattutto, per non fare cadere il servizio nelle mani delle ecomafie” ha spiegato il primo cittadino del comune calabrese. Che poi ha aggiunto: “Posso affermare di avere preso quella decisione in tutta tranquillità e serenità, a differenza di quanto invece succede in altri comuni. Sono stato arrestato – ha detto ancora il sindaco di Riace – per un reato di umanità“.

Il gip, pur disponendo gli arresti domiciliari, non ha accolto la gran parte delle accuse della Procura di Locri; non ha riconosciuto l’associazione a delinquere, l’abuso d’ufficio, la truffa aggravata, la malversazione. Anche se nel provvedimento ha bollato Lucano come una persona che “vive oltre le regole” pur riconoscendo che non c’è stato un arricchimento né suo né delle associazioni che ricevevano i soldi destinati alla gestione dei migranti che arrivano in Italia e diventano ospiti di Sprar (servizio per i richiedenti asilo gestito dai comuni) e Cas (centri di accoglienza straordinaria) Anzi il giudice, nelle 132 pagine di ordinanza a fronte di circa 1000 di richiesta, smonta gran parte dell’inchiesta parlando di congetture, errori procedurali, inesattezze.

L’indagine, durata un anno e mezzo e fondata su intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre che sull’acquisizione di diversi atti amministrativi, scrive il giudice, ha prodotto una “corposa istanza coercitiva” da parte del pm. Che però si è limitato ad un “acritico recepimento” delle “conclusioni raggiunte all’esito di una lunga attività della Gdf di Locri”. Il procuratore di Locri, Luigi D’Alessio, al fattoquotidiano.it ha spiegato che sotto indagine non c’è il modello Riace ma gli illeciti, che secondo la procura, sarebbero stati commessi da Lucano. 

Intanto sul fronte della solidarietà e gli attestati di stima nei confronti di Lucano arriva un appello del sindaco di Cerveteri (Roma) Alessio Pascucci. D”opo l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, nella mia veste di sindaco di Cerveteri e di coordinatore nazionale di Italia in Comune, ho deciso di autodenunciarmi per lo stesso reato: – fa sapere in un comunicato – se serve la disobbedienza civile di un sindaco per mettere in pratica la solidarietà e l’accoglienza ci dichiariamo tutti colpevoli e complici e invito tutti i primi cittadini impegnati in difesa dei valori della Costituzione italiana a seguire questa strada”. “Fermo restando la nostra fiducia nei confronti della Magistratura – sottolinea -, il sindaco di Riace ci sembra la vittima sacrificale sull’altare del salvinismo che vuole attaccare un modello di integrazione vincente, sperando di macchiarlo e rovinarne l’esempio che ha dato in questi anni in Italia e nel mondo”. “Quell’isola felice che è Riace, in cui vivono in perfetta sintonia popoli e culture differenti, non può essere sporcata pubblicamente tacciandola di un reato come quello dell’immigrazione clandestina che solitamente colpisce gli scafisti che lucrano sulla pelle dei migranti – osserva -. Invito tutti i sindaci che come Mimmo Lucano credono nell’accoglienza ad autodenunciarsi e a rendere pubbliche tutte le iniziative che hanno messo in campo a favore dell’accoglienza e dell’integrazione“.