Prima non è stata ricandidata dal suo partito. Poi il nuovo guardasigilli Alfonso Bonafede non l’aveva voluta al ministero della giustizia. E adesso Anna Finocchiaro ha deciso di andare in pensione. L’ex senatrice del Pd, due volte ministro – la prima con Romano Prodi nel 1996, l’ultima con Paolo Gentiloni – sarebbe dovuta rientrare in magistratura dopo un’esperienza politica lunga trent’anni. Ma ha scritto al Csm chiedendo di essere collocata a riposo. D’altra parte non fa il magistrato da 30 anni perché in politica dal 1987. La toga l’ha indossata solo per 6 anni in Sicilia, prima a Leonforte e poi a Catania, quando ancora non era in vigore la riforma del codice di procedura penale.

Nel giugno scorso che il plenum di Palazzo dei marescialli, accogliendo la richiesta del predecessore di Bonafede, Andrea Orlando, aveva destinato Finocchiaro al Dipartimento per gli Affari di Giustizia del ministero di via Arenula. Una delibera che aveva fatto discutere gli stessi consiglieri, perchè passata senza sentire il parere del nuovo guardasigilli e con il plenum che era in scadenza. A settembre era stato Bonafede a scrivere a Palazzo dei marescialli, spiegando che non avrebbe firmato quella delibera, non volendosi avvalere della collaborazione di Finocchiaro al ministero. Una scelta che ovviamente non era andata giù alla diretta interessata: “Non capisco questa sua decisione. Dopo 30 anni in Parlamento non posso tornare a fare giurisdizione attiva, i giudici che fanno politica non hanno la terzietà per rientrare nel loro ruolo”, aveva dichiarato Finocchiaro in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ricordava gli attacchi ripetuti ricevuti da Bonafede quando lei era ministro e lui deputato.
Quindi venti giorni fa l’ex parlamentare del Pd ha preso carta e penna per chiedere al Consiglio superiore della magistratura di riporre definitivamente la toga nel cassetto, indossata per la prima volta nel 1981. E tenuta sulle spalle per soli sei anni, in Sicilia, prima a Leonforte e poi a Catania. Nel 1987 Finocchiaro era andata in aspettativa dopo essere stata eletta alla Camera con il Pci: all’epoca ancora non era ancora in vigore la riforma del codice di procedura penale.

Ora la sua richiesta di andare in pensione arriva sul tavolo del nuovo Csm, guidato dall’ex Pd David Ermini, che dal suo partito si è autosospeso dopo l’elezione a vice presidente di Palazzo dei marescialli. Mercoledì prossimo è all’ordine del giorno dell’assemblea plenaria la revoca della delibera contestata da Bonafede, che impegna il Csm anche a trovare una sede per il ricollocamento in magistratura di Finocchiaro, nell’attesa che si definisca la procedura del pensionamento.

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