Lo ha deciso il gup di Milano, Giovanna Campanile, che ha archiviato l’accusa il procedimento legato al maxi appalto per la Piastra dei Servizi dell'Esposizione Universale. In un altro filone del procedimento il primo cittadino è a processo per falso ed è stato invece prosciolto dallo stesso gup dall’accusa di abuso d’ufficio
Giuseppe Sala non è colpevole di turbativa d’asta. Lo ha deciso il gup di Milano, Giovanna Campanile, che ha archiviato l’accusa il procedimento legato al maxi appalto per la Piastra dei Servizi di Expo che era stata contestata, tra gli altri, al sindaco del capoluogo lombardo. A chiedere che le accuse per l’ex commissario unico per l’Esposizione universale fossero archiviate erano stati i procuratori generali Massimo Gaballo e Vincenzo Calia
In un altro filone del procedimento il primo cittadino è a processo per falso ed è stato invece prosciolto dallo stesso gup dall’accusa di abuso d’ufficio. In questo caso la procura ha fatto ricorso in appello. L’archiviazione dalla turbativa d’asta, oltre a Sala, difeso da Salvatore Scuto e Stefano Nespor, riguarda l’ex manager di Ilspa Pierpaolo Perez, assistito dall’avvocato Giovanni Briola, l’ex dg Ilspa Antonio Rognoni e Carlo Chiesa, ex responsabile unico del procedimento Piastra.
L’aver ‘stralciato’ dal maxi appalto per la Piastra dei Servizi di Expo la “fornitura” delle cosiddette “essenze arboree“, ossia il ‘verde‘ da mettere nel sito espositivo, non ha creato alcun “ingiusto vantaggio o danno per alcuno dei concorrenti”. Quello “scorporo” della fornitura, chiarisce il gup, “è stato utilizzato per rientrare nell’importo complessivo dell’appalto, che appariva inidoneo a coprire i costi dell’opera, senza che questo possa costituire in alcun modo turbativa, non derivando da questa operazione ingiusto vantaggio o danno per alcuno dei concorrenti”. E “in assenza di discriminazione nei confronti di alcuno dei concorrenti”, conclude il gup, non c’è reato.
Nel dicembre 2017, quando avevano chiesto l’archiviazione per Sala e per gli altri tre manager, i sostituti pg avevano stabilito che non si era “verificata alcuna turbativa neppure potenziale della gara” sulla Piastra, quando dall’appalto era stato scorporato il capitolo sul ‘verde‘, anche perché non era stato “avvantaggiato alcuno dei concorrenti“. Rileggendo gli stessi atti, però, la procura generale aveva contestato a Sala l’abuso d’ufficio per l’affidamento diretto, senza gara, alla Mantovani spa della fornitura di seimila alberi, una parte del capitolo ‘verde’. Accusa quest’ultima, tuttavia, poi ‘cancellata‘ dal gup dopo l’udienza preliminare, anche se i pg hanno fatto ricorso in appello. Su quest’ultimo filone deve ancora essere fissata un’udienza.
La difesa di Perez, rappresentata dal legale Giovanni Briola, spiega di aver “sempre creduto nell’innocenza” dell’ex manager Ilspa e che il giudice ha certificato, accogliendo la linea difensiva, che “non ci fu alcuna alterazione della gara“. I pg, in un primo momento, avevano contestato la turbativa sulla gara indetta nel 2011, perché non era stato modificato il prezzo della gara “nonostante lo stralcio della fornitura di essenze arboree”. Il gup, però, valorizza la testimonianza di un ingegnere incaricato dell’audit esterno su Expo, il quale ha chiarito che “la possibilità di mantenere costante il prezzo a base di gara modificando le singole voci” era “tecnicamente possibile, stante la mancanza a monte dello specifico quadro tecnico economico dell’appalto Piastra, per cui in astratto parti di opere potevano essere incluse o escluse dall’appalto, limitandosi a garantire il rispetto della somma” della base d’asta.