Chi scrive può essere accusato di tutto, perfino di abigeato, ma non di simpatie per il Pd. Però, leggendo i giornali di questi giorni viene spontanea una domanda: cosa sarebbe successo se il condono fiscale firmato Lega-Cinque Stelle lo avessero firmato Silvio Berlusconi o Matteo Renzi? Sarebbe, giustamente, scoppiata una mezza insurrezione. Si sarebbero organizzate petizioni, raccolte di firme, manifestazioni. E invece niente. Silenzio, o quasi.
Tace il centrodestra che i condoni li conosce bene; tace il centrosinistra perché non c’è più, ma non se n’è accorto. Tacciono i Cinque Stelle perché non riescono ad ammettere di aver sbagliato tutto (o di essersi aggrappati con le unghie alle poltrone). E cosa ci tocca sentire? “Non chiamatelo condono”, ripetono i vertici del Movimento.
di Alberto Sofia
Già, perché sono loro che fanno girare più le scatole. Non la Lega che si sapeva dove andava a parare. La Lega che ha governato per secoli con Berlusconi e ha firmato le leggi vergogna. La Lega che è il vecchio più vecchio, ma noi italiani ce la beviamo e andiamo a farci i selfie con Matteo Salvini (magari ai funerali del ponte di Genova).
Ma i Cinque Stelle non erano quelli che dovevano mettere tutto in streaming? Non erano quelli che avrebbero premiato le competenze e invece hanno messo al governo tutti i fedelissimi? Non erano quelli che basta condoni?
Alla fine ha ragione il vecchietto al bar con il suo commento lapidario: “Questo non è un condono. Siamo noi che paghiamo le tasse che siamo dei goldoni!”.