“Accanimento di Salvini nei confronti di Riace? Non condivido la visione politica del ministro, ma siamo in democrazia e ognuno lotta per i suoi valori. Tuttavia, la verità è che i problemi sono iniziati prima che si insediasse questo governo, cioè ben 18 mesi fa. Per onestà intellettuale non me la sento di scaricare la colpa sul governo attuale”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Un giorno da ascoltare”, su Radio Cusano Campus, dal vicesindaco di Riace, Giuseppe Gervasi. “I problemi di cui sto parlando” – spiega – “viaggiano su due binari: il procedimento penale, che è iniziato 18 mesi fa, e quello amministrativo, che risale a più di un anno e mezzo fa e all’epoca il ministro era Minniti. Non me la sento di dare la colpa a nessuno, è pure probabile che abbiamo commesso degli errori. Ne avrò commessi alcuni anche io, ma la bontà del modello Riace deve essere assolutamente salvaguardata. Secondo me, la sanzione è esagerata rispetto agli errori commessi”.
Gervasi descrive la situazione critica in cui versa il paese calabrese: “Sono successe troppe cose. Troppe. Non abbiamo fatto nemmeno in tempo ad assorbire l’arresto del sindaco Mimmo Lucano e a capire quello che è successo, che mercoledì è arrivata questa circolare del Ministero dell’Interno. E subito abbiamo parlato con i legali esperti in studi giuridici sull’immigrazione cercando di comprendere perché le loro controdeduzioni non fossero state prese in considerazione. Si farà ricorso ma, al di là delle carte e dei ricorsi, quello che sta accadendo è molto grave”.
E aggiunge: “Il paese in questi giorni è in ginocchio, i laboratori sono chiusi, i ragazzi che sono in accoglienza hanno paura di andare via, le attività commerciali stanno venendo meno, la gente non lavora. La situazione è molto più grave di quel che può apparire. Riace è troppo famosa rispetto alla sua grandezza. Riace è inserita in un contesto povero. Sono state contestate 34 penalità, tra cui alloggi fatiscenti dove abitavano gli immigrati. Questa è una delle cose che mi fa ridere. Io ho dormito per trent’anni in una casa del centro storico e non avevo neanche la stanza da letto, quindi dormivo in cucina”. Il vicesindaco spiega: “Le case in questi paesi sono state costruite prima del 1967 ma hanno un’anima, lontana dalla concezione delle nuove case moderne. Se venissero anche in questo momento a fare un controllo a casa mia, si accorgerebbero che qui tutti viviamo così, in questi alloggi lontani dalla modernità odierna, ma in ogni caso ci si vive bene, non ci manca nulla. Questa è la differenza tra vivere in un hotel o in una baraccopoli: qui si vive dignitosamente”.
Poi si sfoga sul voltafaccia di alcuni abitanti di Riace: “Non mi piace il vento che ora sta soffiando a Riace, purtroppo quel vento politico che tira in Italia è arrivato anche nel nostro paese. Si sa che noi italiani spesso siamo molto bravi a salire sul carro del vincitore e a scendere non appena chi lo guida ha delle difficoltà. Questo è accaduto per Mimmo Lucano. E’ una percentuale molto bassa di persone, ma prima questa percentuale non esisteva. Il difetto di noi italiani, calabresi, e così via, è che non abbiamo un modo di pensare costruttivo, ma crediamo che sia sufficiente seguire una persona e che quest’ultima sia in grado di tirarci fuori dai problemi. Ma non è così”
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