Il vicepremier ribadisce che dopo le elezioni europee lo scenario cambierà e tutte le regole verranno ridiscusse. Per ora, sulla manovra la linea è quella del dialogo ma senza arretrare rispetto alla decisione di fare più deficit: "Ci accampiamo a Bruxelles e gli spieghiamo tutto quello che vogliamo fare"
“Ci sarà un terremoto politico a livello europeo e tutte le regole cambieranno”. Il vicepremier Luigi Di Maio in un incontro con imprenditori in Basilicata ha ribadito il concetto espresso sabato: tra sei mesi “questa Ue” sarà finita e anche i paletti sui bilanci pubblici potranno essere ridiscussi. “Sta per accadere in Europa quello che è accaduto il 4 marzo in Italia: quelli che credevano di stare tutta la vita” al governo “avranno una brutta sorpresa. Quelli che magari ci credevano” nel cambiamento, “avranno una bella sorpresa dai cittadini delle varie nazioni”.
“Il sistema mediatico e il sistema europeo”, sostiene Di Maio, “ormai hanno deciso che questo governo deve cadere il prima possibile. Ma più fanno così, più ci compattano. Siamo due forze politiche molto diverse che si sono messe insieme con un contratto di governo, ma stanno riuscendo nel miracolo di compattarci con questi attacchi continui perché dobbiamo difenderci e dobbiamo reagire, ma soprattutto dobbiamo difendere l’Italia”.
“Il deficit? Noi ne facciamo un po’ ma lo possiamo ripagare con la crescita, a differenza del passato in cui si faceva il deficit per poi prendere quei soldi e metterli o in qualche bonus elettorale o nelle banche, nei sistemi di lobby. E allora, se c’è un pregiudizio verso questo governo non abbiamo speranze, se invece c’è una volontà di dialogare con questo governo, noi siamo i primi: ci accampiamo a Bruxelles e gli spieghiamo tutto quello che vogliamo fare, gli spieghiamo i fondamentali dell’Italia. In questi giorni ho capito che i mercati vogliono molto più bene all’Italia di quanta ne voglia l’Unione Europea”.
“Non c’è nessuna volontà di uscire dall’Europa, né dall’euro”, ribadisce il leader M5s. “Però se mi chiedono di scegliere tra i ‘numerini‘ e gli italiani, io scelgo sempre i cittadini. Se devo decidere tra gente che ha un pregiudizio sull’Italia e cittadini italiani, io scelgo sempre i cittadini italiani”.