La Boschi finalmente le ha uscite*! – da Il Fatto Quotidiano #boschi #maxim Maria Elena Boschi #natangelo
Blog - 5 Ottobre 2018
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- 14:15 - Lavoro, Consulcesi: su ferie non godute Corte Ue ribadisce diritto al risarcimento
Roma, 29 nov. (Adnkronos/Labitalia) - Le ferie non godute non vanno perse: lo conferma ancora una volta la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che con l’ordinanza del 24 luglio 2024 (C-689/22) ha riaffermato il diritto dei dipendenti pubblici, in particolare del Servizio Sanitario Nazionale, a ricevere un indennizzo economico. Consulcesi, da sempre al fianco dei professionisti della sanità, ha già ottenuto oltre 310mila euro di risarcimenti e invita tutti gli interessati a un webinar gratuito per approfondire diritti e procedure.
Per approfondire questi aspetti, analizzare le opportunità da cogliere e le difficoltà che possono incontrare i professionisti sanitari, Consulcesi ha organizzato un webinar gratuito che esplorerà l’importanza del riconoscimento economico delle ferie non godute per i dipendenti pubblici. All’evento, che si terrà online il prossimo 10 dicembre alle ore 12.30, parteciperanno esperti legali e responsabili del settore per fare il punto sulle novità normative, sui diritti dei lavoratori e sulle strategie per ottenere l’indennizzo spettante.
Gli esperti spiegheranno dunque qual è l’iter da seguire per richiedere la monetizzazione e sfateranno alcune interpretazioni errate della normativa italiana. Il webinar proporrà inoltre un’analisi dei doveri del datore di lavoro, delle condizioni legali per la richiesta e delle scadenze entro cui agire, chiarendo gli oneri di prova e i limiti temporali del diritto alla monetizzazione. In aggiunta verranno presentati strumenti fondamentali, a disposizione di tutti i professionisti sanitari, come un Tool di facile utilizzo che calcola automaticamente l’indennizzo dovuto per i giorni di ferie non goduti, semplificando così il processo di rivendicazione, e due moduli facsimile utili ad attivare la richiesta con la propria Azienda.
L’ordinanza C-689/22, l’ultima in ordine di tempo, della Corte di Giustizia Ue è in linea con la sentenza del 18 gennaio 2024 (C-218/22) e con un orientamento consolidato da oltre un decennio. Nel corso degli anni, Consulcesi ha ottenuto molteplici vittorie su questo fronte, e non tutte in fase processuale.
Diverse aziende hanno infatti preferito attivarsi subito per trovare una soluzione transattiva non appena ricevuta la notifica del ricorso attivato dai legali Consulcesi, e dunque prima ancora di partecipare all’udienza di comparizione davanti al giudice del lavoro, in modo tale da evitare di andare incontro a una sconfitta certa. In virtù di questo know how sviluppato in decenni di supporto legale ai professionisti sanitari, gli indennizzi ottenuti da Consulcesi in favore dei propri assistiti sulla questione delle ferie non godute ammontano a oltre 310mila euro.
Consulcesi Club offre un'ampia gamma di servizi per supportare i professionisti sanitari, con un focus particolare sulle ferie non godute. Coloro che hanno lavorato con il Servizio Sanitario Nazionale e presentano un residuo di ferie non godute possono accedere a una consulenza legale gratuita per valutare la monetizzazione delle ferie e calcolare il credito potenzialmente reclamabile.
- 13:59 - Valentine Debord: "Su automotive ritardo di dieci anni, Stellantis investa in ricerca e sviluppo"
Milano, 29 nov. (Adnkronos) - La crisi che sta subendo il settore dell’automotive a livello europeo, soprattutto la Germania, è dettata dal fatto che “si producono grandi auto che però non corrispondono alla domanda di mercato”.
La sfida per i gruppi come Stellantis o Renault è quella di mantenere in Europa lo sviluppo e la ricerca sulla tecnologia per l’elettrico e le batterie in modo “da non dover solo importare quanto prodotto dalla Cina”.
Un problema di “consumi e acquisti” dettato anche da “un ritardo rispetto ai suoi concorrenti asiatici di dieci anni che dobbiamo recuperare aiutando i settori della ricerca e dello sviluppo a essere più uniti” dice all’Adnkronos la vicepresidente della regione del Grand Est, Valerie Debord. Il Grand Est francese è una delle 36 Regioni facente parte dell’Automotive Regions Alliance, insieme a 9 regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria); alle quali si aggiungono altre 26 regioni europee dei più importanti Paesi del continente, fra cui Germania, Spagna e Francia. Insieme questi territori alimentano un pil pari a 5.000 miliardi di euro (superiore dell’8,7% rispetto alla media europea), il 34% del prodotto interno lordo europeo, oltre a rappresentare complessivamente 134 milioni di cittadini europei.
Questo potrebbe far sì che i prezzi diventino più bassi. Dalla Cina arrivano prodotti che non rimpiazzano quanto realizzato, ad esempio, dalla Germania, ma altri modelli che “ci fanno una forte concorrenza”. L'industria automotive è fondamentale per la prosperità dell'Europa. Il settore automobilistico dà lavoro direttamente e indirettamente a 13,8 milioni di persone, il 6,1% dell'occupazione totale dell'Unione.
2,6 milioni di persone lavorano nella produzione diretta di veicoli a motore, pari all'8,5% dell'occupazione dell'Unione nel settore manifatturiero. Inoltre, l’Unione Europea è tra i maggiori produttori mondiali di autoveicoli e il settore rappresenta il maggior investitore privato in ricerca e sviluppo. . Tra fine del 2022 e fine del 2023, il numero di autovetture elettriche a batteria è aumentato del 49% e sta per raggiungere i 4,5 milioni di veicoli. Nonostante l’aumento registrato negli ultimi anni, le autovetture alimentate con carburanti alternativi o a batteria rappresentano solo una minoranza delle nuove immatricolazioni di autovetture nell'Ue nel 2023, ancora dietro a quelle a benzina e diesel (comprese le ibride). Ciò si riflette nella quota di autovetture alimentate da carburanti alternativi tra le autovetture di nuova immatricolazione, che nella maggior parte dei Paesi è ancora inferiore al 20%. Nel 2023 il numero di autovetture elettriche a batteria nei Paesi dell'Unione ha superato 4,4 milioni, con un incremento di circa 89 volte rispetto al 2013 e di 12 volte rispetto al 2018. I tassi di incremento più elevati sono stati registrati tra il 2019 e il 2020 (85,2%) e tra il 2020 e il 2021 (77,5%).
Valerie Debord non lascia spazio a dubbi: “Abbiamo dieci anni di ritardo e dobbiamo recuperarli”.
- 13:57 - Automotive, Guidesi: "Si rischia suicidio economico da libri di storia"
Milano, 29 nov. (Adnkronos) - "Bisogna prendere atto della situazione. Chi non la vede o vuole chiudere gli occhi, rischia di essere complice di un suicidio economico che entrerà nei libri di storia".
Lo ha detto oggi l'assessore di Regione Lombardia allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, durante la conferenza stampa dell'"Automotive Regions Alliance".
"Tre anni fa - ha sottolineato Guidesi - abbiamo detto che vogliamo raggiungere gli obiettivi ambientali e questo sforzo voglio continuare a farlo".
"Chiediamo semplicemente di essere lasciati liberi di poterli raggiungere perché, in questo momento, si rischia di non raggiungerli e di vedere scomparire un intero comparto. Siamo Invece se continueremo a investire sulle aziende e le persone raggiungeremo gli obiettivi" ha poi chiosato Guidesi.
- 13:56 - Automotive, Fontana: "Lombardia si farà sentire a livello europeo"
Milano, 29 nov. (Adnkronos) - "Credo sia importante" che la Lombardia assuma la presidenza dell'Alleanza delle regioni automotive perché "è la dimostrazione di come le regioni possano e devono avere protagonismo all'interno dell'Europa".
La Lombardia infatti rappresenta "una filiera importante" fatta da 30mila aziende e 100mila dipendenti che "farà sentire la nostra voce a livello europeo". Lo ha detto oggi il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, a margine della conferenza "Automotive Regions Alliance", in corso all'autodromo di Monza.
"Credo - ha poi rimarcato Fontana - che si debbano dire le cose come sosteniamo da sempre, cioè che dobbiamo cercare di sviluppare tutte le opportunità che la scienza ci offre per poter fare delle scelte, e non limitare le scelte soltanto all'elettrico, come sta facendo l'Europa in maniera superficiale".
"Abbiamo piccole e medie di imprese di alta tecnologia, di alta innovazione, che producono soprattutto per l'esportazione. Dobbiamo tutelarle" ha poi chiosato.
- 13:47 - Sanità, Lorenzin: "Sfida maggiore è presente e futuro risorse umane"
Arezzo, 29 nov. (Adnkronos Salute) - "Ieri discutevamo della necessità di investimenti sul capitale umano. Poi, il tema rimane a tutti i livelli professionali. In questo momento la sfida maggiore è quella della gestione delle risorse umane, cioè del presente e del futuro del personale del mondo sanitario, dai medici agli infermieri alle professioni sanitarie. La domanda è come organizzarle e come gestire i cambiamenti molto rapidi. E' la filiera che si sta trasformando di più e che sta maggiormente intercettando i cambiamenti in campo, ma, al tempo stesso, anche i bisogni. Quindi, io penso che quello della formazione sia un passaggio molto importante, ma non solo. Lo è anche quello di una diversificazione delle carriere, della possibilità di avere una soddisfazione professionale e una qualità di vita professionale da tutti i punti di vista, in primo luogo remunerativa, ma anche con la possibilità di crescita all'interno della professione". Sono le parole della senatrice Beatrice Lorenzin, intervenuta nel corso del Forum Risk Management, l'appuntamento dedicato alle novità in materia di sicurezza sanitaria e trasformazione digitale dei servizi di assistenza, ad Arezzo dal 26 al 29 novembre.
"Questo lavoro - sottolinea l'ex ministro della Salute - è nell'ottica di quanto abbiamo fatto con la legge 3" del 2018, per "avere un sistema che fosse capace di migliorarsi, controllarsi, ma anche avere gli strumenti per adattarsi a ciò che già si capiva 10 anni fa, cioè che siamo di fronte ad una trasformazione velocissima di tutti i meccanismi. Un esempio è ciò che fa e farà l'intelligenza artificiale in tutte le professioni. Quindi come cambierà l'approccio dell'infermiere, ad esempio, rispetto all'intelligenza artificiale. Un altro esempio di cui si discute è l'assistenza da remoto. Quando si hanno a disposizione delle celle operatorie che possono essere gestite da remoto, con la presenza in loco di un infermiere specializzato, fa impressione. Ma questo non è il futuro, questo in alcune realtà del mondo è già presente. Pertanto, dobbiamo saper gestire queste trasformazioni, prestando attenzione a ciò che facciamo".
"Ora - prosegue la senatrice - viviamo ancora in una fase di ambiguità in cui stanno sopravvivendo delle esperienze avute con il Covid-19, ma non messe in un corretto binario, sia a livello italiano che a livello europeo. Abbiamo una questione enorme riguardante il personale che viene dall'estero, una tipologia di personale che non è formato, non è specializzato e non ha un registro proprio. Credo che sia il momento che almeno queste persone, in questa proroga che doveva essere di emergenza, vadano catalogate da qualche parte: capire se hanno un'assicurazione, se sono coperti, a chi fanno riferimento e quale sia l'Ordine di appartenenza. C'è tutta una questione riguardante l'organizzazione più complessa delle trasformazioni che abbiamo in campo, che non può essere applicata alla giornata. E d'altra parte non possiamo neanche avere infermieri di serie A e di serie B, dove quelli di serie A sono laureati formati in Italia e in Europa, mentre quelli di serie B non si sa da dove provengano. Abbiamo un serio problema sull'assistenza".
"Ritengo, senza fare cose demagogiche - continua Lorenzin - che ci siano aspetti da affrontare e mettere in ordine, poiché il disordine può essere stato giustificato durante il Covid-19, dove c'era una situazione di oggettiva emergenza, ma oggi, dopo un'azione emergenziale, non può diventare strutturale con le stesse modalità dell'emergenza. Si può anche decidere che in questo mercato globale delle competenze, dove mancano le persone, si possa essere attrattivi, ma è necessario essere attrattivi sulla qualità, non esportare persone con alta qualità e importarne con bassa. Questo è un serio problema che va affrontato".
La senatrice conclude il suo intervento parlando del piano delle competenze europee. "Se immaginiamo che non abbiamo ancora uniformità sui diplomi e sulle lauree - osserva - questo è un grosso problema, perché in un mercato dove manca competenza avere un'uniformità del livello di riconoscimento delle lauree, almeno nel mercato europeo e quindi all'interno degli Stati europei con alti standard riconosciuti fra di noi, questo è un elemento di qualificazione che è un elemento di mercato unico europeo. Quindi, noi abbiamo queste partite difficili, perché la carenza di personale è una carenza in tutta Europa, non solo in Italia, che dobbiamo provare a mettere in ordine sia dal punto di vista dei regolamenti europei, sia dal punto di vista dell'ordinamento italiano, permettendo agli Ordini che sono nati di fare un lavoro importante di vigilanza, formazione, ma anche di capacità di rinnovamento, che è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore".
- 13:41 - Sanità, Costa (Veneto): "Assistente infermieristico completa filiera assistenziale"
Arezzo, 29 nov. (Adnkronos Salute) - "La figura dell'assistente infermieristico è una figura di operatore di interesse sanitario che può completare la filiera assistenziale, quindi Oss" cioè operatore socio-sanitario, "assistente infermiere e professionista infermiere che rimane responsabile dell'assistenza infermieristica. Il tema della carenza di infermieri è un tema internazionale e nazionale, che riguarda anche il Veneto". E' quanto dichiarato da Claudio Costa, direttore Risorse umane del Servizio sanitario regionale del Veneto, in occasione del Forum Risk Management, l'appuntamento dedicato alle novità in materia di sicurezza sanitaria e trasformazione digitale dei servizi di assistenza, ad Arezzo dal 26 al 29 novembre.
Costa spiega la strategia adottata dalla Regione Veneto per colmare la carenza di personale infermieristico: "Abbiamo approvato, lo scorso mese di agosto, un piano straordinario per affrontare la carenza di personale, in particolare infermieristico. L'idea è che l'assistente infermiere possa occupare un'area delle cure di base, attualmente gestite direttamente dall'infermiere, per liberare tempo allo stesso infermiere e permettergli di occuparsi di competenze più affini alla sua figura: competenze alte di presa in carico, di educazione, di empowerment e di affiancamento del caregiver".
- 13:37 - Sanità, Mangiacavalli (Fnopi): "Nuove specializzazioni per infermieri ancora più qualificati"
Arezzo, 29 nov. (Adnkronos Salute) - "Ci aspettiamo un cambiamento importante finalizzato soprattutto a qualificare ancora di più la professione infermieristica nei rapporti all'interno dell'équipe multiprofessionale, con i medici e con gli altri componenti dell'équipe. Ma soprattutto", le nuove lauree magistrali "qualificano di più le competenze infermieristiche in risposta ai bisogni dei cittadini. L'Italia è un Paese che sta invecchiando in maniera importante e non stiamo invecchiando in buona salute. I bisogni sanitari e socio sanitari sono sempre più complessi, sempre più articolati. C'è bisogno di una componente infermieristica altamente qualificata e specializzata". Così la presidente di Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche, Barbara Mangiacavalli, intervistata dall'Adnkronos Salute al Forum Risk Management che si conclude oggi ad Arezzo.
Nell'ambito della 19esima edizione del forum dedicato alla sicurezza sanitaria e alla trasformazione digitale dei servizi di assistenza, Fnopi ha organizzato oggi la sessione 'Ripensare la professione infermieristica, ripensare il Servizio sanitario nazionale'. E proprio ripensando alla professione infermieristica, nel mese di ottobre, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato la nascita delle 3 aree di specializzazione infermieristiche: in cure primarie e sanità pubblica; in cure pediatriche e neonatali; in cure intensive e nell'emergenza. "Per dare un contributo importante sia nella risposta ai bisogni dei cittadini, sia all'interno delle équipe professionali - spiega Mangiacavalli - ci siamo orientati su 3 indirizzi magistrali che sono quelli che raccolgono la maggior parte dei setting assistenziali in questo momento, soprattutto quelli più strategici: cure territoriali, cure primarie, infermieristica neonatale e pediatrica. Alla luce del grande problema demografico e dell'urgenza-emergenza, speriamo di continuare con altri percorsi specialistici sempre nella logica di valorizzare la professione, renderla più attrattiva, per fare in modo che sempre più giovani possano sceglierla perché sanno che c'è anche uno sviluppo verso un disegno di specializzazione. Ma anche per valorizzare e qualificare il contributo che gli infermieri danno al Servizio sanitario nazionale".
La presidente Mangaicavalli si sofferma poi sulla possibilità, per chi si specializzerà, di poter fare prescrizioni di tipo infermieristico: "E' connotata come prescrizione di presidi-ausili finalizzati al processo dell'assistenza infermieristica - precisa - Stiamo parlando di quei presidi assistenziali che da sempre gli infermieri utilizzano: presidi per l'incontinenza, presidi per pazienti stabilizzati, per le medicazioni avanzate. Presidi su cui gli infermieri hanno già competenze avanzate specialistiche in un processo di assistenza infermieristica in vigore da trent'anni". Gli infermieri "identificano il bisogno del paziente e l'intervento assistenziale. Nell'intervento assistenziale che devono pianificare, c'è anche l'utilizzo di presidi di ausiliari. Abbiamo completato questo percorso dopo trent'anni dalla norma perché una volta definito l'obiettivo assistenziale, la pianificazione del percorso, l'infermiere ha titolo per indicare qual è il presidio da utilizzare e può dare questa indicazione, tramite la prescrizione infermieristica, dell'utilizzo del presidio-ausilio", conclude.