L'ex capogruppo del Pd, accusato di corruzione elettorale dalla procura di Taranto, "prometteva" a un uomo "l'assunzione dei due propri figli" presso una ditta privata "ottenendo in cambio l'impegno da parte sua a dargli il proprio voto e quello dei suoi familiari" nonché l'allestimento di un comitato elettorale in occasione delle Regionali 2015. Interrogato nelle scorse settimane, ha rigettato tutte le accuse
La procura di Taranto ha chiuso le indagini sull’ex assessore allo Sviluppo economico della giunta Emiliano, Michele Mazzarano, accusato di corruzione elettorale per una vicenda portata alla luce da Striscia la notizia. All’ex capogruppo del Pd in Regione Puglia è stato notificato l’avviso di conclusione indagini, firmato dal procuratore capo Carlo Maria Capistro e dall’aggiunto Maurizio Carbone. Assieme a Mazzarano risulta indagato Emilio Pastore, l’uomo che denunciò alla trasmissione televisiva il presunto scambio di favori durante la campagna elettorale del 2015. L’ex assessore, già nelle scorse settimane, è stato sentito dai magistrati rigettando tutte le accuse.
Tre anni fa, ipotizzano i magistrati, in occasione delle Regionali, Mazzarano “prometteva” a Pastore “l’assunzione dei due propri figli”, estranei all’inchiesta, presso una ditta privata “ottenendo in cambio l’impegno da parte sua a dargli il proprio voto e quello dei suoi familiari” nonché, si legge nell’avviso di conclusione indagini, “di procurargli il voto di altri elettori”.
L’accordo, stando alla ricostruzione dei pubblici ministeri, riguardava anche “l’utilizzo a titolo gratuito di un locale” in una via del centro di Taranto che “lo stesso Pastore allestiva come comitato elettorale“. La promessa dell’assunzione del figlio, sostengono gli inquirenti”, fu mantenuta perché Mazzarano “favorì” l’assunzione di uno dei figli da parte dell’azienda Ecologica Spa, azienda di pulizie, estranea all’indagine, che lavora all’interno di Ilva. Entrambe le società sono estranee all’inchiesta.
Rimettendo le proprie deleghe, il 22 marzo scorso, Mazzarano aveva detto di essere “perseguitato da tre anni”. Raggiunto telefonicamente da Ilfattoquotidiano.it, il politico si difese definendosi “vittima di un’estorsione” e affermò che nel corso dei mesi “i carabinieri sono stati informati passo dopo passo”. E l’assunzione, ora confermata dalla procura? “Il figlio di quell’uomo è stato assunto regolarmente attraverso un’agenzia interinale“, aggiunse l’ex assessore. Nei prossimi giorni la procura dovrà decidere se chiedere il processo o meno. Intanto, Mazzarano è tornato a ribadire di aver “contribuito, anche con una mia denuncia, all’accertamento della verità. Sono pronto a fornire ulteriori spiegazioni al fine di ottenere l’archiviazione e sono fiducioso nel lavoro e nel rigore dei magistrati”.