L’assessore all’Urbanistica, Massimo Dringoli, ha spiegato che se le verifiche sull'impatto ambientale saranno positive “la destinazione urbanistica rimarrà la stessa”. Ziello (Deputato Carroccio): "Dovranno passare sopra al corpo della Lega”. Susanna Ceccardi: "Non si farà"
La moschea a Pisa non s’ha da fare e chi non è d’accordo “si deve dimettere”. Dopo soli quattro mesi dal suo insediamento, è proprio sul tema della costruzione del luogo di culto nel quartiere di Porta a Lucca che si apre la prima crisi della giunta guidata dal sindaco della Lega, Michele Conti: durante il consiglio comunale di martedì pomeriggio, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Pisa, Massimo Dringoli, ha spiegato che se le verifiche sull’impatto idrogeologico e della viabilità dell’area saranno positive “la destinazione urbanistica rimarrà la stessa”. Apriti cielo: il giovane deputato pisano del Carroccio, Edoardo Ziello, ha scritto su Facebook che “se qualche assessore di Pisa pensa di dare il proprio benestare per la costruzione della moschea di Porta a Lucca sappia che dovrà passare sopra al corpo della Lega”, mentre il gruppo del Carroccio in consiglio comunale ha minacciato Dringoli paventando le sue “dimissioni”. Il sindaco Conti, pur ribadendo il fermo “no” alla costruzione del luogo di culto, blinda invece il suo assessore: “Non è in discussione”. “Siamo stati molto chiari in campagna elettorale – dice al Ilfattoquotidiano.it la sindaca di Cascina, Susanna Ceccardi, vera artefice della vittoria di Conti –, in questo momento storico non mi sembra lungimirante costruire nuove moschee che possono essere luoghi di aggregazione dove il terrorismo islamico si può organizzare e proliferare”.
A Pisa la comunità musulmana è una delle più nutrite di tutta la Toscana con i suoi 700 fedeli e la stanza per la preghiera di via delle Belle Donne (a soli 200 metri dalla sede del Comune) non riesce ad ospitarli tutti. Così, la vecchia giunta di centrosinistra, guidata da Marco Filippeschi, nel settembre 2017 ha approvato definitivamente il progetto urbanistico che prevedeva la costruzione del luogo di culto nel quartiere di Porta a Lucca (zona nord della città): se in partenza la comunità islamica, che aveva comprato il terreno, aveva pensato a un minareto di 25 metri, il progetto è stato poi ridimensionato con una moschea di 1.000 metri quadrati su un terreno di circa 4.000, con i restanti adibiti ad area ricreativa. L’iter dei permessi urbanistici però è stato stravolto dopo le elezioni del giugno scorso che hanno portato, dopo 70 anni di storia, alla vittoria in città del centrodestra a trazione leghista. E proprio il “no” alla moschea era stato uno dei cavalli di battaglia del sindaco Michele Conti durante la campagna elettorale. Così ad inizio agosto la nuova giunta aveva approvato un atto di indirizzo in cui si dava mandato agli uffici urbanistici del Comune di bloccare la costruzione della moschea in via del Brennero.
Martedì però è arrivato il colpo di scena. Rispondendo a due interpellanze del Pd e ad una del consigliere di “Diritti in Comune”, Francesco Auletta, l’assessore all’urbanistica Dringoli (indipendente ma vicino a Fratelli d’Italia) ha risposto così sul tema della moschea: “Abbiamo bisogno di ulteriori approfondimenti – ha spiegato – ma se l’esito di questi sarà positivo, la destinazione dell’area rimarrà la stessa”. Al Corriere Fiorentino Dringoli, inoltre, non ha escluso che il luogo di culto possa nascere in un’altra zona della città: “Gli articoli 19 e 20 sulla libertà di culto vanno rispettati e credo che si possa fare anche una moschea – ha continuato – Noi non siamo contro la moschea in assoluto, ma contro la moschea o qualunque altro luogo di culto in quel quartiere, una scelta sbagliata della precedente amministrazione”. L’uscita dell’assessore, però, non è piaciuta per niente alla Lega pisana che ha subito preso le distanze: “La moschea a Pisa non si farà – commenta al Ilfattoquotidiano.it il deputato Ziello –, quella dell’assessore è una posizione personale e non rappresenta la giunta: il nostro programma è chiaro e se lui non si riconosce in questo, o lascia spontaneamente o saremo costretti a chiedergli di dimettersi”. Da Dringoli hanno preso le distanze anche gli assessori leghisti della giunta Conti, Giovanna Bonanno (Sicurezza), Andrea Buscemi (Cultura) e Gianna Gambaccini (Politiche Sociali): “Ci siamo presentati alle amministrative dicendo che ci saremmo opposti alla costruzione della moschea – hanno scritto in una nota – Adesso la campagna elettorale è finita ma noi non cambiamo le nostre idee. Le dichiarazioni di Dringoli non rispecchiano minimamente il nostro orientamento e lo invitiamo a parlare per sé, in quanto non rappresenta nemmeno un elettore pisano, figuriamoci se può rappresentare il pensiero degli assessori della Lega”.
Le minacce di dimissioni però non sono piaciute né alle opposizioni, che hanno solidarizzato con l’assessore all’urbanistica, né alle altre forze politiche del centrodestra (Forza Italia e Fratelli d’Italia) che sostengono la giunta Conti: il gruppo Noi adesso Pisa-Fratelli d’Italia mercoledì, pur ribandendo la contrarietà alla moschea, si è dissociato dai “toni e dalle dichiarazioni dell’onorevole Ziello”, confermando “fiducia e sostegno” nei confronti dell’assessore Dringoli. La parola finale sulla vicenda però, ancora una volta, la mette la sindaca di Cascina e neo commissaria regionale della Lega Susanna Ceccardi: “A Pisa la moschea non si farà”.