Si è tenuta stamattina a Reggio Calabria l’udienza davanti al Tribunale della Libertà chiamato a decidere se revocare i domiciliari al sindaco di Riace Mimmo Lucano, arrestato il 2 ottobre scorso per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo gli interventi degli avvocati Antonio Mazzone e Andrea D’aqua, i giudici del Riesame si sono ritirati in camera di consiglio e decideranno nelle prossime ore. La sentenza potrebbe arrivare in giornata ma non è escluso che il tribunale si prenda anche la giornata di mercoledì per studiare le carte dell’inchiesta “Xenia” e l’ordinanza del gip che aveva disposto i domiciliari per Lucano cassando però le accuse più gravi che venivano contestate dalla Procura di Locri. “Penso sia andata bene – è il commento a caldo del sindaco di Riace -. Sono fiducioso. Se esiste il diritto sono fiducioso”.
A distanza, Lucano ha voluto rispondere al prefetto Morcone che è stato direttore del Dipartimento che si occupava dei richiedenti asilo e poi capo di gabinetto dell’ex ministro Minniti. Dalle colonne del Corriere della Sera, infatti, nei giorni scorsi Morcone ha affermato di aver avvertito Lucano di “stare attento”. “Il prefetto Morcone non si doveva dimenticare quando, nel 2008, voleva portare a Riace 400 persone. Quando Comuni come Milano davano la disponibilità di 20 posti, noi in due giorni abbiamo ospitato 300 persone. Come facevano a non fare gli affidamenti diretti alle cooperative che oggi ci contestano”.
E adesso che succede: “Anche senza contributi pubblici andiamo avanti lo stesso. Faremo l’accoglienza spontanea. Vogliamo uscire dallo Sprar perché non voglio più avere a che fare con chi non ha fiducia e con questo governo che spesso non rispetta i diritti umani. Riace non finisce. Poi se mi vogliono eliminare in tutti i sensi… Noi apparteniamo ad una idea politica che è affamata di umanità. Questo forse da fastidio”.