Sfrecciavano per le vie di Ostia con bolidi sempre nuovi, acquistavano abitazioni (si presume) in contanti e gestivano attività redditizie come ristoranti e sale slot. Eppure, alcuni di loro non presentavano dichiarazione dei redditi da anni oppure denunciavano quanto basta. Una sperequazione eccessiva rispetto allo stile di vita sostenuto. Non se la passavano per niente male membri e affiliati del clan Spada, a giudicare dai dettagli emersi dall’operazione della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle hanno proceduto al sequestro di beni mobili e immobili e conti correnti, per un valore totale di 19 milioni di euro. Ma è la differenza fra gli acquisti effettuati – almeno quelli tracciabili – e i redditi denunciati a far capire quanto denaro sporco circolava nelle tasche del boss Carmine Spada e dei suoi sodali.
IL RECORD DI OTTAVIO SPADA – Fra i casi più eclatanti c’è quello di Claudio Galatioto, che gestiva per conto dell’associazione a delinquere gli affari nelle sale slot. Galatioto, classe 1951, presenta dichiarazioni credibili dal 1992 al 1995, poi inizia a denunciare redditi mai superiori ai 5.000 euro l’anno fino al 2010, quando smette del tutto di presentare il proprio modello 730. Nonostante questo, insieme alla compagna cambia automobile quasi ogni anno, concedendosi il lusso di sfoggiare nel 2006 anche una Mercedes SL 500 e una Porche Cayenne. Gli stessi finanzieri hanno calcolato che le uscite della famiglia Galatioto fra il 1997 e il 2016 abbiano superato le entrate di almeno 368.000 euro. Meglio di tutti, in realtà, è riuscito a fare Ottavio Spada, nipote di Carmine detto “Romoletto”, che fra entrate e uscite ha presentato un salto passivo di ben 429.000 euro, sebbene sia stato l’unico dei soggetti attenzionati dall’operazione a presentare delle dichiarazioni dei redditi credibili e sempre superiori ai 20.000 euro di imponibile.
ROBERTO SPADA E I RIMBORSI DALLE ASSICURAZIONI – Ancor più particolare il caso di Roberto Spada, negli ultimi anni reggente del clan e autore della testata all’inviato della trasmissione Nemo, Daniele Piervincenzi. Sia Robertino – che non presentava dichiarazione dei redditi dal 2005 – sia la sua compagna Elisabetta Ascani, sono stati proprietari in questi anni di automobili di pregio come BMW X3, Nissan Pathfinder, Toyota Land Cruiser e un’Audi, ma la coppia fra il 2007 e il 2016 è stata piuttosto sfortunata alla guida, avendo dovuto affrontare ben 10 incidenti stradali (in 10 anni) pur stando sempre dalla parte della ragione, essendo riusciti ad ottenere nelle varie occasioni i relativi rimborsi dalle compagnie assicurative, per un totale di oltre 34.000 euro. Troppo, comunque, per giustificare spese al di fuori del comune, come dimostrano gli oltre 330.000 euro di passivo fra entrate e uscite registrate dai finanzieri fra il 1997 e il 2016, per quanto riguarda Roberto Spada, e altri 273.000 euro di “rosso” per quanto riguarda Elisabetta Ascani, cui è stata sequestrata anche la palestra Asd Femus, teatro della famosa aggressione di Robertino a Piervincenzi.
LE SALE SLOT DI CARMINE SPADA – Uno dei grandi business della famiglia era senz’altro quello delle sale slot. Nel decreto di sequestro riferito al boss Carmine Spada e ai suoi numerosi sodali e prestanome, compaiono la bellezza di 13 fra sale slot, bar e sale scommesse cui sono stati messi i sigilli, oltre a 3 autoconcessionari. In particolare, secondo le carte degli inquirenti alcuni locali in via delle Sirene risultavano essere centri dello spaccio, in particolare di hashish. Anche Romoletto sembra avesse una grande passione per le auto Bmw e le moto Yamaha, che rinnovava più o meno con cadenza biennale.