Il sindaco del comune in provincia di Reggio Calabria lancia la sfida a Rousseau con una community per la partecipazione e condivisione in rete dedicata alla sinistra. Il perno, il registro Blockchain, un registro transnazionale sicuro rodato in ambito finanziario. Ecco come funziona
Parte da Polistena, comune in provincia di Reggio Calabria, la sfida alla piattaforma Rousseau. Nasce infatti la piattaforma Berlinguer, con lo scopo di affermare i principi della sinistra, per un nuovo comunismo digitale. Ideatore del progetto è il sindaco Michele Tripodi. La parola che garantisce la partecipazione per Tripodi è Blockchain, un registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando la necessità di terze parti “fidate”. Oggi l’ambito più conosciuto è stato quello finanziario (con i bitcoin), ora tocca alla politica. Tripodi ha esaminato i limiti, secondo lui, della piattaforma Rousseau ed ha provato a creare un sistema alternativo di partecipazione collettiva sulla rete a cui possono aderire tutti, tutti quelli che ne condividono i valori fondanti.
“Abbiamo l’ambizione di guardare anche oltre le nostre idee, con una rivisitazione del manifesto comunista di Marx. Il popolo per noi deve immediatamente entrare nel governo della piattaforma e nelle scelte decisionali. La piattaforma Rosseau – afferma il sindaco di Polistena – è dirigista, capitalista, la nostra no. È differente dalle altre piattaforme on line che usano i nostri dati, ci indirizzano per un profitto. Berlinguer è un nome collettivo, è un nome su cui tutti ci riconosciamo. È l’onestà vera all’interno di questo processo. La garanzia è il sistema dei valori della piattaforma, la sua trasparenza, possibile solo con il sistema blockchain”. Alla base di tutto c’è l’esigenza di un nuovo modo di intendere la politica e avvicinare il più possibile i cittadini. Il linguaggio è cambiato e per l’ideatore della piattaforma Berlinguer è necessario che anche la sinistra utilizzi gli stessi strumenti di comunicazione dei propri avversari, “migliorandoli”. Il primo cittadino è anche l’autore del libro “Il manifesto del comunismo digitale”, dove si interroga e esplora il mondo del web e della politica.
Il sindaco di Polistena è figlio di un comunismo di vecchia data, quasi scomparso dalla scena politica italiana. Michele Tripodi è il nipote del più noto Girolamo Tripodi, Mommo per tutti, sindaco comunista per 31 anni di Polistena e parlamentare per cinque legislature, bracciante agricolo e protagonista di numerose battaglie per i diritti dei lavoratori e per la sua lotta contro le più potenti famiglie mafiose nella Piana di Gioia Tauro. Uomo moderato e deciso, scomparso pochi mesi fa, ha lasciato parte della sua eredità politica ai suoi familiari e al nipote, Michele, che di anni ne ha meno di 40 ma già una lunga storia di attivismo politico alle spalle. L’attuale sindaco di Polistena, all’indomani del risultato elettorale del 4 marzo scorso, ha deciso di lavorare a un progetto di sinistra che rimetta al centro il lavoro e ritrovi un nuovo metodo di partecipazione collettiva alla vita politica, non tanto di partito, ma di idee e valori condivisi. Un modo per fare opposizione con gli stessi strumenti degli avversari, andando anche oltre i confini regionali.
“I valori non cambiano, a mutare è solo l’organizzazione”, assicura. Tripodi ci tiene a ricordare come si mettono in pratica i valori di sinistra: Il sindaco insieme ai suoi assessori si sono decurtati il 35 per cento della propria indennità per finanziare un sussidio mensile ai giovani disoccupati del paese. I concessionari dei servizi pubblici (telecomunicazioni, società di energia elettrica, metano ecc) per ogni metro lineare che passa sotto le strade di proprietà comunale pagano 8 euro. Polistena gestisce i servizi del comune, per esempio l’acqua e i rifiuti, “così la mafia non entra”. Fra le priorità della sinistra per Tripodi c’è la sanità pubblica e il lavoro. “Non è con lo scontro ideologico sui migranti che si riaffermano i nostri principi” chiosa.