La manovra italiana “non è buona per il popolo“. Il commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che tre giorni fa il vicepremier Matteo Salvini ha definito “nemico dell’Europa”, tira un’altra bordata al governo gialloverde che definisce la legge di Bilancio “manovra del popolo”. “Non accetto l’idea che ci sia una Commissione di burocrati da un lato e un bilancio del popolo dall’altro. Un bilancio che aumenta il debito è un bilancio che non è buono per la gente“, ha detto Moscovici in un’intervista con Afp. “Le regole europee non sono state fatte “da burocrati o da pazzi, ma dai governi anche nell’interesse dell’Italia, e hanno dimostrato di essere solide perché hanno generato la ripresa anche dell’Italia”, ha aggiunto a margine dell’incontro annuale dell’Fmi a Bali. Dal canto suo il vicepresidente della Commissione Ue alla crescita Jyrki Katainen ha fatto appello al governo ricordando che “non è troppo tardi per mantenere la stabilità, non è troppo tardi per far sì che la crescita economica continui in Italia, e non è troppo tardi per mostrare che i conti pubblici sono su un percorso credibile“.
Se l’Italia non cambierà gli obiettivi di bilancio “probabilmente avremo uno scambio di lettere con il governo e poi vedremo, per ora non rinvigoriamo il fuoco”, perché “non è nell’interesse della zona euro avere una crisi con l’Italia e la Commissione certamente non è nell’umore di crearne una”. “Se il governo vuole agire contro la povertà o per l’inclusione sociale può farlo, facendo delle scelte. Ma il problema dell’Italia è un altro: è aumentare la produttività, troppo debole da decenni, ed è per questo che la crescita italiana è troppo lenta”, ha spiegato il commissario.
“Vogliamo evitare uno scontro con Roma, ma allo stesso tempo dobbiamo assolutamente garantire che il debito italiano diminuisca e sia garantita la stabilità della zona euro. Dovremo ricevere la prossima settimana la legge di bilancio italiana, non posso ancora trarre conclusioni”. Ma “cercherò fino alla fine di convincere il governo, e in particolare il ministro delle Finanze (Giovanni Tria), che è nell’interesse dell’Italia avvicinarsi alle regole comuni” europee, in particolare sul debito. “Come commissario ho il dovere di essere neutrale”, ha aggiunto Moscovici, ma “come politico non sono d’accordo con il signor Salvini” e “come francese, combatto contro Madame Le Pen”.
Moscovici ricorda che “il debito pubblico italiano rappresenta il 130% del prodotto interno lordo e ammonta a 2.300 miliardi di euro” e che “vi sono forti preoccupazioni sul fatto che le intenzioni del nuovo governo di Roma di aumentare le spese, e di conseguenza i debiti, possano far scoppiare un’altra crisi del debito nella zona euro”. Per questo “esorto le autorità italiane ad essere più vicine agli obiettivi di medio termine“. Al contrario, stando alla Nota di aggiornamento al Def il deficit strutturale – ovvero quello che esclude i fattori congiunturali – dovrebbe aumentare di 0,8 punti percentuali nel 2019, contro l’impegno preso dal precedente governo di una riduzione di 0,6 punti.
“Nessuno vuole nuove turbolenze economiche o nuova instabilità sui mercati”, ha concordato Katainen. “Sarebbe molto negativo per il popolo italiano e per gli altri Paesi, che potrebbero soffrire per il contagio. La situazione sui mercati è molto fragile, come tutti sanno”, ha aggiunto. Sottolineando di non voler “dipingere” per forza scenari pessimistici e di sperare in “una buona cooperazione con il governo italiano su questo”. “Aspettiamo i dati esatti dal governo italiano entro il 15 del mese – ricorda Katainen – poi analizzeremo se il bilancio è in linea con gli impegni presi dall’Italia. Tutti abbiamo visto la situazione sui mercati, che non è positiva. Il nostro interesse come Commissione è avere un risultato che sia credibile e tentare di convincere il governo italiano a prendersi le sue responsabilità“.