Lo studio indica che se un solo segnale venisse rivelato nel raggio di 500 anni luce dalla Terra, la nostra galassia pullulerebbe di vita e ospiterebbe almeno 10.000 civiltà aliene
La ricerca dell’intelligenza extraterrestre non si ferma e anzi, in futuro, per trovare prove dell’esistenza di civiltà in grado di mettersi in contatto con noi, gli sforzi aumenteranno. Ed è in questa ottica che un modello dell’analisi dei segnali rilevati dai radiotelescopi è stato elaborato da due ricercatori Claudio Grimaldi (Politecnico di Losanna) e Geoffrey W. Marcy (Berkeley). Indica che se un solo segnale venisse rivelato nel raggio di 500 anni luce dalla Terra, la nostra galassia pullulerebbe di vita e ospiterebbe almeno 10.000 civiltà aliene.
Descritto sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), al momento è il metodo più semplice ed economico per scoprire se oltre il Sistema solare esista una civiltà con una tecnologia simile alla nostra. “Ho applicato un teorema di probabilità, noto come teorema di Bayes, alla ricerca di possibili segnali extraterrestri tramite radiotelescopi” ha detto all’Ansa Grimaldi. Il metodo, ha aggiunto “utilizza dati raccolti dai radiotelescopi (o che verranno raccolti nel futuro) per dedurre il possibile numero di segnali extraterrestri, emessi entro la nostra galassia, che arrivano alla Terra”. La tecnica indica che rilevare un solo segnale entro il raggio di 500-1.000 anni luce da noi, ha spiegato Grimaldi, “implica che almeno una stella su un milione ospiti o abbia ospitato una civiltà tecnologica”. Estrapolando a tutta la galassia, “questo suggerisce che ci siano almeno 10.000 civiltà in tutta la galassia che emettano segnali radio”. Invece, se non vengono individuati segnali entro 40.000 anni luce da noi, allora “possiamo ragionevolmente escludere l’esistenza in tutta la galassia di civiltà che usano tecnologia come la nostra“.