Vincenzo Onorato, editore della testata online e patron di Mascalzone Latino, ha chiesto maggiore "neutralità" in vista delle elezioni regionali: "Non siamo una curva di tifosi". Il direttore Giovanni Maria Bellu: "Avremmo dovuto assumere un atteggiamento neutrale nei confronti di sovranismo e xenofobia. Ci siamo serenamente rifiutati di farlo"
“Avremmo dovuto, modificando la linea politico-editoriale, assumere un atteggiamento neutrale nei confronti di sovranismo e xenofobia. Ci siamo serenamente rifiutati di farlo”. Così Giovanni Maria Bellu, direttore di Sardinia Post, motiva nel suo ultimo editoriale le dimissioni dalla testata online da lui stesso fondata il 1°ottobre 2012. Una scelta, spiega, dovuta alla richiesta dell’editore – l’armatore Vincenzo Onorato, presidente di Moby Lines e del team velico Mascalzone Latino – di modificare la linea politica del giornale, da sempre vicina all’area progressista. “In questi sei anni – rivendica Bellu – abbiamo dato le notizie. Abbiamo svelato svariati casi di uso improprio della cosa pubblica senza guardare al colore politico dei responsabili. Abbiamo lavorato sotto lo sguardo che, fin dal primo giorno, “vigila” sulla nostra testata: quello di Bobo, il personaggio di Sergio Staino che rappresenta il militante di base di una sinistra smarrita, alla ricerca di una nuova identità”.
“Ci accingevamo a esercitare questa stessa funzione nei prossimi mesi, nel seguire l’imminente campagna elettorale per le elezioni regionali di febbraio”, continua. “Elezioni di straordinaria importanza, non solo locale. Si svolgeranno, infatti, a pochi mesi da una tornata di elezioni europee considerate decisive per il futuro della Ue, e saranno un test per il governo Cinque Stelle-Lega che guida l’Italia dalla scorsa primavera”. La Sardegna, spiega, “è tornata ad essere un laboratorio politico di rilevanza nazionale”: sia a sinistra, con il progetto di una lista civica regionale guidata dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda, sia a destra, con il leader leghista Matteo Salvini che ha designato come candidato governatore il leader del Partito sardo d’azione, e senatore della Lega, Christian Solinas. In quest’ultimo caso, scrive Bellu, “si avrebbe il paradosso del segretario di un partito autonomista, sul filo dell’indipendentismo, designato dal leader politico di una forza germogliata sul risentimento antimeridionalista del Nord, poi trasferito sugli immigrati. In effetti è davvero difficile individuare un legame di Matteo Salvini con la Sardegna, a parte la sua recente incriminazione per sequestro di persona“, attacca.
“Queste considerazioni – conclude – non possono più avere uno sviluppo nelle pagine di Sardinia Post”. E annuncia il proprio “sereno rifiuto” ad assumere, come chiesto da Onorato, un linea editoriale neutrale nei confronti di “queste fantasmagoriche sperimentazioni politiche tra sovranismo e xenofobia”. “Ringrazio la redazione ed i collaboratori – scrive – sono sicuro che l’editore e il nuovo direttore, al quale auguro buon lavoro, sapranno salvaguardare questo patrimonio di professionalità, intelligenza e cultura”. I giornalisti della testata, riuniti in assemblea, esprimono preoccupazione per i contenuti dell’editoriale: “La redazione riconosce che rientra nei poteri dell’editore decidere l’indirizzo politico della testata, ma ritiene con fermezza che ciò non possa e non debba avvenire in alcun caso a scapito delle regole fondamentali della professione”, scrivono.
Vincenzo Onorato, da Cagliari – dov’è impegnato in una serie di regate – replica sprezzante all’articolo: “Una testata di informazione non può essere una curva sud di tifosi – dice – per questo ringraziamo il direttore Bellu, per averci definitivamente convinto con il suo articolo della bontà della nostra scelta”. “Nessun quotidiano è ostaggio né del direttore e né dell’editore, ma in vista delle prossime scadenze politiche il faro dell’informazione non può essere monopolizzato dall’analisi sui problemi della sinistra”, aggiunge.