Oltre 70mila studenti hanno sfilato in corteo dal Nord al Sud d’Italia per rivendicare il diritto allo studio, con lo slogan “Diamo una scossa al Paese”. Per i sindacati studenteschi, la manovra annunciata dal governo ignora i problemi della scuola: la finanziaria “non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o della ricerca“, dice Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. Che annuncia lo “stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte concrete, mentre ad oggi il ministro Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche”. “Non è cambiamento – continua – se il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. Per noi giovani mancano le risorse e i provvedimenti concreti per contrastare la precarietà”.
“Nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale verrà mantenuta – aggiunge Giulia Biazzo, coordinatrice di Unione degli Studenti – nessuna abolizione della legge 107 e nessun superamento dell’alternanza scuola-lavoro, solo provvedimenti che peggioreranno la condizione di noi studenti. La riduzione delle ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro non risolve la necessità di una totale riforma del sistema didattico e crea ulteriore discriminazione tra licei, istituti tecnici ed istituti professionali. Per Alessio Bottalico, di Link – Coordinamento universitario, è necessario “un forte aumento dei fondi statali per borse di studio e residenze universitarie, arrivando all’eliminazione della figura dell’idoneo non beneficiario e all’accorciamento dei tempi di erogazione delle borse. Allo stesso tempo – spiega – è più che mai urgente ampliare la no tax area, per permettere a quanti più studenti possibile di poter accedere all’Università”.
Torino, bruciati manichini di Salvini e Di Maio. Il ministro dell’Interno: “Gesto schifoso” – A Torino il corteo è partito da piazza Arbarello e ha sfilato attraverso le vie del centro fino a raggiungere piazza Castello. A promuoverlo l’associazione Studenti Indipendenti, che ha invitato a scendere in piazza “contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze“. Alcuni studenti hanno dato fuoco a pupazzi raffiguranti Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In cima ai lampioni di piazza Castello sono state appese alcune foto dei due vicepremier con il volto imbrattato di vernice rossa.
Davanti all’ufficio regionale del Miur, in corso Vittorio Emanuele, i ragazzi hanno bruciato l’immagine una telecamera di cartone posta sopra a dei mattoni. “I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni – spiegano – mentre le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci“. Tra gli striscioni esposti dai manifestanti, una parodia del simbolo leghista (“Lega Salvini e lascialo legato“), “Una scuola sicura è antirazzista e antisessista”, “Scuole sicure? Cadono a pezzi, ma con le telecamere”.
La reazione del capo del Viminale al gesto dimostrativo arriva su Twitter: “Questi “democratici” studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore,avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che BRUCIARE in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa“.
Più pacato il commento di Luigi Di Maio: “Per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola“, dice in diretta su Facebook. E sottolinea che “le manifestazioni si devono fare“: “Andate avanti – dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico – ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene qual è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto“.
Roma, flash mob con maschere di Dalì – Nella Capitale, i manifestanti – con il volto coperto da maschere di Dalì, come i protagonisti della serie tv “La casa di carta” – hanno realizzato un flash mob in piazzale Ostiense di fronte alla Piramide, per poi sfilare tra i fumogeni fino alla sede del Miur in viale Trastevere, raggiunta intorno alle 13. “#Chihapaura di cambiare? Noi no!” lo slogan del corteo, organizzato da Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Gioventù comunista. Forti disagi al traffico cittadino.
Napoli, studenti e migranti insieme per Lucano – A Napoli, l’hashtag della manifestazione è #noscuolesicure. “Se ci tenete alla nostra sicurezza assicurateci il nostro futuro“, recitava lo striscione in cima il corteo. Per le strade del capoluogo campano, agli studenti si sono uniti migranti, movimenti per il diritto alla casa e centri sociali. Molti i cori e i cartelli di solidarietà a Mimmo Lucano: “Viva Mimmo”, “Io sto con Riace”. Partito da piazza Garibaldi, di fronte alla stazione Centrale, il corteo si è incrociato con un’altra frangia in piazza Matteotti, per poi dirigersi verso la Prefettura, in piazza Plebiscito. All’altezza di via Medina sono stati esplosi alcuni petardi e accesi fumogeni.
Al termine del corteo, di fronte alla Prefettura, ha preso la parola un migrante: “Salvini stai scherzando con la nostra vita, vai via“, ha detto. “Noi siamo solo immigrati, non siamo bestie, siamo umani“, ha aggiunto. “Da quando c’è Salvini, la politica italiana è diventata razzista e fascista”. Il decreto varato dal ministro dell’Interno, secondo i migranti che hanno preso parte al corteo, “cancella il diritto di asilo per i rifugiati e getta bambini, donne e uomini immigrati nelle mani delle mafie e del caporalato“. Chiedono politiche per l’integrazione: “Non siamo criminali – dicono – vogliamo stare bene e in pace con gli italiani. Molti di noi non avrebbero mai lasciato il loro Paese se non fosse stato necessario”. “Il governo giallo-verde ci vorrebbe divisi – fa eco uno studente – invece noi siamo qui nelle nostre diversità, e continueremo a lottare contro questo governo di razzisti, di sessisti, di gente che ci toglie il futuro”. In piazza anche il movimento Non una di meno, che ha esposto striscioni contro il ddl Pillon.
Scuola
Scuola, 70mila sfilano contro il governo. Bruciati pupazzi dei due vicepremier. Salvini: “Schifoso”. Di Maio: “Vediamoci”
Per le associazioni studentesche la manovra annunciata dal governo non si occupa dei problemi della scuola: "Non è cambiamento se il deficit si usa per condoni e tagli delle tasse ai ricchi". A Torino sono stati incendiati due manichini raffiguranti i vicepremier. Flash mob con maschere di Dalì di fronte alla Piramide a Roma. A Napoli gli studenti sfilano insieme ai migranti: cori e striscioni per Mimmo Lucano
Oltre 70mila studenti hanno sfilato in corteo dal Nord al Sud d’Italia per rivendicare il diritto allo studio, con lo slogan “Diamo una scossa al Paese”. Per i sindacati studenteschi, la manovra annunciata dal governo ignora i problemi della scuola: la finanziaria “non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o della ricerca“, dice Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. Che annuncia lo “stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte concrete, mentre ad oggi il ministro Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche”. “Non è cambiamento – continua – se il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi. Per noi giovani mancano le risorse e i provvedimenti concreti per contrastare la precarietà”.
“Nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale verrà mantenuta – aggiunge Giulia Biazzo, coordinatrice di Unione degli Studenti – nessuna abolizione della legge 107 e nessun superamento dell’alternanza scuola-lavoro, solo provvedimenti che peggioreranno la condizione di noi studenti. La riduzione delle ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro non risolve la necessità di una totale riforma del sistema didattico e crea ulteriore discriminazione tra licei, istituti tecnici ed istituti professionali. Per Alessio Bottalico, di Link – Coordinamento universitario, è necessario “un forte aumento dei fondi statali per borse di studio e residenze universitarie, arrivando all’eliminazione della figura dell’idoneo non beneficiario e all’accorciamento dei tempi di erogazione delle borse. Allo stesso tempo – spiega – è più che mai urgente ampliare la no tax area, per permettere a quanti più studenti possibile di poter accedere all’Università”.
Torino, bruciati manichini di Salvini e Di Maio. Il ministro dell’Interno: “Gesto schifoso” – A Torino il corteo è partito da piazza Arbarello e ha sfilato attraverso le vie del centro fino a raggiungere piazza Castello. A promuoverlo l’associazione Studenti Indipendenti, che ha invitato a scendere in piazza “contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze“. Alcuni studenti hanno dato fuoco a pupazzi raffiguranti Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In cima ai lampioni di piazza Castello sono state appese alcune foto dei due vicepremier con il volto imbrattato di vernice rossa.
Davanti all’ufficio regionale del Miur, in corso Vittorio Emanuele, i ragazzi hanno bruciato l’immagine una telecamera di cartone posta sopra a dei mattoni. “I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni – spiegano – mentre le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci“. Tra gli striscioni esposti dai manifestanti, una parodia del simbolo leghista (“Lega Salvini e lascialo legato“), “Una scuola sicura è antirazzista e antisessista”, “Scuole sicure? Cadono a pezzi, ma con le telecamere”.
La reazione del capo del Viminale al gesto dimostrativo arriva su Twitter: “Questi “democratici” studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore,avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che BRUCIARE in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa“.
Più pacato il commento di Luigi Di Maio: “Per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola“, dice in diretta su Facebook. E sottolinea che “le manifestazioni si devono fare“: “Andate avanti – dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico – ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene qual è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto“.
Roma, flash mob con maschere di Dalì – Nella Capitale, i manifestanti – con il volto coperto da maschere di Dalì, come i protagonisti della serie tv “La casa di carta” – hanno realizzato un flash mob in piazzale Ostiense di fronte alla Piramide, per poi sfilare tra i fumogeni fino alla sede del Miur in viale Trastevere, raggiunta intorno alle 13. “#Chihapaura di cambiare? Noi no!” lo slogan del corteo, organizzato da Unione degli studenti, Rete degli studenti medi e Gioventù comunista. Forti disagi al traffico cittadino.
Napoli, studenti e migranti insieme per Lucano – A Napoli, l’hashtag della manifestazione è #noscuolesicure. “Se ci tenete alla nostra sicurezza assicurateci il nostro futuro“, recitava lo striscione in cima il corteo. Per le strade del capoluogo campano, agli studenti si sono uniti migranti, movimenti per il diritto alla casa e centri sociali. Molti i cori e i cartelli di solidarietà a Mimmo Lucano: “Viva Mimmo”, “Io sto con Riace”. Partito da piazza Garibaldi, di fronte alla stazione Centrale, il corteo si è incrociato con un’altra frangia in piazza Matteotti, per poi dirigersi verso la Prefettura, in piazza Plebiscito. All’altezza di via Medina sono stati esplosi alcuni petardi e accesi fumogeni.
Al termine del corteo, di fronte alla Prefettura, ha preso la parola un migrante: “Salvini stai scherzando con la nostra vita, vai via“, ha detto. “Noi siamo solo immigrati, non siamo bestie, siamo umani“, ha aggiunto. “Da quando c’è Salvini, la politica italiana è diventata razzista e fascista”. Il decreto varato dal ministro dell’Interno, secondo i migranti che hanno preso parte al corteo, “cancella il diritto di asilo per i rifugiati e getta bambini, donne e uomini immigrati nelle mani delle mafie e del caporalato“. Chiedono politiche per l’integrazione: “Non siamo criminali – dicono – vogliamo stare bene e in pace con gli italiani. Molti di noi non avrebbero mai lasciato il loro Paese se non fosse stato necessario”. “Il governo giallo-verde ci vorrebbe divisi – fa eco uno studente – invece noi siamo qui nelle nostre diversità, e continueremo a lottare contro questo governo di razzisti, di sessisti, di gente che ci toglie il futuro”. In piazza anche il movimento Non una di meno, che ha esposto striscioni contro il ddl Pillon.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.