Il corpo di Jamal Khashoggi, dissidente saudita scomparso 13 giorni fa dopo l’ingresso nel consolato del suo Paese a Istanbul, potrebbe essere stato sciolto nell’acido. La polizia turca, scrive il quotidiano Haberturk, “sta indagando seriamente” sull’ipotesi. Secondo il quotidiano, che cita fonti dell’indagine, l’ipotesi – su cui stanno lavorando anche gli agenti del Mit, i servizi segreti di Ankara – è partita da una denuncia di Turan Kislakci, amico di Khashoggi e capo dell’Associazione dei media turco-arabi, che sin dalle prime ore aveva sostenuto che gli assassini si sarebbero immediatamente disfatti del corpo. Secondo la polizia turca sarebbe stato ucciso da un commando saudita.
Il 7 ottobre diversi media internazionali riportavano che il giornalista sarebbe stato ucciso all’interno dell’edificio degli uffici della rappresentanza diplomatica del suo Paese. A dare la notizia era l’agenzia Reuters, che cita fonti turche. Una versione, quella dell’agenzia britannica, sostenuta anche dal Washington Post, quotidiano con cui Khashoggi collabora e che sta portando avanti una campagna per arrivare alla verità sull’improvvisa scomparsa del reporter.
Secondo l’agenzia Bloomberg, il re saudita Salman ha ordinato l’avvio di un’indagine interna, mentre Donald Trump ha fatto sapere che il sovrano “nega qualsiasi conoscenza di cosa possa essere successo”, ha detto il presidente degli Stati Uniti riferendo della sua telefonata a Salman, il quale gli ha assicurato che “stanno lavorando strettamente con la Turchia per trovare una risposta”. Poco dopo, però, il presidente degli Stati Uniti torna sull’argomento, dichiarando ai reporter che esisterebbe la possibilità che Jamal Khashoggi possa essere stato ucciso da “delinquenti” comuni.
Anche il vice primo ministro kuwaitiano, Anas al-Saleh, si è schierato al fianco della monarchia saudita e ha parlato di una “campagna faziosa” è in corso contro Ryad. Al-Saleh, citato dall’agenzia di stampa ufficiale Kuna, ha invitato ad attendere i risultati delle indagini da parte delle “autorità competenti” prima di giudicare il caso. Il vice primo ministro ha quindi ribadito il sostegno del Kuwait all’Arabia Saudita “di fronte ai tentativi di danneggiare la sua sovranità”, apprezzando il ruolo del regno nel “rafforzare la pace e la sicurezza”.