Il decreto Genova ha istituito l’Archivio informativo nazionale delle opere pubbliche, che proprio in questi giorni è stato illustrato dal corpo dei Vigili del fuoco presso l’Istituto superiore antincendi (Isa), all’interno del Forum Technology for All: una tre giorni dedicata all’innovazione tecnologica per i territori. C’è voluta la tragedia del Ponte Morandi perché finalmente si implementasse un serio monitoraggio delle nostre infrastrutture, costruite durante il boom economico per far fronte alla nuove e caotiche esigenze dello sviluppo di quegli anni e ora bisognose di un “tagliando” di revisione.
Spesso di fronte alle tragedie veniamo vinti dal senso di impotenza, anche perché lo sport nazionale è quello di vedere tutto nero sulle opere pubbliche, ma le moderne tecnologie possono rendere il monitoraggio diffuso una pratica fattibile e abbordabile per un grande Paese industriale come il nostro. Nel seminario, infatti, i VVF hanno dato prova di essere già in possesso di tecnologie capaci di monitorare anche i movimenti microscopici delle infrastrutture: da sistemi radar ad apertura sintetica da terra a sensori trasportati dai droni quali un LiDAR (laser scanner aviotrasportato) fino al multibeam portato da un drone acquatico per il rilievo del fondo dei fiumi.
Soprattutto, però, tecnologie entrate in uso per i soccorsi durante le emergenze da terremoto o catastrofi naturali, come ovviamente i droni per le ispezioni post evento, oppure i sistemi di prevenzione avanzata come la realizzazione di ambienti virtuali con laser scanner per meglio guidare l’intervento del vigile in caso di emergenza. Anche per quanto riguarda lo stato dei nostri beni culturali, le tecnologie forniscono risposte per impedire che casi come quelli della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma possano ripetersi.
Particolarmente interessanti, per esempio, sono stati i rilievi delle Mura Aureliane realizzati sul tratto presso la Piramide Cestia, utili a documentare e conoscere lo stato della cinta muraria romana, pianificare gli interventi e prevenire danni o crolli. Non smetteremo mai di ripetere l’ovvio: prevenire è meglio che ricostruire e costa molto meno.
L’innovazione tecnologica per il monitoraggio del territorio, dei beni culturali e delle smart city è quindi la risposta ai nostri problemi e un governo serio dovrebbe prevedere investimenti significativi nel settore. I risultati della manifestazione, immagini, video e le slide degli interventi sono online su www.technologyforall.it.