L'ex portavoce e ora senatore ha ufficializzato la sua corsa e quindi sfiderà Nicola Zingaretti. Ambienti vicini all'ex segretario garantiscono che si è mosso in autonomia, ma la sua decisione potrebbe attirare i favori di molti dell'area. "Vorrei ripartire", ha esordito, "dai nomi dei tanti giovani impegnati, dagli amministratori in prima linea. Sono stanco di sentir dire che non abbiamo giovani né classe dirigente. Il partito non può più essere quello dei figli di"
C’è un secondo candidato alla segreteria del Pd: dopo Nicola Zingaretti, è stato il senatore Matteo Richetti a ufficializzare la sua candidatura. Come specificato da ambienti renziani, l’ex-portavoce democratico ed ex fedelissimo di Matteo Renzi si è mosso in autonomia ed è partito già da alcuni mesi con la creazione di un progetto alternativo. Era infatti il 7 aprile quando ha organizzato a Roma “Harambee“, un evento che lui annunciò con l’obiettivo di smuovere dal “trauma” post sconfitta del 4 marzo e che venne interpretato come il primo passo verso la candidatura a leader. Richetti non è però il candidato di Renzi. “Se c’è una cosa che mi ha sempre visto in sintonia con Renzi è che quando ci si mette in gioco lo si fa senza chiedere il permesso”, ha detto nell’intervista in cui ha lanciato la sua candidatura. E durante la diretta Facebook con i suoi sostenitori ha risposto: “Se l’ho tradito? Ma tradire che significa?”. La mossa di Richetti complica ancora di più le cose per l’area che fa riferimento all’ex-segretario. Toglierebbe voti, insomma, ad un eventuale candidato renziano. Che ancora non c’è. Del resto il congresso non è ancora partito e tra i democratici (non solo vicini all’ex-premier) molti coltivano ancora l’obiettivo di rinviarlo a dopo le europee.
“Ci rivolgiamo a tutti quelli che al Pd hanno dato le spalle”, è stato l’esordio di Richetti in una diretta Facebook in cui ha annunciato la sua candidatura non senza difficoltà tecniche, “vogliamo rompere questo circuito un po’ chiuso e autoreferenziale e fare del Pd la porta di accesso alla politica cui tutti hanno accesso. Molti si chiedono, chi c’è con Richetti? Io dico, stiamoci noi. Spero tanti amici, anche persone già impegnate”. Quindi ha continuato: “Io non faccio una campagna contro le persone, noi faremo una campagna elettorale diversa, proporremo un partito diverso, una politica diversa. Questa candidatura non è contro nessuno”. Richetti ha poi parlato di Zingaretti: “Qualcuno dice che in Campania si riparte da De Luca. Lo rispetto, ma io mi lascio De Luca alle spalle in Campania. Vorrei ripartire dai nomi dei tanti giovani impegnati, dagli amministratori in prima linea. Sono stanco di sentir dire che il Pd non ha giovani né classe dirigente. Il partito non può più essere quello dei figli di…”. A questo proposito, il senatore Pd ha anche annunciato di aver chiesto a Federico Arienza, capogruppo Pd al comune di Napoli, “di essere il portavoce della mozione che scriveremo insieme”.
Richetti non ha eluso il tema Renzi, rispondendo a una domanda di un utente: “Ho tradito Renzi? Ma tradire che significa? Ero fianco a fianco nel cambiamento e nelle risorse. Ora non so cosa farà Matteo nel Congresso, è una decisione sua e qualunque decisione prenderà è da rispettare. Ma il problema non è fare il candidato di qualcuno ma per qualcosa”. Il senatore dem ha aggiunto: “Quando Matteo, e io insieme a lui, diceva di fare i talent scout nel Paese io ci ho creduto. Ma qualcuno ha fatto qualche incontro sbagliato se penso alla fisionomia che ha preso il partito”. Richetti ha ringraziato il segretario Maurizio Martina (“Va ringraziato per la gestione di questi mesi, sta facendo un lavoro importante”) e ha parlato del ‘suo’ Pd: “Finchè il Pd resta dentro una posizione notarile, quella del ‘facciamo la media delle posizioni di tutti’, non va. Serve una cultura politica da costruire. Torniamo a essere noi il punto di riferimento. Scriviamo insieme le idee, un progetto innovativo, corale e riformista con umiltà, mitezza e determinazione. Mettiamoci in discussione, nel Pd hanno tutti accesso? Riformare il partito è la priorità, ma questo non si fa con i numeri delle tessere”.