L'ex carabiniere è ancora al centro di un processo per tentata concussione, per la quale in primo grado è stato già condannato a 4 anni
Un maresciallo dei carabinieri, ex capo dell’aliquota di polizia giudiziaria della Procura di Padova, è stato condannato dal tribunale collegiale del capoluogo euganeo a due anni e cinque mesi di pena per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Secondo l’accusa avrebbe approfittato del suo ruolo all’interno della Procura e, venuto a conoscenza di indagini secretate, ne aveva rivelato il contenuto agli indagati. Tra i fatti contestati c’è l’aver fatto sapere a Giancarlo Galan nel 2013 che la Guardia Finanza di Venezia stava indagando su Villa Rodella, finita successivamente al centro dell’inchiesta sul Mose.
L’ex carabiniere è ancora al centro di un processo per tentata concussione, per la quale in primo grado è stato già condannato a 4 anni. In quel contesto il maresciallo, grazie al suo ruolo di primo piano nelle indagini della Procura, secondo l’ipotesi dell’accusa, aveva fatto pressioni per favorire un amico imprenditore ad aggiudicarsi un lavoro per Arpav, promettendo all’ex direttore dell’ente una tangente. Il processo d’appello si terrà la settimana prossima.