Era dirigente regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione ma, secondo i magistrati, si è venduta per un soggiorno di 5 giorni a Firenze, un altro in un villaggio di Ricadi, in provincia di Vibo, per qualche pranzo e varie donazioni di vino. Proprio con l’accusa di corruzione, martedì mattina, al termine dell’indagine della Guardia di finanza coordinata dalla Procura di Catanzaro, è finita agli arresti domiciliari la dirigente della Regione Calabria Maria Gabriella Rizzo, di 57 anni, che recentemente era in servizio presso il dipartimento Turismo, beni culturali e spettacolo.
Su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capamolla e dei pm Graziella Viscomi e Giulia Tramonti, il gip ha disposto i domiciliari anche per l’imprenditrice del settore turistico Laura Miceli, di 67 anni. Con l’inchiesta “È dovere”, le fiamme gialle sono convinte di aver dimostrato come la dirigente regionale comunicava all’imprenditrice di Ricadi, in provincia di Vibo Valentia, informazioni non ancora divulgate e relativa a bandi non pubblicati. Inoltre, la Rizzo avrebbe fornito alla Miceli anche attività consulenziali.
“La mia amica ‘Pittiluna’ ti vuole conoscere…. E poi non la fare pagare”. “Abbiamo pranzato con la Miceli. Non lo vedi che siamo allegri. E poi Enzo c’ha la solita cassetta di vino”. Sono alcune delle intercettazioni registrate dalla guardia di finanza. Poche parole in una telefonata, inoltre, sintetizzano il senso di questo rapporto: “Figurati – dice la dirigente all’imprenditrice che la stava ringraziando – Vuoi scherzare? È dovere”.
Gli investigatori sono riusciti a scoprire che tra le due indagate ci sono stati degli incontri informali nel corso dei quali la dirigente avrebbe prospettato all’imprenditrice l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione e i contenuti dei bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero.
Ma non solo. Pur sapendo che il villaggio turistico della Miceli, intestato formalmente ad altri soggetti, avesse già usufruito di un contributo di 200mila euro per “il miglioramento ed ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, la dirigente arrestata avrebbe promosso la partecipazione dell’impresa a un altro bando che ancora doveva essere pubblicato e che, a causa della precedente finanziamento, sarebbe stato precluso all’imprenditrice calabrese.
In un’occasione, inoltre, la dirigente Rizzo si è adoperata personalmente per “accontentare” la Miceli e farle ottenere la liquidazione di 130mila euro relativo alla prima trance di un finanziamento. Siccome poi il bonifico è stato di 124mila euro, così come accertato dalla scheda tecnica della liquidazione, la Rizzo si sentì in dovere di spiegare all’imprenditrice che l’errore non è stato il suo.
Con l’accusa di concorso con la dirigente regionale, nell’inchiesta “È dovere” è indagato anche un ingegnere. Si tratta di un consulente esterno della Regione Calabria che doveva controllare i finanziamenti erogati al settore turistico. Nei suoi confronti, il giudice per le indagini preliminari Paolo Mariotti adesso dovrà valutare la richiesta avanzata dalla procura di sospenderlo dall’incarico.
I dettagli dell’inchiesta sono stati spiegati dal procuratore aggiunto Capomolla secondo cui si tratta di una vicenda di illegalità accomodante, penalmente rilevante, e che fa percepire la cedevolezza di chi ricopre incarichi di funzione pubblica alle tentazioni poste in essere da soggetti interessati e pronti ad approfittarne”.
Per il comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria, Carmine Virno, “la dirigente Rizzo forniva consulenze in anteprima che andavano al di là di un rapporto ordinario, anche sulla programmazione di bandi futuri, a discapito di tanti operatori onesti. La dirigente aveva anche suggerito all’imprenditrice come concorrere ad un altro bando per ottenere un punteggio alto attraverso la partecipazione di un’altra società dello stesso gruppo familiare. Un vantaggio poi non concretizzatosi poiché la Rizzo fu sostituita quale dirigente di settore”.
Giustizia & Impunità
Regione Calabria, dirigente anticorruzione arrestata per corruzione. “Informazioni su bandi in cambio di vacanze e vino”
Indagata anche un'imprenditrice turistica. Secondo i magistrati della procura di Catanzaro, la funzionaria della Regione, ai domiciliari, si è venduta per un soggiorno di 5 giorni a Firenze, un altro in un villaggio di Ricadi, in provincia di Vibo, per qualche pranzo e varie donazioni di vino. L'intercettazione: “Figurati. Vuoi scherzare? È dovere”
Era dirigente regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione ma, secondo i magistrati, si è venduta per un soggiorno di 5 giorni a Firenze, un altro in un villaggio di Ricadi, in provincia di Vibo, per qualche pranzo e varie donazioni di vino. Proprio con l’accusa di corruzione, martedì mattina, al termine dell’indagine della Guardia di finanza coordinata dalla Procura di Catanzaro, è finita agli arresti domiciliari la dirigente della Regione Calabria Maria Gabriella Rizzo, di 57 anni, che recentemente era in servizio presso il dipartimento Turismo, beni culturali e spettacolo.
Su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capamolla e dei pm Graziella Viscomi e Giulia Tramonti, il gip ha disposto i domiciliari anche per l’imprenditrice del settore turistico Laura Miceli, di 67 anni. Con l’inchiesta “È dovere”, le fiamme gialle sono convinte di aver dimostrato come la dirigente regionale comunicava all’imprenditrice di Ricadi, in provincia di Vibo Valentia, informazioni non ancora divulgate e relativa a bandi non pubblicati. Inoltre, la Rizzo avrebbe fornito alla Miceli anche attività consulenziali.
“La mia amica ‘Pittiluna’ ti vuole conoscere…. E poi non la fare pagare”. “Abbiamo pranzato con la Miceli. Non lo vedi che siamo allegri. E poi Enzo c’ha la solita cassetta di vino”. Sono alcune delle intercettazioni registrate dalla guardia di finanza. Poche parole in una telefonata, inoltre, sintetizzano il senso di questo rapporto: “Figurati – dice la dirigente all’imprenditrice che la stava ringraziando – Vuoi scherzare? È dovere”.
Gli investigatori sono riusciti a scoprire che tra le due indagate ci sono stati degli incontri informali nel corso dei quali la dirigente avrebbe prospettato all’imprenditrice l’evoluzione delle istruttorie di pubblicazione e i contenuti dei bandi regionali finanziati da fondi comunitari destinati al supporto del settore turistico-alberghiero.
Ma non solo. Pur sapendo che il villaggio turistico della Miceli, intestato formalmente ad altri soggetti, avesse già usufruito di un contributo di 200mila euro per “il miglioramento ed ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, la dirigente arrestata avrebbe promosso la partecipazione dell’impresa a un altro bando che ancora doveva essere pubblicato e che, a causa della precedente finanziamento, sarebbe stato precluso all’imprenditrice calabrese.
In un’occasione, inoltre, la dirigente Rizzo si è adoperata personalmente per “accontentare” la Miceli e farle ottenere la liquidazione di 130mila euro relativo alla prima trance di un finanziamento. Siccome poi il bonifico è stato di 124mila euro, così come accertato dalla scheda tecnica della liquidazione, la Rizzo si sentì in dovere di spiegare all’imprenditrice che l’errore non è stato il suo.
Con l’accusa di concorso con la dirigente regionale, nell’inchiesta “È dovere” è indagato anche un ingegnere. Si tratta di un consulente esterno della Regione Calabria che doveva controllare i finanziamenti erogati al settore turistico. Nei suoi confronti, il giudice per le indagini preliminari Paolo Mariotti adesso dovrà valutare la richiesta avanzata dalla procura di sospenderlo dall’incarico.
I dettagli dell’inchiesta sono stati spiegati dal procuratore aggiunto Capomolla secondo cui si tratta di una vicenda di illegalità accomodante, penalmente rilevante, e che fa percepire la cedevolezza di chi ricopre incarichi di funzione pubblica alle tentazioni poste in essere da soggetti interessati e pronti ad approfittarne”.
Per il comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria, Carmine Virno, “la dirigente Rizzo forniva consulenze in anteprima che andavano al di là di un rapporto ordinario, anche sulla programmazione di bandi futuri, a discapito di tanti operatori onesti. La dirigente aveva anche suggerito all’imprenditrice come concorrere ad un altro bando per ottenere un punteggio alto attraverso la partecipazione di un’altra società dello stesso gruppo familiare. Un vantaggio poi non concretizzatosi poiché la Rizzo fu sostituita quale dirigente di settore”.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".