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Def, Travaglio: “Fmi e Bankitalia critichino governo per coperture ma non dicano leggi da fare”

Botta e risposta a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il giornalista de Il Corriere della Sera, Beppe Severgnini. Quest’ultimo osserva: “Bankitalia è una istituzione di garanzia, non è lì per servire un governo. La Commissione Europea, al di là degli errori che ha fatto, è il governo di un club di 28 Paesi che hanno formato una cosa strepitosa, che si chiama Unione Europea e che rimane un capolavoro. Sono in minoranza a pensarlo? Benissimo. È troppo facile per i governi dire: ‘Chi vi ha eletto?’. Questa è la ricetta del peronismo, è un vecchio trucco che funziona“. E aggiunge: “Le istituzioni sono preoccupate, non è che criticano la riforma Fornero perché vogliono fare loro la legge sulle pensioni. Ma se tu mandi prima le persone in pensione, le fai vivere per 30 anni a spese dello Stato. E’ anche una fantasia quella secondo cui, mandando prima in pensione, si danno posti di lavoro ai giovani. Tutte le aziende italiane faranno salti di gioia perché manderanno in pensione 100 persone e assumeranno, se va bene, 20 o 30 giovani”.
“Ancora una volta hai caricaturato quello che ho detto” – ribatte Travaglio – “Io non ho affatto citato la Commissione Europea, che è un governo espressione di un Parlamento eletto da tutti gli Stati membri. Io ho citato due istituzioni, il Fmi e Bankitalia, che non sono elettive e che non possono permettersi di dire ai governi quali leggi devono fare, quali devono mantenere, quali non possono cambiare e quali possono cambiare”.
E sottolinea: “Fmi e Bankitalia avrebbero dovuto dire, secondo me, che le stime di crescita del governo sono troppo ottimistiche. E se avessero detto solo questo, avrebbero ripetuto quello che avevano affermato per i governi precedenti, da quello Berlusconi a quello Gentiloni. Tutti i governi italiani hanno sempre presentato stime di crescita che poi non si sono verificate. Invece ieri hanno fatto qualcosa di più. Hanno detto che cosa non si può toccare”.
Il direttore del Fatto prosegue: “Io capisco che a Severgnini non importi niente se alla maggioranza degli elettori italiani garba che vengano riformati il Jobs Act e la legge Fornero e che venga fatto il reddito di cittadinanza, ma purtroppo, fino a quando nella Costituzione ci sarà scritto che la sovranità appartiene al popolo, la sovranità apparterrà al popolo e non a Bankitalia o al Fondo Monetario o a Severgnini o a Travaglio. Quando il popolo si pronuncia e premia due forze che vogliono riformare delle leggi, queste ultime vanno riformate”.
E chiosa: “Si può criticare quelle forze politiche se non trovano le coperture, ma non gli si può dire che cosa non possono fare e che cosa possono fare. Quelle sono scelte che riguardano la politica. Se le scelte le fanno i mercati, questi ultimi festeggerebbero se oggi si facesse una legge che impone lo sterminio di massa di tutti i 5 milioni di poveri e, secondo me, lo spread andrebbe sotto zero e le Borse andrebbero in euforia, se si facesse anche una legge che impone il suicidio obbligatorio di tutti i pensionati, ormai trattati come pesi morti“.