Assoluzione per il reato di frode fiscale e condanna per quanto riguarda la esterovestizione. È la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Udine al processo per una presunta evasione e maxi frode fiscale contestata dalla Procura ai vertici del Gruppo Danieli di Buttrio, uno dei leader mondiali nella produzione di impianti siderurgici. Dunque, il presidente Giampietro Benedetti, Alessandro Brussi e Enzo Ruscio per i quali il pm Claudia Danelon aveva chiesto condanna da a quattro anni, sono stati assolti dal reato di frode fiscale perché il fatto non sussiste; invece sia Benedetti che Brussi sono stati condannati a un anno e dieci mesi con la condizionale ciascuno per l’accusa di aver esterovestito alcune società, e alla confisca di beni per 30 milioni. Assolti invece i quattro amministratori delle società lussemburghesi. La difesa ha già annunciato appello.
Il 20 settembre scorso dopo due ore e mezza di requisitoria, il pm Claudia Danelon aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Il pubblico ministero aveva anche chiesto la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti per la valutazione della congruità dell’accordo conciliativo che era stato raggiunto tra l’azienda e l’Agenzia delle Entrate. Un accordo che – aveva spiegato la difesa dei vertici Danieli – era stato raggiunto dopo che la commissione tributaria di primo grado aveva accolto integralmente il ricorso della Danieli e con l’avvallo della
direzione centrale nazionale dell’Agenzia delle Entrate come previsto per i grandi contribuenti. La parola è passata poi agli avvocati delle difese che, in quasi sette ore di arringhe, avevano chiesto per tutti gli imputati l’assoluzione con la formula piena perché il fatto non
sussiste.
Secondo l’accusa sarebbe stata compiuta un’evasione di circa 80 milioni su un totale di circa 281 milioni di euro. Secondo l’ipotesi d’accusa – spiegava in una nota la procura il 25 febbraio 2015 – il gruppo siderurgico friulano avrebbe dichiarato costi fittizi relativi a interessi passivi maturati attraverso conferimenti azionari a società di comodo. Di fatto, il denaro “partito” dalle societa’ nazionali della Danieli, dopo un “giro” internazionale sarebbe tornato in Italia sotto forma di prestito fruttifero, il tutto nello stesso giorno di valuta, iniziando a maturare interessi passivi. Il totale dei costi fittizi dichiarati era stato calcolato in circa 12,9 milioni di euro, con un’evasione di 3,9 milioni. Veniva iene inoltre contestata la costituzione di tre società con sede formale in Lussemburgo ma di fatto gestite in Italia e le cui decisioni operative venivano decise a Buttrio. Per questo, secondo l’ipotesi dell’accusa, sarebbero state omesse le dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2004 al 2013, pari a redditi per 255 milioni e un’evasione di imposte pari a circa 73 milioni. Secondo la
Procura, queste società “esterovestite” avevano mere domiciliazioni fiscali in alcuni “open space” in Lussemburgo, ma non avevano dipendenti né struttura. Infine, al Gruppo veniva contestata l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti per un ammontare di 13,3 milioni di euro e un’imposta evasa di 3,7 milioni; tutti documenti contabili formalmente di una società negli Emirati Arabi, per gli anni d’imposta dal 2006 al 2010, che avrebbero avuto lo scopo di creare fondi occulti per “elargizioni a soggetti terzi esteri”. Ma il Tribunale ha solo parzialmente accolto l’ipotesi.
Il Gruppo Danieli ha espresso “soddisfazione” per la sentenza di assoluzione con formula piena emessa dal Tribunale di Udine in merito all’ipotesi di frode fiscale ma ha “manifestato viva sorpresa quanto alla condanna pronunciata relativamente alla contestata ipotesi di esterovestizione” come si legge in un comunicato della società precisando che sulla vicenda esterovestizione “si erano già espressi in senso favorevole alla società, il gip presso il Tribunale di Udine, due Commissioni tributarie provinciali, con due sentenze favorevoli alla società, e, da ultimo, la stessa Agenzia delle entrate che, in autotutela, aveva annullato tutte le contestazioni“. Danieli ha comunque sottolineato che “tale sentenza riguarda esclusivamente fattispecie di matrice fiscale, non è esecutiva e non implica alcuna conseguenza negativa per la finanza della società“. E’ stata anche annunciata l’intenzione di proporre appello non appena saranno rese note le motivazioni. Intanto, Danieli, confermando “piena fiducia nell’operato dei propri amministratori”, ha evidenziato che la “sentenza non avrà conseguenza sulla governance del gruppo e le proprie strategie finanziarie ed industriali”.
Testo rettificato il 24 ottobre 2018 alle ore 12.49
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Fisco, per Gruppo Danieli assoluzione per il reato di frode e condanna per esterovestizione
Il 20 settembre scorso dopo due ore e mezza di requisitoria, il pm Claudia Danelon aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Il pubblico ministero aveva anche chiesto la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti per la valutazione della congruità dell'accordo conciliativo che era stato raggiunto tra l'azienda e l'Agenzia delle Entrate
Assoluzione per il reato di frode fiscale e condanna per quanto riguarda la esterovestizione. È la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Udine al processo per una presunta evasione e maxi frode fiscale contestata dalla Procura ai vertici del Gruppo Danieli di Buttrio, uno dei leader mondiali nella produzione di impianti siderurgici. Dunque, il presidente Giampietro Benedetti, Alessandro Brussi e Enzo Ruscio per i quali il pm Claudia Danelon aveva chiesto condanna da a quattro anni, sono stati assolti dal reato di frode fiscale perché il fatto non sussiste; invece sia Benedetti che Brussi sono stati condannati a un anno e dieci mesi con la condizionale ciascuno per l’accusa di aver esterovestito alcune società, e alla confisca di beni per 30 milioni. Assolti invece i quattro amministratori delle società lussemburghesi. La difesa ha già annunciato appello.
Il 20 settembre scorso dopo due ore e mezza di requisitoria, il pm Claudia Danelon aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Il pubblico ministero aveva anche chiesto la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti per la valutazione della congruità dell’accordo conciliativo che era stato raggiunto tra l’azienda e l’Agenzia delle Entrate. Un accordo che – aveva spiegato la difesa dei vertici Danieli – era stato raggiunto dopo che la commissione tributaria di primo grado aveva accolto integralmente il ricorso della Danieli e con l’avvallo della
direzione centrale nazionale dell’Agenzia delle Entrate come previsto per i grandi contribuenti. La parola è passata poi agli avvocati delle difese che, in quasi sette ore di arringhe, avevano chiesto per tutti gli imputati l’assoluzione con la formula piena perché il fatto non
sussiste.
Secondo l’accusa sarebbe stata compiuta un’evasione di circa 80 milioni su un totale di circa 281 milioni di euro. Secondo l’ipotesi d’accusa – spiegava in una nota la procura il 25 febbraio 2015 – il gruppo siderurgico friulano avrebbe dichiarato costi fittizi relativi a interessi passivi maturati attraverso conferimenti azionari a società di comodo. Di fatto, il denaro “partito” dalle societa’ nazionali della Danieli, dopo un “giro” internazionale sarebbe tornato in Italia sotto forma di prestito fruttifero, il tutto nello stesso giorno di valuta, iniziando a maturare interessi passivi. Il totale dei costi fittizi dichiarati era stato calcolato in circa 12,9 milioni di euro, con un’evasione di 3,9 milioni. Veniva iene inoltre contestata la costituzione di tre società con sede formale in Lussemburgo ma di fatto gestite in Italia e le cui decisioni operative venivano decise a Buttrio. Per questo, secondo l’ipotesi dell’accusa, sarebbero state omesse le dichiarazioni dei redditi relative agli anni dal 2004 al 2013, pari a redditi per 255 milioni e un’evasione di imposte pari a circa 73 milioni. Secondo la
Procura, queste società “esterovestite” avevano mere domiciliazioni fiscali in alcuni “open space” in Lussemburgo, ma non avevano dipendenti né struttura. Infine, al Gruppo veniva contestata l’emissione di fatture per prestazioni inesistenti per un ammontare di 13,3 milioni di euro e un’imposta evasa di 3,7 milioni; tutti documenti contabili formalmente di una società negli Emirati Arabi, per gli anni d’imposta dal 2006 al 2010, che avrebbero avuto lo scopo di creare fondi occulti per “elargizioni a soggetti terzi esteri”. Ma il Tribunale ha solo parzialmente accolto l’ipotesi.
Il Gruppo Danieli ha espresso “soddisfazione” per la sentenza di assoluzione con formula piena emessa dal Tribunale di Udine in merito all’ipotesi di frode fiscale ma ha “manifestato viva sorpresa quanto alla condanna pronunciata relativamente alla contestata ipotesi di esterovestizione” come si legge in un comunicato della società precisando che sulla vicenda esterovestizione “si erano già espressi in senso favorevole alla società, il gip presso il Tribunale di Udine, due Commissioni tributarie provinciali, con due sentenze favorevoli alla società, e, da ultimo, la stessa Agenzia delle entrate che, in autotutela, aveva annullato tutte le contestazioni“. Danieli ha comunque sottolineato che “tale sentenza riguarda esclusivamente fattispecie di matrice fiscale, non è esecutiva e non implica alcuna conseguenza negativa per la finanza della società“. E’ stata anche annunciata l’intenzione di proporre appello non appena saranno rese note le motivazioni. Intanto, Danieli, confermando “piena fiducia nell’operato dei propri amministratori”, ha evidenziato che la “sentenza non avrà conseguenza sulla governance del gruppo e le proprie strategie finanziarie ed industriali”.
Testo rettificato il 24 ottobre 2018 alle ore 12.49
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Papa Francesco, dopo tre settimane un audio per i fedeli: “Grazie per le vostre preghiere”. Il bollettino: “È stabile”. Il prossimo sarà sabato
Politica
Vertice Ue, veto di Orban su sostegno a Kiev. Zelensky: martedì summit tra i “volenterosi”. Meloni: “Riarmo? Termine non chiaro. No all’uso dei fondi di coesione”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.