L’ultima volta che la famiglia ha avuto sue notizie era il 29 settembre, mentre era in viaggio in Cina. Poi di lui si sono perse le tracce. Per questo, secondo fonti giudiziarie francesi, è stata aperta un’inchiesta a Lione per capire che fine abbia fatto Meng Hongwei, presidente di Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia criminale. Il quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post, citando fonti locali, riporta che l’uomo sarebbe stato messo sotto indagine dalle autorità di Pechino. L’Interpol: “Non è un nostro problema”.
L’uomo, 64enne di origini cinesi, si trovava in viaggio nel suo Paese d’origine ed è rimasto in contatto con la famiglia fino a una settimana fa, quando poi nessuno ha più avuto sue notizie. A denunciare la scomparsa del presidente di Interpol, in carica dal 2016 e che vedrà scadere il proprio mandato nel 2020, è stata proprio la moglie, anche lei residente a Lione, dove si trova il quartier generale dell’organizzazione. A quasi sette giorni dal suo ultimo contatto con i parenti, le autorità giudiziarie hanno deciso di aprire un’indagine alla quale è seguita, dopo poche ore, l’indiscrezione del South China Morning Post: “Hongwei è stato portato via non appena è atterrato in Cina”, si legge.
Presto sono anche arrivate le sintetiche dichiarazioni dell’Interpol attraverso una breve nota: “È un problema delle autorità competenti in Francia e in Cina – si legge nel documento dove il quartier generale conferma di essere a conoscenza della notizia – Il Segretario Generale è il funzionario a tempo pieno dell’Organizzazione responsabile per la gestione quotidiana di Interpol. Il quartier generale non commenterà ulteriormente”.
Hongwei, prima di coprire l’attuale carica, era un dirigente del Partito Comunista cinese e ha ricoperto la carica di viceministro responsabile per la sicurezza pubblica. Un passato, il suo, che, quando venne nominato presidente di Interpol, scatenò le critiche di alcune organizzazioni non governative impegnate nella difesa dei diritti umani.