“Penso che la Fed stia commettendo un errore. Penso che sia impazzita“. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha reagito così al tonfo di Wall Street che mercoledì ha chiuso la sua peggiore seduta degli ultimi otto mesi con il Dow Jones a -3,1%, l’indice Nasdaq a -4,08% e lo S&P 500 a -3,27%. Tutta colpa, secondo Trump, dei rialzi dei tassi decisi dalla banca centrale. “Sono fortemente in disaccordo con quello che la Fed sta facendo”, ha ribadito il tycoon.

A pesare sugli indici, che da febbraio non registravano un calo così forte, è stata in realtà l’ondata di vendite sui tecnologici – -6,15% per Amazon, -4,6% Apple e Google, -8,4% per Twitter – che ha aggravato le perdite in una giornata in cui gli investitori erano già preoccupati per il balzo dei rendimenti sui Treasury (i titoli di Stato Usa) e l’impatto dei dazi e della guerra commerciale tra Washington e Pechino sulle trimestrali. Fattori questi che sono andati a complicare un quadro già difficile per il rallentamento del mercato immobiliare e delle vendite di auto, ritenuti indicatori dello stato di salute dell’economia americana.

Il forte calo ha alimentato dunque i timori di chi inizia a sospettare che la battuta d’arresto non sia uno stop momentaneo. Ma la Casa Bianca da questo punto di vista non si dice preoccupata: “E’ una correzione in un mercato al rialzo, probabilmente è salutare. Passerà. L’economia americana resta forte”, ha spiegato un funzionario dell’amministrazione.

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