C’è un nuovo spazio a Vieni da me e si chiama il tè delle principesse. Abbiamo due gemelline come inviate speciali e in quanto principesse possono andare dove vogliono in tutto il mondo e fare le domande che vogliono a personaggi famosi”, così Caterina Balivo annuncia l’ingresso in studio delle piccole Camilla e Corinne. A Vieni da me viene trasmessa la prima intervista delle baby principesse ad Albano Carrisi. Indirizzate dagli autori iniziano una serie di domande: “Tu sei quello del video di Rovazzi?”, “Mia nonna vuole che tu e Romina vi rimettete insieme”, “Il primo bacio con Romina?”, “Perché vi siete lasciati?”, “Sei ricco?”.
In realtà questo spazio di Vieni da me è identico a quello trasmesso all’Ellen DeGeneres Show con le gemelle Sophia Grace e Rosie che nella versione orginale intervistano vere e proprie star: da Taylor Swift a Justin Bieber. Di “nuovo”, come detto dalla Balivo, non c’è nulla. Così come lo studio richiama alla versione originale o gli altri giochi testati nel corso delle settimane arrivano proprio da oltreoceano. Ma del resto Vieni da me è dichiaratamente ispirato (o copiato?) al famosissimo show cult negli Stati Uniti.
Sorge dunque spontanea una domanda: la Rai paga i diritti alla Telepictures, società controllata dalla Warner Bros che produce lo show americano? Dopo aver visionato alcune puntate disponibili su RaiPlay ci siamo accorti che nei titoli di coda delle prime puntate si precisava che il: “Programma è basato su un format di A Very Good Production in association with Telepictures e licenziato da Warner Bros International Television Production Limited.” Una dicitura che è poi scomparsa dai titoli di coda che ora si limitano a precisare che il programma è prodotto dalla Rai in collaborazione con Magnolia.
Se si pagano i diritti sarebbe interessante capire la portata dell’investimento, visto che il programma è già finito al centro delle polemiche per i presunti costi elevati con diverse stroncature della critica e alle prese con ascolti molto deludenti. Se i diritti invece non vengono pagati si rischierebbe di trovarsi di fronte all’accusa di plagio e con una azione legale in arrivo.
IlFattoQuotidiano.it ha sottoposto la questione all’azienda di Viale Mazzini che, dopo giorni di attesa, ha liquidato la faccenda spiegando che la Rai paga i diritti per Vieni da me a Magnolia. Come accade per altri programmi affidati alle produzioni esterne, non aggiungendo nulla, nonostante le insistenze, sul “caso” DeGeneres. Abbiamo rivolto la stessa domanda alla società di produzione Magnolia che, dopo vari rimpalli e ore di attesa, ha scelto di non fornire alcuna risposta. Inutile sottolineare che si parla di decisioni che avvengono sopra la testa della conduttrice, in questo esente da responsabilità. La Rai evita specificazioni, Magnolia sceglie il silenzio: perché i costi dei diritti pagati sono molto elevati o perché non sono stati pagati? Come diceva Lubrano, la domanda sorge spontanea. Ma, per ora, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Stando ad alcune indiscrezioni raccolte dal FattoQuotidiano.it avrebbe lasciato Vieni da me nei giorni scorsi il capoautore Pasquale Romano, le ragioni della sua uscita, momentanea o definitiva che sia, non sono al momento note.