Una nuova rottamazione, la terza, più vantaggiosa delle precedenti volute dal Pd perché le rate saranno spalmate su cinque anni. Ci sarà poi la possibilità di fare pace con il fisco per le liti tributarie di ogni grado e giudizio. In parallelo arriva l’obbligo dello scontrino elettronico, oggi facoltativo. Partirà a luglio 2019 per 260mila soggetti con giro d’affari superiore a 400mila euro e sarà allargato a tutti dal gennaio 2020, quando arriverà anche una versione aggiornata della lotteria degli scontrini introdotta dalla legge nel 2016 ma sempre rinviata. Nessuno slittamento per la fatturazione elettronica, che sarà obbligatoria tra privati dall’1 gennaio 2019. Sono i contenuti dell’ultima bozza del decreto collegato alla manovra che definisce i contorni della “pace fiscale“.
Terza rottamazione con più rate e più tempo per pagare – Il provvedimento, stando alla bozza, risulta diverso rispetto agli annunci dei mesi scorsi stando ai quali i contribuenti avrebbero potuto chiudere i conti col fisco pagando una quota ridotta del dovuto (le aliquote ipotizzate erano del 25%, 10% e 6%). Il decreto fisco prevede invece un meccanismo quasi identico a quello delle due “definizioni agevolate” del 2016 e 2017: si pagherà tutto il dovuto mentre saranno cancellate sanzioni e interessi di mora.
La relazione tecnica della bozza spiega che la nuova rottamazione avrà “un maggior appeal di circa il 70% rispetto a quello registrato per la definizione agevolata” per la maggiore estensione temporale (5 anni contro 1) e la dilazione dei pagamenti (fino a 6 mesi). Prevista la possibilità di pagare in dieci rate semestrali, al 31 luglio e al 30 novembre di ciascun anno, e sarà possibile utilizzare in compensazione, per tutti i versamenti necessari a perfezionare la definizione, i crediti non prescritti, certi liquidi ed esigibili per somministrazioni, forniture, appalti e servizi, anche professionali, maturati nei confronti della pa. Il primo versamento è previsto per il 31 luglio 2019, poi due rate a luglio e novembre per 5 anni. Se si paga a rate il tasso di interesse sarà molto ridotto: lo 0,3% contro il 4,5% delle prime due rottamazioni. In più provvedendo al versamento della prima o unica rata si potrà ottenere l’estinzione delle procedure esecutive avviate prima dell’adesione alla definizione. Il gettito è stimato in 11 miliardi in cinque anni, circa 2,2 miliardi l’anno. Si potranno sanare ruoli che riguardano Iva, Irpef, Irap, contributi Inail e Inps non versati e multe stradali assegnate all’Erario dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.
Chiusura delle liti pendenti – Ci sarà poi la possibilità di fare pace con il fisco per le liti tributarie di ogni grado e giudizio. La novità prevede che per i ruoli notificati fino al 30 settembre 2019 si possa pagare un importo pari al valore della controversia o, se l’Agenzia delle Entrate ha perso in primo o in secondo grado, un importo pari alla metà o ad un terzo della contestazione. Sarà necessario fare domanda entro il 16 maggio e pagare cinque rate trimestrali.
Fatturazione e scontrino elettronico dal 2019 – L’obbligo della fattura elettronica scatterà l’1 gennaio come previsto. In mattinata l’agenzia Ansa aveva battuto la notizia di un rinvio a luglio ma ha poi rettificato: la novità contenuta nella bozza è che da luglio 2019 scatterà gradualmente anche l’obbligo dello scontrino elettronico da rilasciare ai clienti, oggi facoltativo per i commercianti che hanno già optato per la fatturazione elettronica. All’inizio riguarderà i soli contribuenti con volume d’affari sopra i 400mila euro l’anno, dal 2020 per tutti gli altri.
Per quanto riguarda la fatturazione l’unico cambiamento è che un decreto del ministro dell’Economia di concerto con quello dello Sviluppo potrà stabilire stabiliti specifici esoneri legati al livello di connessione alla rete necessaria per la trasmissione dei dati e un’agevolazione finanziaria per l’adattamento o l’acquisto di un registratore telematico. Il 3 ottobre il direttore dell’Agenzia delle entrate Antonino Maggiore, in audizione alla commissione Finanze della Camera, aveva spiegato che “nella fase di avvio non sono emerse particolari situazioni di criticità, né dal punto di vista infrastrutturale, né dal punto di vista delle richieste di assistenza da parte degli operatori”. A giugno scorso il governo aveva rinviato di sei mesi, da luglio 2018 a gennaio 2019, l’obbligo di fatturazione elettronica per i benzinai.
Cancellato l’aumento dell’accisa sulla benzina – La bozza cancella poi l’aumento dell’accisa della benzina e degli altri carburanti che sarebbe dovuto scattare dal primo gennaio. La norma prevista da un decreto del giugno 2016 per finanziare l’agevolazione fiscale Ace (aiuto alla crescita economica) sarà sterilizzata e l’intervento coperto con il ricorso ad altri fondi. Lo prevede la bozza del decreto fiscale collegato con la manovra. La norma originaria doveva garantire 140 milioni di gettito nel 2019, 146 nel 2019 e poi nel 2020.