Cinque giorni fa sono diventate pubbliche le dichiarazioni deflagranti di Francesco Tedesco, uno dei carabinieri imputati per la morte di Stefano Cucchi, con cui il militare ha accusato i colleghi delle botte al geometra romano arrestato per droga e poi morto all’ospedale Pertini di Roma. Dichiarazioni che hanno scatenato un’altra inchiesta, quella su depistaggio di quanto avvenne nell’ottobre del 2009 nella caserma dell’Arma in via Appia. Oggi il legale di Roberto Mandolini, il maresciallo comandante pro tempore che da sempre si dichiara estraneo e che è imputato di falso e calunnia, scrive al collega Francesco Petrelli, legale di Tedesco parlando di “inconfessabili accordi con il pm” e in particolare “la promessa derubricazione della imputazione elevata nei confronti del cliente in quella di favoreggiamento, reato allo stato già prescritto, anche a costo di aggravare la posizione di tutti gli altri imputati”.
Bruno Giosuè Naso ha inoltrato la missiva anche alle Camere penali: “In un processo di tale delicatezza – scrive Naso nella lettera di cinque pagine – in un processo condizionato come pochi altri da fattori stravaganti ed extraprocessuali tu che fai? Accompagni il tuo assistito nell’ufficio del pm perché questi conduca un’indagine parallela e riservata rispetto a quella in corso con innegabili, inevitabili se non addirittura perseguiti effetti di condizionamento su quello che sarà il di lui contributo dibattimentale?”. Il penalista rivolgendosi al collega prosegue: “Se non ti conoscessi da decenni, se non riconoscessi in te qualità professionali di eccellenza – aggiunge – sarei costretto a pensare che hai smarrito all’improvviso e tutto in una volta il tuo corposo corredo professionale“. Per Naso, invece, “la ragione che appare inconfessabile ma assolutamente chiara è la promessa derubricazione della imputazione elevata nei confronti” di Tedesco “in quella di favoreggiamento, reato allo stato già prescritto, anche a costo di aggravare la posizione di tutti gli altri imputati”. Questa mattina sul suo profilo Facebook Mandolini posta i versi del poeta Kipling con la foto di un carabiniere che tiene in braccio un neonato.
Intanto l’altro avvocato di Francesco Tedesco, Eugenio Pini, ha presentato querela in Procura a Roma, per “tutelare me stesso”, ha detto. Nella telefonata, che potrebbe essere stata registrata, una voce dall’accento siciliano e non camuffata ha detto all’avvocato: “Lei sa chi mi ricorda? Rosario Livatino“, facendo riferimento al giudice ucciso dalla mafia e aggiungendo in seguito: “La seguirò, non solo spiritualmente“.
Le accuse del carabiniere ai colleghi
Il vice brigadiere Francesco Tedesco, imputato per omicidio preterintenzionale ma anche accusatore di altri due militari per il pestaggio di Stefano Cucchi, sarà sentito in aula a gennaio. In tre verbali ha sostenuto che i coimputati Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo colpirono il detenuto anche quando era a terra. Le nuove indagini punteranno a capire chi intralciò la verità, cercando di fare luce sulla catena di minacce, omissioni e atti falsificati, almeno stando al racconto di Tedesco e di altri militari. Il nuovo filone di inchiesta sarebbe composto da due fascicoli: uno per falso ideologico e l’altro per soppressione di documento pubblico per cui sono finiti indagati Francesco Di Sano, in servizio alla stazione di Tor Sapienza che ebbe in custodia Cucchi, e il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stessa caserma dove Cucchi arrivò dopo essere stato picchiato durante il fotosegnalamento. Colombo sarà interrogato ed è già stato sottoposto a perquisizione: l’atto istruttorio puntava ad individuare eventuali comunicazioni sulla vicenda tra lui e i suoi superiori dell’epoca.
L’ipotesi della procura: “Modifiche di atti per coprire il depistaggio”
Sotto la lente degli inquirenti ci sono infatti gli interlocutori di Mandolini. In particolare l’interlocutore di una telefonata che avvenne alla presenza di Tedesco nella quale il maresciallo chiese, stando all’accusa, di modificare le annotazioni redatte dai militari in servizio presso la stazione di Tor Sapienza nella notte del 16 ottobre 2009, quando fu fermato Cucchi. Atti che in effetti furono cambiati togliendo dettagli sulle condizioni di salute di Stefano. Ad ammettere che fossero state modificate era stato lo stesso Di Sano in aula, precisando che si era trattato di “un ordine gerarchico“. Su una delle annotazioni modificate è apposta la firma del piantone Gianluca Colicchio, che subentrò nella custodia di Cucchi a Di Sano, anche lui autore di un’ulteriore annotazione alterata. Entrambi sono coinvolti nell’inchiesta.
L’ipotesi è che quelle modifiche fossero state richieste per coprire il pestaggio e creare una ‘nuova versione’ sulle condizioni di Cucchi dopo l’arresto. Annotazioni da fornire poi alla catena gerarchica nell’ambito di un’indagine interna. La lente dei magistrati è anche sugli atti del fotosegnalamento che risultano modificati: dal registro fu cancellato con il bianchetto il nome di Cucchi.Le indagini ora puntano anche a capire se e fino a quale livello viene coinvolta la scala gerarchica in questa vicenda di falsi documenti e omissioni. In questo senso gli accertamenti proseguono anche per capire chi partecipò ad una riunione sul caso Cucchi, dopo la morte del giovane, convocata “da un Alto ufficiale dell’Arma”, secondo il racconto di Tedesco. “Diversi militari furono chiamati a rapporto – dice Tedesco nel verbale- nell’ambito di un’indagine interna, io non fui convocato”.
Ieri sera Ilaria Cucchi ha postato un ricordo di quei terribili giorni: “Nove anni fa più o meno a quest’ora iniziavi il tuo calvario che ti ha portato alla morte. Tra dolori atroci e da solo come un ultimo tra gli ultimi, pensando che noi ti avessimo abbandonato. Non era così. Io oggi sto crescendo, da sola, i tuoi nipoti che di te conservano un bellissimo ricordo. Non eri solo Stefano, non lo eri. È solo che non ci hanno permesso di varcare quella porta”.
Giustizia & Impunità
Stefano Cucchi, l’avvocato del maresciallo Mandolini all’attacco: “Inconfessabili accordi tra il pm e Tedesco”
L'avvocato Bruno Giosuè Naso scrive una lettera aperta al collega Francesco Petrelli, legale di Tedesco ipotizzando "la promessa derubricazione della imputazione elevata nei confronti del cliente in quella di favoreggiamento, reato allo stato già prescritto, anche a costo di aggravare la posizione di tutti gli altri imputati"
Cinque giorni fa sono diventate pubbliche le dichiarazioni deflagranti di Francesco Tedesco, uno dei carabinieri imputati per la morte di Stefano Cucchi, con cui il militare ha accusato i colleghi delle botte al geometra romano arrestato per droga e poi morto all’ospedale Pertini di Roma. Dichiarazioni che hanno scatenato un’altra inchiesta, quella su depistaggio di quanto avvenne nell’ottobre del 2009 nella caserma dell’Arma in via Appia. Oggi il legale di Roberto Mandolini, il maresciallo comandante pro tempore che da sempre si dichiara estraneo e che è imputato di falso e calunnia, scrive al collega Francesco Petrelli, legale di Tedesco parlando di “inconfessabili accordi con il pm” e in particolare “la promessa derubricazione della imputazione elevata nei confronti del cliente in quella di favoreggiamento, reato allo stato già prescritto, anche a costo di aggravare la posizione di tutti gli altri imputati”.
Bruno Giosuè Naso ha inoltrato la missiva anche alle Camere penali: “In un processo di tale delicatezza – scrive Naso nella lettera di cinque pagine – in un processo condizionato come pochi altri da fattori stravaganti ed extraprocessuali tu che fai? Accompagni il tuo assistito nell’ufficio del pm perché questi conduca un’indagine parallela e riservata rispetto a quella in corso con innegabili, inevitabili se non addirittura perseguiti effetti di condizionamento su quello che sarà il di lui contributo dibattimentale?”. Il penalista rivolgendosi al collega prosegue: “Se non ti conoscessi da decenni, se non riconoscessi in te qualità professionali di eccellenza – aggiunge – sarei costretto a pensare che hai smarrito all’improvviso e tutto in una volta il tuo corposo corredo professionale“. Per Naso, invece, “la ragione che appare inconfessabile ma assolutamente chiara è la promessa derubricazione della imputazione elevata nei confronti” di Tedesco “in quella di favoreggiamento, reato allo stato già prescritto, anche a costo di aggravare la posizione di tutti gli altri imputati”. Questa mattina sul suo profilo Facebook Mandolini posta i versi del poeta Kipling con la foto di un carabiniere che tiene in braccio un neonato.
Intanto l’altro avvocato di Francesco Tedesco, Eugenio Pini, ha presentato querela in Procura a Roma, per “tutelare me stesso”, ha detto. Nella telefonata, che potrebbe essere stata registrata, una voce dall’accento siciliano e non camuffata ha detto all’avvocato: “Lei sa chi mi ricorda? Rosario Livatino“, facendo riferimento al giudice ucciso dalla mafia e aggiungendo in seguito: “La seguirò, non solo spiritualmente“.
Le accuse del carabiniere ai colleghi
Il vice brigadiere Francesco Tedesco, imputato per omicidio preterintenzionale ma anche accusatore di altri due militari per il pestaggio di Stefano Cucchi, sarà sentito in aula a gennaio. In tre verbali ha sostenuto che i coimputati Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo colpirono il detenuto anche quando era a terra. Le nuove indagini punteranno a capire chi intralciò la verità, cercando di fare luce sulla catena di minacce, omissioni e atti falsificati, almeno stando al racconto di Tedesco e di altri militari. Il nuovo filone di inchiesta sarebbe composto da due fascicoli: uno per falso ideologico e l’altro per soppressione di documento pubblico per cui sono finiti indagati Francesco Di Sano, in servizio alla stazione di Tor Sapienza che ebbe in custodia Cucchi, e il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stessa caserma dove Cucchi arrivò dopo essere stato picchiato durante il fotosegnalamento. Colombo sarà interrogato ed è già stato sottoposto a perquisizione: l’atto istruttorio puntava ad individuare eventuali comunicazioni sulla vicenda tra lui e i suoi superiori dell’epoca.
L’ipotesi della procura: “Modifiche di atti per coprire il depistaggio”
Sotto la lente degli inquirenti ci sono infatti gli interlocutori di Mandolini. In particolare l’interlocutore di una telefonata che avvenne alla presenza di Tedesco nella quale il maresciallo chiese, stando all’accusa, di modificare le annotazioni redatte dai militari in servizio presso la stazione di Tor Sapienza nella notte del 16 ottobre 2009, quando fu fermato Cucchi. Atti che in effetti furono cambiati togliendo dettagli sulle condizioni di salute di Stefano. Ad ammettere che fossero state modificate era stato lo stesso Di Sano in aula, precisando che si era trattato di “un ordine gerarchico“. Su una delle annotazioni modificate è apposta la firma del piantone Gianluca Colicchio, che subentrò nella custodia di Cucchi a Di Sano, anche lui autore di un’ulteriore annotazione alterata. Entrambi sono coinvolti nell’inchiesta.
L’ipotesi è che quelle modifiche fossero state richieste per coprire il pestaggio e creare una ‘nuova versione’ sulle condizioni di Cucchi dopo l’arresto. Annotazioni da fornire poi alla catena gerarchica nell’ambito di un’indagine interna. La lente dei magistrati è anche sugli atti del fotosegnalamento che risultano modificati: dal registro fu cancellato con il bianchetto il nome di Cucchi.Le indagini ora puntano anche a capire se e fino a quale livello viene coinvolta la scala gerarchica in questa vicenda di falsi documenti e omissioni. In questo senso gli accertamenti proseguono anche per capire chi partecipò ad una riunione sul caso Cucchi, dopo la morte del giovane, convocata “da un Alto ufficiale dell’Arma”, secondo il racconto di Tedesco. “Diversi militari furono chiamati a rapporto – dice Tedesco nel verbale- nell’ambito di un’indagine interna, io non fui convocato”.
Ieri sera Ilaria Cucchi ha postato un ricordo di quei terribili giorni: “Nove anni fa più o meno a quest’ora iniziavi il tuo calvario che ti ha portato alla morte. Tra dolori atroci e da solo come un ultimo tra gli ultimi, pensando che noi ti avessimo abbandonato. Non era così. Io oggi sto crescendo, da sola, i tuoi nipoti che di te conservano un bellissimo ricordo. Non eri solo Stefano, non lo eri. È solo che non ci hanno permesso di varcare quella porta”.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Per i socialisti e democratici europei, il piano della UE per la difesa comune è un primo passo avanti che ne richiede molti altri. Di fronte a una crisi si risponde con il coraggio. Insieme". Lo scrive su Twitter la deputata del Pd Marianna Madia.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica passa anche attraverso la semplicità dei pagamenti. Fortech, azienda attiva nelle soluzioni di automazione e pagamento per la mobilità, è presente a Key - The Energy Transition Expo per mostrare le sue soluzioni tecnologiche per rendere la ricarica elettrica più accessibile, efficiente e integrata.
Due sono le soluzioni presentate in fiera, per il pagamento e la gestione delle ricariche elettriche: Optcompact ed e-smartOpt. Optcompact è un terminale compatto, versatile ed efficiente, dotato di lettore di carte con chip, banda magnetica, Nfc e Qr code. Disponibile in tre configurazioni (Embedded, Wall Mount e Stand Alone). E-smartOpt è un terminale multifunzione, progettato per gestire contemporaneamente più punti di ricarica e parcheggi.
Con questi dispositivi, Fortech offre agli operatori un’infrastruttura di pagamento sicura, flessibile e adatta a qualsiasi contesto di ricarica, semplificando l’esperienza per gli utenti finali.
Oltre a innovare il pagamento, Fortech presenta in fiera una piattaforma all-in-one che permette agli operatori di gestire l’intera rete di ricarica da un’unica interfaccia. Fortech offre, poi, soluzioni avanzate per la fatturazione elettronica e la gestione dei corrispettivi telematici, garantendo agli operatori della ricarica elettrica massima trasparenza e conformità normativa.
“Il nostro obiettivo è semplificare la ricarica elettrica per utenti e operatori. La nostra tecnologia consente di gestire pagamenti e infrastrutture in modo intuitivo, senza barriere e con la massima efficienza. Ci definiamo Mobilty Makers e questo significa che vogliamo offrire strumenti concreti per accelerare la transizione alla mobilità sostenibile”, dichiara Luca Banci, Ev Charge Development Manager.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica passa anche attraverso la semplicità dei pagamenti. Fortech, azienda attiva nelle soluzioni di automazione e pagamento per la mobilità, è presente a Key - The Energy Transition Expo per mostrare le sue soluzioni tecnologiche per rendere la ricarica elettrica più accessibile, efficiente e integrata.
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