La protesta contro il sovraffollamento è iniziata intorno alle 21, in modo pacifico, per poi riprendere alle due di notte e continuare per quattro ore. Gli agenti hanno riportato alla calma i detenuti dopo ore di trattative. Pagani, segretario Uil Penitenziaria: "Erano ubriachi, denunciato più volte il problema del consumo di superalcolici ottenuti illegalmente dalla macerazione della frutta"
Quattro ore di rivolta con i prigionieri che gettavano oggetti dalle celle. È quello che è successo la scorsa notte nel carcere di Sanremo. I detenuti della prima sezione, una quindicina, intorno alle 2 hanno iniziato a lanciare tv, mobili e suppellettili e le bombolette a gas accese nel cortile interno. La protesta è iniziata intorno alle 21, in modo pacifico, per poi riprendere in piena notte. La polizia penitenziaria ha riportato alla calma i detenuti dopo ore di trattative: due gli agenti feriti.
All’arrivo del Direttore e del Comandante sono stati individuati i principali rivoltosi e sono stati isolati, “la sezione appare un vero e proprio campo di battaglia”, si legge in una nota del sindacato Uil-Pa Liguria. “Le fiamme sono state spente grazie all’utilizzo dell’idrante da parte della Polizia Penitenziaria, televisioni lanciate nel corridoio e lenzuola imbevute di olio”. Durante la rivolta, spiega sempre Uil Polizia Penitenziaria, due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti feriti e sono stati accompagnati in pronto soccorso.
La rivolta sarebbe scoppiata tra detenuti ubriachi coinvolgendo prima i 16 detenuti presenti in tre celle che hanno iniziato a lanciare televisori, incendiare lenzuola impregnate di olio, sgabelli e tavolini. Fabio Pagani, segretario regionale della Uil Polizia Penitenziaria, ha più volte ha denunciato il problema dell’abuso di superalcolici ottenuti illegalmente dai detenuti con la macerazione della frutta. Ben presto tutti i 46 reclusi nella sezione hanno preso parte alla rivolta, chi in solidarietà con i compagni e chi per attirare l’attenzione delle guardie, visto il denso fumo che stava iniziando a rendere irrespirabile l’aria.
“Questo ennesimo evento critico è uno dei tanti segnali che rilevano la prossima implosione del sistema penitenziario e soprattutto del carcere di Sanremo. Ormai ogni istituto è una polveriera pronta a deflagrare. Invitiamo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a intervenire per risolvere con urgenza questa criticità”, aggiunge Pagani. Al momento della rivolta, nel carcere erano presenti 260 detenuti e 10 agenti di polizia penitenziaria.
“Gli agenti penitenziari e il comandante del reparto presente hanno saputo gestire la situazione alla base della protesta al di là del sovraffollamento, oggi nel carcere di Sanremo vi sono 260 detenuti a fronte di una capienza di 210, vi è stato il rifiuto di concedere ulteriori benefici di quelli previsti per regolamento. Per fortuna di è trattato solo di una quindicina di detenuti e la protesta non ne ha coinvolti altri”, il segretario regionale del Sappe, Michele Lorenzo. “Chiediamo al Guardasigilli – aggiunge – che intervenga sulle carceri liguri. Sanremo è piena di eventi critici, c’è una gestione fallimentare del direttore. E anche nelle altre case circondariali le cose non vanno meglio. Occorre intervenire al più presto per evitare che la situazione degeneri. Per il 9 novembre stiamo organizzando una manifestazione di protesta contro la gestione a maglie larghe delle carceri liguri. Abbiamo scritto al ministro della Giustizia e aspettiamo un segnale. Sono fiducioso in una sua risposta”.