Da oggi, lunedì, l’Istituto comprensivo Santa Chiara Pascoli e Altamura, a Foggia, inizierà il servizio mensa. Per tutti gli studenti, tranne che per Francesco, un bambino di 11 anni che frequenta la quinta elementare. Per lui il pasto arriverà, ma la malattia dalla quale è affetto (una paralisi cerebrale infantile) non gli permette di alimentarsi in maniera autonoma. E non ci sarà nessuno a imboccarlo. La denuncia è stata della stessa mamma di Francesco, Loredana De Cata via Facebook. “La referente al sostegno della scuola mi ha dato la notizia solo venerdì alle 12.30. Senza tante spiegazioni, sostenendo di aver fatto tutto quello che era di loro competenza per garantire questo servizio”, racconta Loredana al Fattoquotidiano.it. “A lui piace mangiare con i compagni, è felice. La scuola sta discriminando un alunno“, continua la mamma.
Le opzioni date alla famiglia invece sono due: andare a prendere il figlio prima dei pasti o pagare da soli un Oss (un operatore socio-sanitario) che si occupi di lui durante la pausa pranzo. Una “soluzione” che, spiega Loredana, “la stessa Asl ha suggerito alla scuola”. “Hanno sostenuto, in pratica, che potevamo pagare un assistente, usando i soldi che spettano a Francesco con l’assegno di cura – continua Loredana – Noi ci siamo rifiutati perché quella somma serve per sostenere tutte le spese extra, che lo Stato non passa: medicine, integratori, viaggi per visite specialistiche e terapie“. Oltretutto, prosegue ancora Loredana, “si tratta di scuola dell’obbligo e di un’istituzione a cui io ho affidato mio figlio per la sua istruzione”.
E proprio di un rimbalzo delle responsabilità tra varie istituzioni parla Loredana, che si ritrova a lottare per questo diritto per l’ennesima volta. Francesco frequenta la Santa Chiara da 8 anni: già per lo scorso anno scolastico (quando è stato introdotto il tempo prolungato) la sua famiglia aveva dovuto imporsi per ottenere il servizio. “La Asl dice che è compito dell’Istituto garantire l’aiuto. La scuola rimanda al Comune e per l’amministrazione non è una questione di sua competenza”. Una spirale che, al momento, non ha ancora trovato né un responsabile né una soluzione.
A spiegare l’impasse burocratico di cui è vittima Francesco, è la dirigente dell’Istituto, Maria Goduto, che sottolinea peraltro la politica di inclusione che da sempre pratica la scuola, cercando spesso soluzioni integrative per superare alcune difficoltà per la cura di soggetti disabili. “Prima dell’inizio dello scorso anno scolastico – spiega la preside – l’istituzione scolastica si è attivata per accreditarsi come ente di accoglienza dei volontari e dei tirocinanti inclusi nel Red, il reddito di dignità (previsto dalla Regione Puglia, ndr), presentando un progetto su sollecitazione dell’assessorato comunale alle Politiche sociali. Per questo per l’intero anno scolastico abbiamo potuto usufruire del contributo di una persona dedicata alla cura dell’alunno durante il pranzo”. Un progetto terminato il 17 luglio, alla scadenza del periodo di “lavoro” degli inclusi nel Red. “Abbiamo subito inoltrato all’assessorato del Comune la richiesta di una nuova assegnazione di personale di assistenza, tutt’oggi rimasta inevasa“. Ritardi determinati, secondo la preside, dalla transizione di molte persone incluse nel Red al Rei, il redditto di inclusione nazionale.
Francesco, scrive la preside in una nota, è seguito da numerose persone: due insegnanti di sostegno, che coprono tutte le ore curricolari, due collaboratori scolastici che volontariamente si occupano dell’igiene dell’11enne e un educatore, chiesto proprio dall’istituto al Comune. Nessuno però, per contratto, può dare da mangiare a Francesco. “È da sottolineare – continua la Goduto – la posizione incomprensibile dell’Asl che, interpellata periodicamente in merito alla questione pasto di Francesco, non ha mai reso disponibile la figura dell’assistente, né per quest’anno né per gli anni precedenti”.
Difficile pensare a una soluzione nell’immediato se non quella, ovvia, che sia la stessa Loredana a occuparsi di lui. “Lo porterò regolarmente a scuola – conclude la mamma di Francesco – Alle 12 andrò da lui, verificherò di persona l’assenza di qualcuno che lo imbocchi. Lo farò mangiare, poi scatteranno le denunce per abbandono di incapace“.