Il documento, nato dopo la presentazione del disegno di legge sull'affido condiviso, sottolinea come occorra una valutazione caso per caso che tenga conto delle reali esigenze del figlio
Sono quasi 100mila (97.690) i figli minorenni di genitori separati su cui in queste settimane sono puntati i riflettori dopo la proposta del ddl del senatore leghista Simone Pillon che vorrebbe la “bigenitorialità perfetta” e la mediazione obbligatoria per trovare un accordo sul mantenimento dei figli e sul loro affido. Una proposta criticata dal Garante dell’infanzia che ha presentato la Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori. “Regole astratte e predeterminate, come la divisione paritetica dei tempi di permanenza del figlio presso ciascun genitore, potrebbero risultare in contrasto con il reale interesse del minore, che va comunque sentito se l’età lo consente prima di assumere decisioni che lo riguardino. Occorre quindi una valutazione caso per caso che tenga conto delle reali esigenze del figlio. Molti sono i fattori che possono entrare in gioco: l’età, la situazione abitativa dei genitori, l’inserimento di un nuovo partner e di una sua eventuale famiglia, gli affetti, la scuola”.
La garante Filomena Albano attende da mesi di poter dire la sua: il 31 agosto ha chiesto di essere audita dalla Commissione giustizia del Senato competente per l’esame dei disegni di legge in materia di affido condiviso ma non ha ancora avuto risposta. Nel frattempo ha presentato la Carta che è legata a un’attività progettuale avviata lo scorso anno: “Abbiamo pensato – spiega la Garante – di realizzarla per tenere alta l’attenzione sulle esigenze e i diritti di bambini e ragazzi che si trovano a vivere i cambiamenti, le difficoltà e i contrasti legati alla separazione dei genitori”.
È il frutto di un percorso partecipato che ha coinvolto esperti scelti tra personalità del settore giuridico, sociale, psicologico e pedagogico e del contributo fornito dai ragazzi della Consulta, organo di consultazione permanente dell’autorità, costituito lo scorso aprile e composto da 18 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, provenienti da diverse realtà aggregative. Dieci sono i diritti tra i quali quello “di non essere strumentalizzati, di non essere messaggeri di comunicazioni e richieste esplicite o implicite rivolte all’altro genitore; di non essere indotti a mentire e di non essere coinvolti nelle menzogne”, ma anche il diritto di essere ascoltati e ricevere spiegazioni sulle decisioni prese, in particolare quando divergenti rispetto alle loro richieste e ai desideri manifestati. Il figlio ha il diritto di ricevere spiegazioni non contrastanti da parte dei genitori.
“Il documento promuove la centralità dei figli proprio nel momento della crisi della coppia – evidenzia Albano -. I genitori, anche se separati, non smettono di essere genitori”. La Carta si apre con il diritto dei figli di continuare ad amare ed essere amati da entrambi i genitori e di mantenere i loro affetti. “I figli devono poter stare al centro della vita dei genitori”, avverte la Garante che ricorda come “il genitore deve poter essere un faro, un riferimento, la prima persona a cui il figlio pensa di rivolgersi in caso di difficoltà e per condividere gioia ed entusiasmo. Per aiutare i figli bisogna renderli consapevoli che nel cuore e nella testa si ha un posto per loro”.