Cronaca

Genova, la protesta di commercianti e sfollati: “Siamo dietro a un muro. Aprite le strade o blocchiamo la città”

Cittadini, commercianti, sfollati. Oltre tremila abitanti della Valpolcevera, il quartiere rimasto fuori dalla città dopo il crollo del Ponte Morandi, sono scesi in piazza per chiedere fatti anziché promesse. Un coordinamento spontaneo, senza partiti e sindacati, che ha unito commercianti e sfollati: “Siamo pericolosi perché non ci faremo strumentalizzare né dal governo né dell’opposizione, vigileremo che alle promesse seguano i fatti e si sblocchi questa parte della città che sta morendo” spiega Emilio Rizzo, tra gli organizzatori della manifestazione. Il corteo ha attraversato la città fermandosi in piazza De Ferrari, dove i manifestanti hanno accolto con fischi, cori e un tentativo di “accerchiamento” il sindaco (e commissario) Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che stavano facendo il loro ingresso in Regione: “Sanità, lavoro, strade, vogliamo risposte! Fateci entrare!”. I manifestanti hanno consegnato due “regali” ai rappresentanti delle istituzioni: un fazzoletto col nodo “perché ricordi tutte le promesse fatte” e una sveglia per tutta la Regione: “perché si diano una bella svegliata”.
Una delegazione è stata ricevuta e alle 13 è previsto l’incontro con il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, questa mattina in Prefettura a Genova per un incontro bilaterale con la commissaria europea ai Trasporti, Violeta Bulc. Anche per il ministro, i manifestanti hanno pronta una “sorpresa”, un modellino di Certosa (rappresentata da un muro sotto al ponte crollato), che vogliono consegnargli, “così lo porta da Vespa la prossima volta che è ospite”. Dal giorno del crollo del ponte, questa è la prima, vera contestazione per chiedere certezze sul futuro e sul lavoro della città.