Prima i funghi ai residenti. Non è una parodia del sovranismo à la Trump (“America first!”) o dello slogan del ministro degli Interni Matteo Salvini (“prima gli italiani”). La trovata, in salsa culinaria, viene dai sindaci di alcuni comuni sulle Alpi Apuane, tra Lucca e Pistoia, che vogliono dare la precedenza ai propri concittadini nella raccolta dei funghi a discapito dei non residenti. L’ultimo a chiedere l’autorizzazione alla Regione Toscana è stato Maurizio Verona, sindaco di Sant’Anna di Stazzema, che giovedì scorso ha scritto una lettera all’assessore regionale alle Politiche forestali Marco Remaschi chiedendogli di applicare ad hoc la normativa regionale sulla salvaguardia ambientale e proibire così ai non residenti di Stazzema di venire a raccogliere i funghi nel fine settimana. “I fungaioli del sabato e della domenica sono diventati sempre più numerosi – ha scritto il primo cittadino – e stanno devastando il territorio spesso causando disagi in una zona sempre più delicata e che necessita di essere tutelata. Quindi crediamo sia giusto limitare secondo quanto prescritto dalla normativa la raccolta dei prodotti della nostra terra salvaguardando un territorio che altrimenti rischia di impoverirsi”. Non solo la lettera: la prossima settimana il sindaco Verona incontrerà l’assessore regionale Remaschi per denunciare personalmente “l’invasione” dei fungaioli a Stazzema e chiedere che venga preso un provvedimento al più presto.
La questione della raccolta dei funghi nella zona dell’Appennino toscano è nata all’inizio dell’estate quando il sindaco di Coreglia (piccolo paesino di 5 mila abitanti in Provincia di Lucca), Valerio Amadei, aveva vinto la sua battaglia personale contro i “fungaioli del week end” chiedendo e ottenendo di poter applicare il regolamento regionale per impedire la raccolta dei funghi ai non residenti dal 31 giugno al 31 ottobre. A livello generale il regolamento della Regione Toscana in materia di raccolta funghi parla chiaro: i residenti possono farlo nel proprio Comune senza alcuna autorizzazione, che invece è richiesta se questo avviene in un altro territorio. L’autorizzazione però costa molto poco e la richiedono in molti: 13 euro per sei mesi e 25 per tutto l’anno. Da qui la richiesta di Amadei: “Non vivevamo più – aveva spiegato il sindaco di Coreglia al Tirreno – il sabato e la domenica subiamo sistematicamente un’ondata di persone che vengono nei nostri boschi a cercare funghi. E quasi tutti lo fanno nella maniera sbagliata”. Secondo la delibera comunale, chi non rispetta il regolamento – che sarà in vigore anche per i prossimi due anni – può rischiare una multa tra i 40 e i 240 euro.
L’iniziativa è così piaciuta molto al sindaco di Sant’Anna di Stazzema – dove 74 anni fa si tenne uno dei più cruenti eccidi nazifascisti della storia – che adesso prova a muoversi nello stesso modo chiedendo alla Regione di dedicare un giorno nel fine settimana esclusivamente alla raccolta funghi dei residenti: “Voglio premettere che non sono un sindaco sovranista, ma anzi fortemente antifascista – spiega Verona a ilfattoquotidiano.it – ma non se ne può più di questa vera e propria invasione di dilettanti allo sbaraglio che vengono da fuori a raccogliere i funghi, spesso armati di rastrello, rovinando il nostro sottosuolo. Quando una persona entra nel nostro territorio deve conoscere usi e costumi e rispettarli, anzi vengano pure a mangiarli i nostri funghi ma se li vogliono anche raccogliere devono rispettarci. Per questo chiedo almeno un giorno di stop”. I sindaci di Stazzema e Coreglia non sono isolati in questa battaglia: anche il primo cittadino di Fabbriche di Vergemoli (Lucca), Michele Giannini, ha avviato le pratiche per il prossimo anno e nei prossimi mesi lo faranno anche altri sindaci delle montagne lucchesi.