Jair Bolsonaro, il candidato di estrema destra favorito per il ballottaggio nelle elezioni presidenziali in Brasile, ha annunciato che se verrà eletto ordinerà “immediatamente” l’estradizione di Cesare Battisti, l’ex membro del Proletari Armati per il Comunismo (Pac), condannato a diversi ergastoli in Italia. “Riaffermo qui il mio impegno – ha scritto Bolsonaro su Twitter in italiano – di estradare il terrorista Cesare Battisti, amato dalla sinistra brasiliana, immediatamente in caso di vittoria alle elezioni. Mostreremo al mondo il nostro totale ripudio e impegno nella lotta al terrorismo. Il Brasile merita rispetto!”.

Bolsonaro ha poi pubblicato un secondo messaggio in italiano inviandolo personalmente a Matteo Salvini. “Grazie per la vostra considerazione, vice primo ministro italiano! Un grande abbraccio qui dal Brasile!”, si legge nel tweet inviato in risposta a quello con cui il leader della Lega ha celebrato la vittoria di Bolsonaro al primo turno delle presidenziali scrivendo che “anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova!”.

Bolsonaro “non ha niente a che fare con la questione perché non è lui che decide“, ha commentato Battisti ai microfoni dell’Afp – Non mi preoccupo perché non è l’esecutivo che decide su questo in questo momento, è la magistratura”, ha detto l’ex Pac, ricordando che la Corte suprema brasiliana (Stf) deve ancora esprimersi sul suo caso.

Chi è Cesare Battisti – Battisti nel 1993 è stato condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi e per complicità in omicidio, per fatti risalenti alla fine degli anni ’70. Fra prigione, fuga e asilo politico, l’oggi 63enne ha vissuto prima in Italia, poi circa 15 anni in Francia e poi dal 2004 in Brasile. L’attuale governo brasiliano del presidente uscente Michel Temer aveva già manifestato un anno fa la sua intenzione di estradare Battisti in Italia, ma la Corte suprema brasiliana, che a ottobre del 2017 doveva decidere se un’estradizione fosse legale o meno, alla fine aveva rinviato la decisione sine die per motivi tecnici. L’ex presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva, nell’ultimo giorno del suo mandato nel 2010, aveva respinto la richiesta di estradizione di Battisti decisa all’epoca dalla Corte suprema, per decreto. Un decreto che la difesa di Battisti considera irrevocabile. Negli ultimi anni, Roma ha moltiplicato le richieste di estradizione.

Il ballottaggio per le presidenziali – Al primo turno, lo scorso 7 ottobre, Bolsonaro è arrivato in testa con il 46% dei voti, seguito dal candidato del Partito dei lavoratori (Pt) Fernando Haddad, che si è fermato al 29%. I due si sfideranno nel ballottaggio il 28 ottobre e a meno di due settimane dal secondo turno Bolsonaro consolida il suo vantaggio su Haddad, l’erede politico di Lula da Silva, ottenendo poco meno del 60% delle intenzioni di voto, contro il 41-42% del suo rivale. Così lo indicano due sondaggi il cui risultato è stato diffuso nelle ultime 24 ore. La prima inchiesta demoscopica della Ibope dopo il primo turno dello scorso 7 ottobre, pubblicata ieri sera, attribuisce il 59% dei voti a Bolsonaro e il 41% al candidato del Pt.

Sono esattamente gli stessi numeri emersi dal sondaggio della Fsb diffuso poche ore prima, e in linea con quelli del sondaggio della Datafolha reso noto due giorni dopo il primo turno delle elezioni, che prevedeva il 58% dei voti al ballottaggio per Bolsonaro e il 42% per Haddad. L’inchiesta della Ibope, d’altra parte, registra che per prima volta il tasso di rifiuto elettorale di Haddad – cioè la percentuale di elettori che dicono che non voterebbero mai per il candidato – supera quello di Bolsonaro, per 47 a 35%. Il candidato di estrema destra era in testa a questa classifica negativa dall’inizio della campagna elettorale.

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