“Basta puzza”. Oltre 300 persone, nonostante il maltempo e la zona non proprio ben collegata, hanno risposto all’appello del Municipio III e dei comitati di residenti per partecipare alla manifestazione contro i miasmi e il malfunzionamento del tmb Ama nel quadrante Salario di Roma. In piazza molti dei residenti e delle associazioni che nel 2016 votarono in massa Virginia Raggi e il M5S alle elezioni comunali in seguito alla promessa di una immediata chiusura del sito.
L’impianto di proprietà della società capitolina dei rifiuti è al centro di una fortissima polemica per via del cattivo odore che da anni invade i quartieri Villa Spada, Castel Giubileo, Fidene e Nuovo Salario e che negli ultimi mesi si è fatto più forte, fra l’altro in coincidenza con l’aumento delle tonnellate di rifiuti indifferenziati trattati nell’impianto. Fascia giallorossa al collo, il presidente municipale Giovanni Caudo, a capo di una coalizione di centrosinistra, ha tuonato contro l’amministrazione pentastellata in Campidoglio: “Il popolo non va preso in giro, le promesse vanno mantenute. Non si può dire che l’impianto non puzza. Qui non ci sono privati o interessi di parte, qui c’è il popolo in piazza”. Presenti al sit-in residenti, lavoratori, sindacati e esponenti politici sia di centrosinistra sia di centrodestra.
Sui miasmi e sul presunto malfunzionamento dell’impianto la procura di Roma sta indagando da giugno, incrociando i dati dei carabinieri forestali con quelli dell’Arpa Lazio. In seguito alle polemiche, nei giorni scorsi il presidente dell’Ama, Lorenzo Bagnacani, ha presentato un progetto di rilevazione degli odori chiedendo all’opinione pubblica di considerare la vicinanza di un grande depuratore Acea a poche centinaia di metri dall’impianto.
“Sono anni che ci propinano questa falsità – dicono alcuni manifestanti – il depuratore puzza di fogna, questi miasmi sono altro e sono iniziati nel 2011, con l’arrivo del tmb”. “Siamo al fianco della magistratura – ha detto ancora Caudo – cui invieremo le nostre rilevazioni, basta con l’offendere i cittadini negando la puzza o la fonte della puzza. Diteci come si chiude e non diteci che state verificando se puzza o no. Faccio un appello alla sindaca Raggi e al suo ruolo di garante della salute: queste molestie e bruciori a occhi e gola per noi già bastano per rivendicare un intervento urgente. È un’emergenza e quindi vogliamo un cronoprogramma di quando e come si sta chiudendo questo impianto”.