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Piatek, scoperto dal Genoa durante una cena. Perché certi talenti li trovano solo le ‘piccole’

Sono da poco passate le 12,30 di domenica 7 ottobre 2018. A Marassi va di scena Genoa-Parma, match valevole per l’ottava giornata del campionato di Serie A. Le squadre sono in un periodo di forma particolare: gli emiliani, orfani dei due giocatori più temuti in questo inizio di stagione – Inglese e il redivivo Gervinho – si stanno rivelando squadra tosta e orientata a fare un campionato tutto sommato tranquillo; anche i padroni di casa non sono da meno. Nonostante le due sconfitte contro Sassuolo e Lazio, l’ormai ex squadra di Ballardini – sostituito a sorpresa da Juric poche ore fa – ha collezionato quattro vittorie in sei gare. Un buon bottino se teniamo conto dell’ennesima e consueta rivoluzione estiva del mercato rossoblù.

Al minuto 6 della prima frazione di gioco, dopo il cross da sinistra di Lazovic, va di scena il solito copione: la rete si gonfia e l’autore è ancora lui, Krzysztof Piatek, questa volta di testa. La partita terminerà con la vittoria esterna per 3-1 del Parma, che sancisce la terza sconfitta stagionale del Genoa. Ma c’è comunque qualcosa di straordinario da registrare anche per il Grifone nonostante la sconfitta. L’attaccante polacco sigla il suo nono sigillo in Serie A da debuttante, il suo 13esimo stagionale, se includiamo anche il poker rifilato al Lecce in Coppa Italia.

Il classe ’95 di Dzierżoniów è l’ennesima scommessa vinta del club di Preziosi. In passato è stato il turno di Giovanni Simeone, Pavoletti, El Shaarawy, Immobile, fino ad arrivare al protagonista assoluto del Triplete interista, Diego Alberto Milito.

Questa volta il merito di aver scoperto e acquistato la talentuosa punta dal Cracovia, per una cifra “irrisoria” di 4 milioni di euro, sembra essere proprio del numero 1 del Grifone, con la complicità dell’agente Gabriele Giuffrida. Su La Gazzetta dello Sport del 28 settembre, Carlo Laudisa ha ripercorso le dinamiche che hanno portato l’attaccante polacco a vestire rossoblù: “Mentre i suoi uomini-mercato erano all’opera su altre piste è stato proprio lui a spingere per chiudere la trattativa per quell’attaccante sconosciuto ai più. A Preziosi evidentemente non è mai mancato il fiuto, ma stavolta deve almeno condividerlo con l’agente che lo ha messo sulla giusta strada: Gabriele Giuffrida […] la scintilla-Piatek è scattata durante una cena a casa del presidente genoano. Preziosi, cuoco per diletto, quella sera di fine maggio delizia gli ospiti con il suo piatto forte: l’astice alla catalana. Ma ovviamente si parla di calcio. Così Giuffrida ricambia la gentilezza con i ‘preziosi’ filmati dei gol polacchi di Piatek che, in breve, rapiscono l’attenzione dello chef”.

L’ennesima scoperta da parte di una società, che come altre nel nostro campionato, punta molto sugli investimenti a sorpresa. Come il Genoa, anche i cugini doriani hanno spesso dimostrato fiuto negli affari low cost. Basti pensare al muro interista Skriniar o all’attaccante della Roma Patrick Schick. Se poi scorriamo la lista delle squadre di Serie A, non possiamo non menzionare club come Atalanta e Udinese, vere fabbriche di talento riconosciute in tutto il mondo e capaci di autofinanziarsi investendo molto nel lavoro di scouting. Una strada rischiosa, ma allo stesso tempo obbligatoria per la sopravvivenza delle medio piccole realtà italiane, che si dimostrano sempre più spesso all’avanguardia rispetto ai club più blasonati.

Quindi le nostre big che fanno? Stanno a guardare, verrebbe da dire. O meglio, da anni preferiscono investire soprattutto su giocatori fatti e finiti per ottenere risultati immediati nonostante le frequenti e costose scottature avute negli anni passati (tra le ultime, Gabigol e Joao Mario all’Inter, HernanesHöwedes alla Juve, Kalinic e André Silva al Milan, solo per fare qualche esempio).

È la strategia giusta “delegare” i medio piccoli club nella ricerca di talento oppure, dato il rischio proveniente da entrambe le filosofie, converrebbe indirizzare gli investimenti maggiori proprio nella ricerca dei nuovi Piatek? La ragione ci spinge ad intraprendere la seconda soluzione.

Intanto il Genoa si gode il suo gioiello pur sapendo che la permanenza della punta polacca in Liguria – dati alla mano – probabilmente non sarà a lungo termine. Infine, alla luce dei nuovi malumori del presidente Preziosi un’altra considerazione andrebbe fatta: con Juric in panchina la presenza di Piatek in attacco avrà lo stesso peso o assisteremo a un ridimensionamento nelle sue prestazioni? Certo nessuno si aspetta di vedere gonfia la rete a ogni partita che il numero 9 rossoblu prenderà parte, ma il rischio che qualcosina possa cambiare c’è. La fossa dei Grifoni incrocia le dita e spera di vedere il “pistolero” Piatek colpire il bersaglio a raffica, come nessuno mai in questo inizio di stagione.