Al via con due ore di ritardo il consiglio dei ministri sulla manovra. Di Maio e Salvini dopo una giornata di tensione trovano la quadra. Sarà prevista la possibilità di dichiarazione integrativa, ma fino a un massimo del 30% rispetto alle somme già rese note all'erario. Dal taglio alle pensioni d’oro "un miliardo in tre anni". La quota 100 per andare in pensione sarà in vigore da febbraio
Dopo una giornata di tensione tra gli alleati di governo e diverse fumate nere, Lega e M5s hanno trovato un’intesa sul decreto fisco: potrà aderire alla “pace fiscale” chi è in regola con le dichiarazioni dei redditi e anche chi ha omesso fino a un massimo del 30% dei propri introiti, con un tetto massimo di 100mila euro. Ci sarà poi “una norma per l’arresto degli evasori fiscali”. Con due ore di ritardo si è dunque riunito il consiglio dei ministri convocato per le 17:30 con all’ordine del giorno il dl e la bozza della legge di Bilancio, che deve essere inviata a Bruxelles entro la mezzanotte. Il premier Giuseppe Conte e i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono stati riuniti per due ore e mezza per sciogliere il nodo, dopo che in mattinata Di Maio aveva disertato il tavolo con Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria in segno di dissenso rispetto alle richieste della Lega. In mattinata Salvini aveva annunciato che l’approvazione del Draft Budgetary Plan – cioè appunto la bozza della manovra – sarebbe slittata a domani, anche se in base alle regole europee va inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre. Poi però la legge di Bilancio è stata inserita nell’ordine del giorno del cdm.
Fonti M5s hanno spiegato che nel decreto fiscale sarà prevista la possibilità di dichiarazione integrativa, che esiste già, ma con la possibilità di integrare fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate con un tetto massimo di 100mila euro. Non sono state rese note le aliquote che saranno applicate a queste somme fatte emergere in ritardo. Ci sarà poi “una norma per l’arresto degli evasori fiscali”. Il carcere per diverse fattispecie di evasione è in realtà già previsto, anche se il governo Renzi ha alzato le soglie di non punibilità: ora per esempio occorre omettere di dichiarare almeno 150mila euro (contro i 50mila precedenti) per finire in prigione da uno a tre anni mentre la dichiarazione fraudolenta è punibile con la reclusione solo se riguarda cifre superiori a 1,5 milioni. In questo caso si rischiano da un anno e sei mesi a 6 anni.
Il nodo coperture. “Un miliardo in tre anni da pensioni d’oro” – L’urgenza di affrontare la questione pace fiscale era legata alla necessità di trovare le coperture per la legge di Bilancio. Gli aumenti di entrate al momento previsti ammontano a 8 miliardi, mentre i tagli sono quantificati in poco meno di 7 miliardi. Di Maio aveva anticipato che uno arriverà dal taglio delle pensioni d’oro. In serata fonti M5s hanno chiarito che il risparmio sarà spalmato su un triennio. La misura, finora affidata a un ddl all’esame del Parlamento, rientrerà nella legge di Bilancio con un intervento che riguarderà gli assegni sopra i 4.500 euro e non quelli più bassi. Secondo l’Inps i risparmi si fermano a 150 milioni l’anno. Salvini dal canto suo ha anticipato: “Io da ministro dell’Interno un miliardo lo metto a disposizione cash. Sono soldi in meno detratti da spese dell’accoglienza alla Riace. Meno sbarchi vuol dire meno costi e quel miliardo che gli italiani risparmiano grazie ai minori sbarchi possiamo metterlo nella riduzione delle tasse. Quindi, io di mio la metà della copertura l’ho già trovata”.
Tasse in aumento per le banche? – “Nessun aumento delle tasse, se non per banche e assicurazioni”, sottolineano fonti della maggioranza. Secondo quanto emerso nei giorni scorsi un maggior gettito da parte del sistema bancario dovrebbe in realtà arrivare da una revisione delle deduzioni fiscali delle banche. Per esempio, le ipotesi circolate nei giorni parlavano di una riduzione della percentuale di deducibilità di alcuni costi come gli interessi passivi, oggi deducibili al 100%.
Legge Bramini e innalzamento del limite per affidamenti senza gara – Capitoli in bilico ma che potrebbero ancora rientrare nel testo sono poi quello sul “salva imprenditori” ispirato al caso di Sergio Bramini, fallito per colpa dei mancati versamenti da parte dello Stato (dovrebbero essere vietati i pignoramenti di case e beni) e sugli appalti. La volontà del governo è quella di alzare il limite dei 40mila euro per gli affidamenti senza gara portandolo sui livelli europei, sui 200mila euro.
Reddito di cittadinanza con offerte di lavoro “su base geografica” – Dal vertice è uscita anche la decisione che l’introduzione della quota 100 per andare in pensione partirà da febbraio. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, come anticipato da Conte nella manovra le offerte di lavoro saranno “modulate sulla base della distribuzione geografica”. Si pensa in pratica a dare la possibilità di rifiutare la prima offerta se il posto è fuori dalla regione di residenza, senza per questo giocarsi una delle tre chance dopo le quali viene meno il diritto al sostegno.