Grazie a una collaborazione europea fra aziende specializzate nell'automazione e nell'informatica e studiosi universitari è nato Refills, un robot con una mano sensibile capace di rifornire autonomamente gli scaffali dei supermercati, con i prodotti perfettamente allineati.
Riempire gli scaffali disponendo oggetti in perfetto ordine, con la massima precisione e allineamento, è un gran fastidio e poi fa perdere tempo prezioso. Per questo è stato creato REFILLS, acronimo di “Robotics Enabling Fully Integrated Logistic Lines for Supermarkets”, un robot che consiste in una mano sensibile fatto apposta per riempire gli scaffali dei supermercati.
Il progetto è frutto della collaborazione di industrie made in Europe come la tedesca Kuka Robotics, il produttore di chip per l’informatica Intel e l’azienda svizzera Swisslog specializzata in soluzioni automatizzate. Fra le realtà commerciali che hanno collaborato c’è dm Drogerie Market, che ha all’attivo più di 3.500 punti vendita in 13 paesi europei e oltre 59.000 dipendenti. Non mancano poi i partner accademici, che vedono in prima linea il gruppo di robotica dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, l’Università di Napoli Federico II e l’Università di Brema.
Quello che fa REFILLS è molto semplice: riempire scaffali di qualunque altezza. Potrà farlo sia in maniera del tutto autonoma, sia in modalità collaborativa. In quest’ultimo caso il robot dovrebbe assistere il commesso indicando qual è la posizione corretta in cui deve essere collocato ogni prodotto.
Il prototipo sviluppato e brevettato da Vanvitelli dovrebbe diventare un prodotto finale entro giugno 2019, e allo stato attuale è stato messo in mostra durante l’esposizione internazionale IROS 2018 che si è tenuta a Madrid la prima settimana di ottobre. Come sempre quando si parla di robot ci sono da una parte indiscutibili vantaggi, dall’altro dubbi sull’impatto che potrebbe avere sull’occupazione in una prospettiva futura.
Da una parte quello che assicura questa mano sensibile è che gli scaffali saranno sempre riforniti e perfettamente in ordine, un aspetto che piace agli avventori di un negozio. Dall’altra questa attività estremamente noiosa e ripetitiva – oltre che faticosa se gli oggetti da disporre sono pesanti – potrà essere risparmiata ai dipendenti in carne e ossa.
Per contro tuttavia non è da dimenticare che ci sono molti dipendenti dei supermercati che devono a questa attività il loro stipendio, e che forse non gradirebbero l’idea che un robot li salvi dalla noia, se questo vuol dire prendere il loro posto di lavoro.
La contrapposizione di pro e contro si riallaccia al discorso già affrontato molte volte dei posti di lavoro che “spariranno” per via dei robot. Secondo alcune stime, nel mondo saranno 800 milioni le persone che perderanno il lavoro entro il 2030 per colpa di robot e automazione. Altre reputano invece che la nostra paura per i robot sia paragonabile a quella della classe operaia ai tempi della rivoluzione industriale, che alla fin fine ha creato impieghi prima inesistenti. Quello che è certo è che siamo all’alba di una nuova era, e che i robot potrebbero addirittura portare maggiore libertà. Prima di farsi prendere dal panico insomma, stiamo a vedere che cosa succederà.