Lo scandalo di Cambridge Analytica e la chiusura di Google+ hanno portato molti utenti, un tempo ignari del problema, a riflettere sull’esigenza di tutelare la propria privacy e a cercare un modo concreto per farlo. Fra le tante soluzioni, c’è quella di usare un motore di ricerca capace di tutelare la privacy degli utenti, come per esempio DuckDuckGo.

Il nome spiritoso non deve trarre in inganno, perché questo motore di ricerca non è una new entry, anzi ha dalla sua una grande esperienza e affidabilità. È nato 10 anni fa, e sono molti i “malati di privacy” che nel tempo hanno optato per questa soluzione invece che per quelle più popolari. All’indomani di scandali di portata globale come quelli citati sopra, il numero degli utenti è lievitato ulteriormente: secondo il Search Engine Journal il traffico su DuckDuckGo è aumentato del 50% rispetto allo scorso anno, con un record di 30 milioni di ricerche in un solo giorno.

A chiunque abbia usato un motore di ricerca in vita sua non è necessario spiegare come funziona DuckDuckGo: basta collegarsi alla pagina principale e inserire le parole da cercare nell’apposito spazio. L’interfaccia non è molto differente da quella di Google: durante la digitazione della chiave di ricerca si attivano automaticamente i suggerimenti per completare la richiesta. I risultati sono visualizzati sotto forma di elenco con un paio di righe di riassunto.

Se vi manca qualche passaggio, sappiate che semplicemente non c’è: DuckDuck Go non vi chiede di registrarvi, non crea un vostro profilo utente, non memorizza i risultati delle vostre ricerche e non propone risultati sponsorizzati. Morale: se fate una ricerca per un tour organizzato in Australia non sarete sommersi di pubblicità con le offerte dei voli per Sydney, il noleggio auto o l’affitto di appartamenti nella terra dei canguri. L’argomento Australia si chiuderà quando avrete terminato la vostra ricerca.

Non solo: dai risultati sono bandite tutte quelle pagine che hanno troppe inserzioni pubblicitarie, per intenderci quelle che appena aperte visualizzano una marea di finestre popup. E non troverete nemmeno le pagine “spazzatura”, ossia quelle che includono contenuti di qualità troppo bassa rispetto ai parametri definiti dai gestori.

Fra i tanti vantaggi di DuckDuck Go vale la pena ricordare anche la sua missione per la pluralità dell’informazione: i risultati che vedrete saranno bipartisan. Che cosa significa? Se non ve ne siete mai accorti, Google conosce bene i vostri gusti; sa se siete pro o contro vaccini, se siete di destra o di sinistra (cliccate più notizie relative a una parte politica che all’altra), se preferite andare in vacanza al mare o in montagna, eccetera. E per farvi sentire più soddisfatti vi sottopone con precedenza i risultati che per voi sono di maggior gradimento, o quelli che sono più condivisi, quindi meglio indicizzati. Così facendo però non vi dà gli strumenti per conoscere che cosa pensa chi ha una posizione differente dalla vostra, e con l’andare del tempo crea una fossilizzazione delle posizioni e del modo di pensare. Poter decidere su quali notizie cliccare è un diritto ed è una forma di libertà. Che qualcun altro decida per noi a priori non lo è, anche se apparentemente ci fa contenti.

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