L’Italia non rispetta la parola data”: lo dice il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker parlando della manovra italiana in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Le Monde. Quindi un nuovo appello alle autorità italiane affinché “rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea“. Immediata la risposta dei deputati M5S della commissione Bilancio: “Juncker forse non ha ben chiari i meccanismi della democrazia: il 4 marzo il voto popolare ha premiato M5S e Lega, forze politiche che si sono poi unite in un contratto di governo. Per realizzarlo, abbiamo bisogno di abbandonare l’austerità e dare forza a un’economia che ereditiamo in pessime condizioni”.

L’intervista a Le Monde Juncker assicura che le istituzioni dell’Unione esamineranno “il progetto italiano di bilancio 2019 tra il 15 ottobre e fine novembre, senza collera e senza parzialità. Il nostro compito non è rovesciare un governo o creare problemi con comportamenti inappropriati o dichiarazioni eccessive“. Il presidente della Commissione ha ricordato tra l’altro che “se l’Italia ha potuto investire così tanto negli ultimi anni è perché ho reso più flessibile il patto di stabilità e crescita. Ciò mi è costato le scocciature di numerosi Stati membri“. “Ho voluto – aggiunge Juncker a Le Monde – che si tenessero in considerazione i cicli economici e le spese straordinarie, come quelle legate alla crisi dei rifugiati. Roma ha così potuto spendere 30 miliardi di euro in più rispetto a quanto avrebbe dovuto se avessimo applicato le regole in modo meccanico”.

“Non ho nulla contro l’Italia, tutto il contrario: la amo“, sostiene ancora Juncker. Il quotidiano francese chiede se l’esecutivo Ue volesse impedire di mettere in atto la manovra italiana che promette di combattere la povertà: “Che si smetta di descriverci come dei mostri freddi, rinchiusi in un bunker, insensibili all’appello dei popoli”, replica il presidente della Commissione, aggiungendo che le autorità italiane “sono libere nelle loro scelte, nel reddito minimo o nella fiscalità delle aziende. Devono tuttavia rispettare le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea“.

Poi Juncker sottolinea ancora la “solidarietà” garantita all’Italia sul tema migranti. “Sin dall’inizio del mio mandato – continua – ho detto che la questione migratoria sarebbe stata la grande sfida dei prossimi anni e abbiamo formulato proposte da maggio 2015. Ho detto anche che l’Italia ha salvato l’onore degli europei nel Mediterraneo e ho spinto affinché si fosse più solidali con essa. Questo si è tradotto con uno stanziamento di 900 milioni di euro per l’accoglienza dei rifugiati e la gestione delle frontiere”, ricorda in conclusione il presidente della Commissione Ue.

La replica del M5s – “Sorprendono ancora una volta le dichiarazioni di Juncker, che da un lato dice di amare il nostro Paese e dall’altro gli chiede ancora austerità, giustificandola con gli impegni di finanza pubblica presi dal governo Gentiloni“, dichiarano i deputati M5S della commissione Bilancio, rivolgendosi al presidente della Commissione europea. Sulla loro posizione rispetto all’Europa, chiariscono: “Il M5s non è anti-europeista, ma interpreta in senso pieno lo spirito dei Trattati europei”.

“Ormai è chiaro a tutti che i signori della Commissione europea stiano cercando ogni pretesto per creare uno scontro istituzionale col Governo italiano, al fine di alimentare tensione sui mercati e giustificare una presa di posizione prevenuta nei confronti della manovra del popolo”, continuano i deputati grillini. “È bene ricordare – aggiungono – come non esista alcuna regola che stabilisca quanto affermato da Juncker. Il livello dell’indebitamento di cui parla è quello del 60% in rapporto al Pil, che non è rispettato né dall’Italia né tantomeno dalla Francia, così come da moltissimi altri Paesi membri. Per quanto riguarda il deficit, è opportuno ricordare come dal 2012 ad oggi l’Italia stia rispettando il vincolo di Maastricht del 3%”.

“Altri Paesi – sottolineano i membri M5s della commissione Bilancio della Camera – questo vincolo lo hanno sistematicamente sforato. Dal 2008 al 2017 la Francia è sempre andata oltre il 3%. La Spagna è andata oltre il 3% sino a quest’anno. Altri Paesi, come il Portogallo, lo hanno sempre sforato sin dalla sua istituzione nel 1992, eccetto che in due occasioni. Di quali regole parla il signor Juncker? Forse di regole che non esistono”. “Prima di dire che l’Italia non rispetta le regole comunitarie è meglio che qualcuno lo informi su quali siano le regole, onde evitare figuracce. Porti rispetto all’Italia e al suo popolo, quale Paese che ha contribuito a fondare l’Unione che lui ha l’onere di rappresentare”, concludono i deputati pentastellati.

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