No al buonismo, no all’europeismo e no all’immigrazionismo. Sì a sovranismo e popolo. Sono le parole d’ordine del convegno “L’Italia al bivio: dove va la sinistra?“, sabato al Link Campus di Roma a cui hanno preso parte, tra gli altri, Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre. “Non parliamo affatto la stessa lingua di quelli da cui dobbiamo distinguerci – assicura Moreno Pasquinelli, anima del Movimento popolare di Liberazione e della Sinistra sovranista. “Questa è una sinistra che si richiama a quei valori socialisti traditi dal Partito Democratico“, spiega l’economista Antonio Maria Rinaldi.
“Le classi dominanti, sconfitte nelle urne il 4 marzo, vogliono impedire che il governo realizzi il cambiamento atteso. Esigono ubbidienza ai diktat della Ue – spiegano gli organizzatori del convegno -. Auspicano addirittura la ritorsione dei ‘mercati’: costruiamo un blocco costituzionale per una nuova liberazione, per la sovranità popolare e nazionale”.
Qui la manovra piace, “anzi, è troppo timida”. Ma nessun rischio scimmiottamento degli “originali” – ovvero Lega e Cinque Stelle – assicurano. “Rimane una incompatibilità di fondo con chi dice prima gli italiani. Noi diciamo prima gli sfruttati”, dice Stefano Fassina.
“Il tema dell’uscita dall’euro non è all’ordine del giorno – assicura Alfredo D’Attorre, ex deputato Pd e poi Leu -. Ma c’è una questione di sostenibilità dell’euro dal punto di vista democratico per come è stato fatto. Parole come ‘patriottismo’ non le regalerei alla destra: il patriottismo costituzionale dovrebbe essere nel Dna di una forza di sinistra socialista”.